Amanda Ginsberg, la mamma di Tinder (che non l’ha usato mai)

Amanda Ginsberg, la mamma di Tinder (che non l’ha usato mai)



Mandy Ginsberg non ha mai usato Tinder. Ma lo ha reso un fenomeno globale da 50 milioni di utenti nel mondo, 9 in Italia, la app al vertice della piramide della ricerca di sesso — e di amore — mondiale. Quando nato Tinder (nel 2012) ero gi sposata racconta la top manager texana che da un anno vive a Firenze, ha iscritto la figlia di 13 anni alla scuola internazionale americana in citt. Dal 2010 al 2017 stata amministratore delegato di Match.com e nel 2006 ha iniziato a svilupparne alcune branche, tra cui Tinder. Quindi non ho dovuto usarlo. Ma prima s, ho cercato uomini in rete: non c’erano le app, solo i siti di appuntamenti, ed stata un’esperienza importante perch dopo aver provato la versione tecnologica del “rimorchio”, mi sono resa conto che incontrare persone nuove prima era molto pi complicato.

Ha lavorato per 14 anni in Match Group, i cui prodotti sono tutti orientati al settore degli appuntamenti: Tinder, Match, Hinge, OkCupid, Meetic e PlentyOfFish. Ha fatto quadruplicare il prezzo delle azioni — ora valgono 31 miliardi — e ha fatto di Match Group una delle realt tecnologiche a pi rapida crescita al mondo. Fa parte del Cda di Uber Technologies e ThredUp. Cerca di imparare l’italiano giocando a tennis. Lo capisce ma ancora non lo parla. Incontriamo Amanda Ginsberg detta Mandy negli ex granai medicei di piazza del Cestello, dove l’incubatore di start up Nana Bianca ha allestito la sala congressi. Parla a una platea di americani connessi insieme in un gruppo dal nome pensato come un gioco di parole: Connect Us. Una rete che connette loro, gli americani-fiorentini, creata su impulso della console Ragini Gupta. Non tutti gli americani espatriati, soltanto quelli impegnati nel business tecnologico. Nomadi digitali.

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Signora Ginsberg, come ha trovato Firenze dal punto di vista di una manager statunitense?

Viverci ha superato tutte le aspettative, ma chiss se sar una decisione permanente. stato sorprendente trovare questa comunit internazionale e un ambiente imprenditoriale che ha voglia di fare. Amo il cibo, l’arte e la storia, come tanti ex ceo americani come Joshua Dick e Morgan Fiumi (rispettivamente leader nella pulizia delle macchine da caff con Urnex e in post-produzione cinematografica, ndr), e amo lavorare con le molte aziende americane che hanno sede qui.

Cosa c’ nei progetti di Connect Us?

A Nana Bianca ho passato una giornata a tirar fuori idee con i responsabili di Vino.com e investitori. L’obiettivo del network mettere al servizio di Firenze il nostro bagaglio di esperienze: la citt mi ha dato molto, giusto ricambiare.

Come ha trasformato Tinder?

Quando nel 2005 mi ha chiamato Match.com non avrei mai pensato che sarebbe diventata un colosso globale. Abbiamo incubato Tinder attraverso una hackathon, maratona di programmatori che per una settimana invece di lavorare sulle cose di tutti i giorni, si dedicano ai progetti speciali. Lo facevamo una volta all’anno. Dopodich siamo andati nelle universit a proporla agli studenti. cresciuta da matti.

Perch funziona meglio delle altre piattaforme di dating?

Per anni ci si vergognava a dire di usare una app per gli incontri.

I tab hanno iniziato a venir meno prima di Tinder. Siamo arrivati al paradosso che se incontri qualcuno dai per scontato che usi queste app e quasi ti stupisci del contrario. Altre app s hanno dovuto confrontarsi con i tab, non Tinder che viene visto un po’ pi “casual”. Ma penso che in Italia ci sia molto pi imbarazzo che all’estero, sento dire spesso “oh, non lo userei mai”. In tutta Europa le app sono molto popolari. In Italia solo nelle grandi citt.

Possiamo considerarla uno strumento di emancipazione?

Tinder non ha cambiato il fatto che gli appuntamenti continuano a essere di fronte a un caff o a un aperitivo, non online. Devi comunque vedere dal vivo se c’ chimica o no. Quello che fa Tinder permetterti di incontrare persone in un modo in cui non le incontreresti altrimenti. Un aiuto, tutto qui. Uno studio di Harvard racconta come queste app superino le barriere sociali ed etniche come mai prima, soprattutto se vivi in un piccolo centro. E che il mondo gay pesa per il 10%: se sei gay in una piccola citt dell’Oklahoma cosa fai? Tinder risolve il problema.

C’ differenza tra maschi e femmine da questo punto di vista?

Cosa pensa di chi accusa questi strumenti di minare i valori della famiglia?

Le persone hanno gi fatto tanto per danneggiare la famiglia anche senza Tinder. Non che se vuoi tradire non vai su Tinder perch poi tua moglie ti scoprir. Ma se vuoi sposarti e avere figli, e hai difficolt a incontrare qualcuno, senza Tinder pi difficile. Non avete idea a quante persone sento dire, anche in Italia, che non riescono a incontrare qualcuno perch sono tutti accoppiati o perch lavorano tutto il tempo. Tutto ci che fanno queste app darti una possibilit. Sostenere che feriscano i valori della famiglia francamente una fesseria.

Il sesso la pi importante fonte di business nel mondo digitale?

Siamo esseri primordiali preda di istinti che ci dicono tre cose in continuazione: nutriti, trovati un riparo, fai sesso. Non siamo fatti per essere soli e oggi notiamo un aumento smisurato della solitudine. E un enorme bisogno di trovare un rimedio. Le persone fanno sesso tramite le app? Sicuramente. Ma si innamorano e hanno figli ugualmente. La met delle persone in Usa e Europa divorziata, ci sono cos tante mamme single a 40 anni che vogliono un secondo giro di giostra. E a 60 anni non hai diritto a innamorarti? Tinder ti consente di avere una connessione col mondo. Alla fine, la vita vale la pena di essere vissuta se puoi condividerla con qualcuno, no?.

6 novembre 2022 | 17:28

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