Adele Insardà vince con “Stairs” al Festival Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

È questa la motivazione con la quale Adele Insardà, giovane ventinuenne laureanda all’Università di Roma “Tor Vergata”, ha vinto il concorso (Ri)montaggi nell’ambito della 57esima edizione del Festival Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro con il video essay “Stairs”: “Per la capacità di coniugare al meglio le finalità analitiche del video essay con un impianto estetico solido capace di coinvolgere e affascinare lo spettatore. Stairs è un lavoro fondato su una ricerca notevolmente approfondita volta a creare connessioni pertinenti e originali in merito alla ricorrenza della storia del cinema di un motivo figurativo simbolicamente denso qual è, per l’appunto, quello delle scale”. Le musiche originali del video sono del giovane pianista e compositore Giuseppe Sacchi.

E’ stato un lavoro di importante collaborazione con Giuseppe Sacchi, pianista di musica classica e jazzche ha composto la bellissima musica originale determinante per la vittoria– ha sottolineato Adele ancora emozionata –  con il quale ho condiviso tutte le fasi della realizzazione del video. Io credo che “Stairs” abbia vinto anche per queste bellissime musiche”.

L’idea è nata nell’ambito del corso “Analisi del film”del professor Luca Mazzei, che insegna Storiografia cinematografica a “Tor Vergata, che mi ha stimolato in modo particolare. Analizzando Notorius, il film di Alfred Hitchcock, il professore ci aveva fatto notare come tutta l’opera fosse ambientata all’interno di una casa e che fosse più in alto rispetto al resto. In più c’era la ricorrenza delle scale. Da qui ho iniziato a guardare gli altri film di Hitchcock in maniera diversa. E notavo come il motivo delle scale tornasse in tutti i suoi film”.  “In particolare – racconta ancora Adele – l’associazione forte l’ho fatta con il film “Uccelli” e attraverso un’analisi approfondita mi ha suscitato varie riflessioni che successivamente ho sviluppato. Appena ho letto del bando del festival di Pesaro ho deciso di partecipare iniziando a buttare giù diverse idee e quella più convincente mi sembrava proprio quella delle scale. Ho cercato e visionato la filmografia che aveva al centro le scale, mi sono venuti in mente The Truman Show, avevo visto di recente Cuore Selvaggio di Lynch che inizia con il protagonista Nicolae Cage che in un atto di rabbia uccide sulle scale. E da lì ho ripercorso tutta una serie di film d’epoca che avevano al centro le scale. Insomma la mia tesi era quella di mettere in rilievo il motivo delle scale che spesso passano in secondo piano rispetto ad elementi più riconoscibili dei film. In tutti e tre film di Hitchcock le scale sono molto importanti”. https://www.youtube.com/watch?v=2PVJknt1zEY

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Questa speciale intuizione e ricostruzione, unita al montaggio e alla musica ha convinto dunque la giuria. “In particolare ho sviluppato l’input del professor Mazzei sul ruolo simbolico della salita e della discesa nel film “Psycho” di Alfred Hitchcock”, aggiunge Adele iscritta al corso di laurea triennale in Beni Culturali, con indirizzo Musica e Spettacolo,coordinato dalla professoressa Donatella Orecchia.

Il video essay è una nuova forma di saggio critico, che cerca di spiegare allo spettatore un aspetto del cinema.Mi ha permesso di ragionare – continua Adele Insardà– sulla semiotica delle scale, simbolo ricorrente non solo nella filmografia di Hitchcock ma in molti film della storia del cinema. L’obiettivo del mio video essay è stato quello di catalizzare l’attenzione dello spettatore su un elemento solo in apparenza privo di importanza ma in realtà carico di significati.
Ad esempio per chiarire meglio il concetto: nel film “The Truman Show” dove c’è il passaggio da una realtà finta a una realtà sconosciuta – 
prosegue con entusiasmo Adele– in “La leggenda del pianista sull’oceano” il protagonista decide di non affrontare questa realtà sconosciuta, ma di rifugiarsi sulla nave, a riparo nel suo mondo interiore; nei film “Notorious”, “Metropolis” e “L’incrociatore Potemkin” una posizione di potere da parte di chi sta in cima alle scale; in “Psycho” e “Uccelli” Hitchcock prende invece spunto dal complesso di Edipo di Freud, per cui il piano superiore rappresenta il Super-Io, la parte razionale che domina gli impulsi”.

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Insomma nel video essay “Stairs” –  scelto tra cinque finalisti da una giuria composta da Elena Marcheschi, Andrea Miele e Elio Ugenti – viene utilizzato lo stilema delle scale per comporre un intrigante percorso attraverso i generi della storia del cinema. “La forma video-essay, in altre parole video saggio, è un bell’esercizio, si tratta di un montaggio critico con le immagini realizzate in modo più diretto.  Stairs– prosegue Adele– non ha preso vita solamente in virtù dei miei studi ma anche grazie a tutte le persone che fanno parte del mio vissuto, la vera fonte di creatività di ognuno di noi”. 

Domanda obbligata ad Adele: cosa vuoi fare in futuro? “Sicuramente lavorare nell’ambito del cinema – risponde con decisione– adesso che ho provato a fare il montaggio è una cosa che mi piace che continuerò sicuramente a coltivareIl mestiere di montatore è molto importante perché è quello che dà più ritmo al film, in questo ultimo periodo si parla spesso di lentezza del film. Io non sono molto d’accordo su questa cosa perché il film può avere una certa lentezza ma è una questione di percezione e va vista in relazione al montaggio. Mi vengono in mente alcuni film di Bergmann che possono sembrare lenti ma era una scelta autoriale. Il Premio, devo dire inaspettato – continua Adele – mi ha fatto capire che oltre alla regia anche il montaggio è un ambito creativo molto bello e gratificante”

E poi Adele mi chiede di aggiungere: “Mi sono dimenticata di dire anche che la mia intenzione, in futuro, è quella di rendere il messaggio cinematografico comprensibile a tutti”.

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(Ri)montaggi è il primo concorso in Italia dei video essay, la nuova forma di critica cinematografica per immagini che trova spazio non solo in video virali sul web, ma anche come momentidi studio nelle Università più all’avanguardia. Per questa sesta edizione i curatori Chiara Grizzaffi e Andrea Minuz hanno selezionato come finalisti cinque video essay/recut/mash-up/remix realizzati da studenti di Università e Scuole di Cinema di tutto il mondo, aprendo quest’anno le iscrizioni anche alle scuole secondarie di secondo grado italiane.

«Il lavoro ben costruito, incredibilmente coinvolgente ma anche frutto di un ottimo lavoro di analisi, ci ha davvero molto colpito e il fatto che Adele Insardà abbia vinto il primo premio ci rende molto orgogliosi. Il video non è stato prodotto per il Laboratorio di cinema ma mi fa piacere sapere che Adele lo ha realizzato anche in virtù del lavoro fatto con noi a “Tor Vergata”», ha detto il professor Luca Mazzei. 

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