Se ne sta parlando tanto in queste settimane e spesso si tende a creare anche molta confusione, generando ancora più ansia e attesa in chi si aspetta il tanto sbandierato bonus 200 euro.
Tanti sono gli interrogativi che ruotano intorno alla corresponsione di questo nuovo bonus 2022 inserito nel Decreto Aiuti, a partire dal momento esatto in cui comparirà in busta paga, a chi è rivolto e i requisiti per poterne beneficiare. Ma non solo. Il grande dilemma è imperniato anche intorno l’eventuale autodichiarazione da presentare per farne richiesta: cosa c’è di vero al riguardo? Il bonus non verrà erogato in automatico?
Cerchiamo di fornire alcuni chiarimenti.
Chi saranno i beneficiari
Innanzitutto va detto che il bonus 200 euro coprirà un’ampia platea di beneficiari. Si parla infatti di 30 milioni di italiani che lo riceveranno. Gli unici requisiti richiesti sono infatti il possesso della residenza in Italia e un reddito personale lordo non superiore ai 35 mila euro nel 2021.
A ricevere questo bonus in busta paga o nel cedolino saranno dunque le seguenti ‘categorie’:
- tutti i lavoratori dipendenti, pubblici o privati (a patto che abbiano beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% nel primo quadrimestre 2022 e abbiano avuto quindi un reddito imponibile mensile massimo di 2.692 euro in uno di questi mesi);
- i pensionati (purchè titolari di almeno un trattamento pensionistico da previdenza obbligatoria dal 30 giugno 2022);
- i lavoratori con partita Iva;
- i disoccupati percettori di Naspi;
- i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
- i lavoratori autonomi occasionali;
- i percettori di reddito di cittadinanza;
- i collaboratori domestici;
- gli stagionali o intermittenti.
Quando sarà erogato e in che modo è calcolato il requisito del limite di reddito
Tutti i soggetti suindicati si vedranno corrispondere il bonus 200 euro già a luglio, ad eccezione deilavorati autonomi e dei professionisti con o senza partita Iva, per i quali non è ancora stata stabilita una data precisa.
L’erogazione sarà solo una tantum.
Per capire se si rientra tra i fortunati che se lo vedranno corrispondere occorre chiarire che il limite reddituale dei 35 mila euro viene calcolato sulla base di tutti i redditi percepiti, ad eccezione del reddito derivante dalla casa di abitazione e delle sue pertinenze, dei trattamenti di fine rapporto (Tfr), degli assegni famigliari e dell’assegno unico universale.
Il bonus 200 euro sarà automatico o servirà inviare un’autodichiarazione?
Veniamo al nodo principale: autodichiarazione sì o no?
In realtà questa misura sarà automatica qualora, dall’incrocio di tutti i dati del soggetto, risultano essere rispettati i parametri per poterne beneficiare. Quindi in linea di massima non serve nè fare alcuna richiesta nè inviare la famosa autodichiarazione di cui si è tanto parlato. Va precisato però che il datore di lavoro, dell’ambito privato, potrebbe non essere in possesso di tutte le informazioni necessarie per erogare il bonus in questione. E potrebbe dunque richiedere la compilazione di un modulo al lavoratore dipendente.
Non esiste un modulo ufficiale ma solo un facsimile messo a disposizione dai consulenti del lavoro.
Pensionati, percettori di Naspi e dipendenti pubblici invece non saranno in ogni caso tenuti alla sottoscrizione dell’autodichiarazione, perchè Mef e Inps si occuperanno della verifica e dell’incrocio dei vari dati per valutare se agli interessati spettino o meno i 200 euro. L’erogazione nel loro caso può dirsi quindi, senza ombra di dubbio, automatica.
E i lavoratori autonomi e professionisti?
Un discorso a sè meritano i lavoratori autonomi e professionisti, i quali, come abbiamo detto, non vedranno il bonus in questione a luglio ma i mesi successivi.
Nel loro caso è prevista la creazione di un fondo specifico per l’erogazione della somma una tantum. Oltre al fatto che dovrà essere un apposito decreto ministeriale a dettare la normativa che stabilirà il limite reddituale entro cui rientrare per far scattare il diritto al bonus.
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