Assegno unico per figlio maggiorenne: se non c’è convivenza si perde il diritto alla misura?

Assegno unico per figlio maggiorenne: se non c’è convivenza si perde il diritto alla misura?

L’Assegno Unico non necessariamente si perde per un figlio maggiorenne non convivente. Basterà soddisfare una sola condizione indispensabile.

Scopriamo in quali casi i genitori di figli non conviventi maggiorenni – invalidi o meno – continueranno a ricevere l’Assegno Unico Universale.

Assegno Unico figlio maggiorenne
InformazioneOggi.it

Le direttive sulle prestazioni assistenziali ed economiche non sempre sono chiare agli occhi dei contribuenti. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – o l’Agenzia delle Entrate – si trova a dover rispondere a dei quesiti legittimi per sciogliere i dubbi dei cittadini. Con riferimento all’Assegno Unico la maggior parte dei dilemmi sono stati risolti. D’altronde è da un anno che la misura viene erogata alle famiglie con figli a carico ma ci sono ancora delle puntualizzazioni da fare soprattutto con riferimento ai figli maggiorenni e non conviventi.

Ricordiamo che l’Assegno Unico Universale viene erogato per i figli a carico, minorenni o maggiorenni fino ai 21 anni a condizione che siano studenti, che frequentino corsi di formazione oppure un tirocinio. Se disabili, invece, non c’è limite di età di cui tener conto. Queste regole valgono anche per i figli che non convivono con i genitori?

Assegno Unico e figli maggiorenni non conviventi

Nella definizione dei destinatari all’Assegno Unico c’è la risposta al quesito di un lettore. “Mia madre 88enne prendeva l’Assegno Unico per il figlio 54enne invalido civile all’80%. Nel 2023 il figlio è andato a vivere da solo ed è percettore del Reddito di Cittadinanza. Mia mamma non sta più ricevendo la prestazione. Penso che abbia perso il diritto ma l’INPS non ha inviato comunicazioni al riguardo. Chiedo se a mia mamma spetta ancora l’Assegno Unico“.

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La misura è erogata alle famiglie con figli a carico. Per poter continuare a ricevere la prestazione pur mancando il requisito della convivenza, il figlio 54enne dovrà ancora risultare a carico della madre, far parte dello stesso nucleo familiare. Si è considerati a carico con un reddito inferiore a 2.840,51 euro (oppure 4 mila euro se il figlio ha meno di 24 anni). Significa che la mamma del lettore potrà ricevere ancora l’Assegno Unico solamente se il figlio riceve un RdC inferiore a 236,70 euro e nessun altro reddito.

Altra condizione necessaria per continuare a ricevere la misura nonostante la mancata convivenza, l’assenza di coniuge e figli per il soggetto a carico.

Riepilogo dei due scenari possibili

In presenza di figli maggiorenni occorre tener conto di due possibili scenari

  • conviventi con i genitori e dunque rientranti nel nucleo ISEE, studenti o lavoratori con reddito inferiore a 8 mila euro, disoccupati o impegnati del servizio civile universale (fino a 21 anni) e senza limiti di età se invalidi,
  • non conviventi con i genitori, non rientranti nel nucleo ISEE ma a carico IRPEF dei genitori con reddito sotto i 4 mila euro se sotto i 24 anni e di 2.840,51 euro se over 24.

Requisiti soddisfatti ma l’Assegno Unico non arriva per figli maggiorenni disabili

Se i requisiti richiesti in caso di non convivenza sono soddisfatti, il motivo per cui non arriva l’Assegno Unico potrebbe essere legato ad un mancato invio dell’ISEE o della domanda nel 2023. In generale, tutti coloro che hanno la misura fino a febbraio 2023 continueranno ad ottenere la prestazione automaticamente anche a marzo.

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La domanda, infatti, deve essere inoltrata solamente da chi non ha mai beneficiato della misura prima del 28 febbraio 2023. Lo ha chiarito l’INPS in apposita circolare. Sarà, però, importante presentare l’ISEE per ricevere il giusto importo spettante. In assenza dell’Indicatore 2023 si otterrà la somma minima ossia 54 euro – la cifra spettante con ISEE di oltre 43.240 euro (nuovi importi legati alla rivalutazione).

Il cambio di residenza potrebbe aver creato confusione nella distinzione tra nucleo ISEE e soggetto a carico IRPEF. Per avere chiarimenti sul perché l’Assegno non arriva basterebbe chiedere delucidazioni all’INPS tramite canali ufficiali.

O si accede al portale per entrare tramite credenziali digitali nell’Area MyInps oppure si chiama il Contact Center al numero 803 164 da fisso o 06 164 164 da mobile.

Accenno ai nuovi importi dell’Assegno Universale

L’importo dell’Assegno riserverà piacevoli sorprese alle famiglie con figli a carico. Grazie alla rivalutazione, infatti, le somme erogate saranno più elevate così come sono stati incrementati i limiti delle fasce ISEE.

Nel 2023 si va da 186 euro con ISEE fino a 16.215 euro a 54 euro con ISEE oltre i 43.240 euro. Non solo, ci saranno aumenti del 50% per

  • figli di età inferiore a un anno,
  • nuclei familiari con tre figli e ISEE inferiore a 40 mila euro,
  • famiglie con almeno quattro figli.
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La rivalutazione ha aumentato anche le maggiorazioni previste qualora entrambi i genitori siano lavoratori (32,19 euro), in caso di madre single sotto i 21 anni o di figli con invalidità. Per i figli maggiorenni, invece, l’importo minimo erogato sarà di 26,82 euro mentre quello massimo di 91,20 euro.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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