Ancora in rosso Piazza Affari ( – 0,30%). Per il Btp i rendimenti sono tornati al 2013

Ancora in rosso Piazza Affari ( – 0,30%). Per il Btp i rendimenti sono tornati al 2013

Chiusura in ribasso per Piazza Affari. L’indice FtseMib lascia sul terreno lo 0,30% recuperando però parte delle perdite di giornata che tuttavia era iniziata all’insegna dei rialzi. Va peggio a Francoforte con il Dax che cede quasi un punto percentuale mentre Parigi arriva in chiusura di seduta a -1,2% e Madrid a -1,4%. Oltreoceano i listini di Wall Street si muovono contrastati con il Dow Jones giù di quasi mezzo punto mentre il Nasdaq sale dello 0,17%. Sui mercati domina ancora il nervosismo e continua a prevalere un clima di attesa per le prossime mosse della Fed che saranno svelate in settimana. «Sulla scia dei pessimi numeri sull’inflazione visti venerdì, si prevede una probabilità del 25% di un aumento di 75 punti base. Anche il meeting della Banca d’Inghilterra susciterà molto interesse, con i mercati divisi tra le aspettative di un aumento tra i 25 e i 50 punti base – ricordano gli analisti di Ebury -. Tutte le Banche centrali si stanno preparando per combattere l’inflazione e la velocità con cui i tassi aumenteranno nei diversi Paesi saranno il driver principale dei movimenti valutari nel breve e medio termine».

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A soffrire è soprattutto il comparto obbligazionario con in testa il debito dell’Italia. Se l’indice azionario di Milano ha tentato oggi il recupero, il segmento dei titoli di Stato ha invece continuato a essere bersagliato dalle vendite sul mercato secondario. Lo spread Btp/Bund è così salito sopra quota 250 punti base a 251 punti in chiusura (dai 244 della chiusura di ieri). Si tratta di nuovi massimi dal maggio 2020. In attesa della Fed, il tasso del Btp decennale dell’Italia si è alzato al 4,17%. Si tratta di un nuovo massimo da dicembre 2013. Ieri, in chiusura, si muoveva in area 4,10%.

Intanto oggi a Milano alcune banche, fortemente penalizzate dalle vendite nelle scorse sedute, hanno iniziato a recuperare terreno: Intesa Sanpaolo guadagna lo 0,60%, Unicredit è su di quasi due punto e mezzo, Banca Mediolanum avanza del 4% e Poste Italiane fa +3,1%.

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Nelle odierne aste a medio-lungo termine di titoli di Stato in cui il Tesoro offriva Btp a 3, 7 e 30 anni e un off-the-run con vita residua 27 anni per un importo complessivo pari a 4,5-6 miliardi di euro, non hanno deluso. Tuttavia i tassi finali sono saliti ai massimi di diversi anni, tornando in alcuni casi al 2012. E’ il caso della quinta tranche del Btp agosto 2025 che è stata assegnata per 2 miliardi con un tasso pari a 3,04%, il livello più alto da luglio 2012, dall’1,53% del collocamento precedente.

La terza tranche del Btp giugno 2029 è stata assegnata per 2,5 miliardi a 3,75%, massimo da ottobre 2013, rispetto al 2,39% del collocamento di metà maggio. Il titolo settembre 2052, alla quarta riapertura, è stato collocato per 752 milioni con un tasso pari a 4,23%, il livello più alto da aprile 2014, dal 2,89% di metà aprile. Infine il Tesoro ha assegnato 748 milioni nell’off-the-run settembre 2049, al tasso di 4,20%.

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