Bozza ddl Concorrenza: fuori spiagge e ambulanti, notai liberi in tutta Italia

Laura Lezza via Getty Images

PISA, ITALY – MAY 24: Lifeguards on the beach wearing a protective mask stands in the ‘Oasi del Mare’ bathhouse near Pisa on May 25, 2020 in Pisa, Italy. From 18 May access to the sea is allowed, with strict rules region by region. The bathing establishments have reopened, subject to social distancing measures, after more than two months of a nationwide lockdown and following the anti-contagion rules for Coronavirus with umbrellas spaced about 3 meters apart. There have been over 229,000 reported COVID-19 cases in Italy and more than 32,000 deaths. (Photo by Laura Lezza/Getty Images)

“Benvenuti, se siamo pronti possiamo iniziare con l’illustrazione”, dice Mario Draghi ai capidelegazione dei partiti di maggioranza che alle sei di sera si ritrovano nella Sala Verde di palazzo Chigi per conoscere i contenuti del disegno di legge sulla concorrenza che il premier ha già inserito nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell’indomani. Ma quando la parola passa al fedelissimo sottosegretario Roberto Garofoli, i presenti capiscono che dovranno accontentarsi. Garofoli parla a braccio, senza un testo, riproponendo una modalità già adottata nelle ultime riunioni della cabina di regia. Forse perché è diventata oramai un’abitudine, i malumori di alcuni ministri non montano più di tanto, ma discutere senza i fogli davanti non annulla di certo il fastidio. I 5 stelle dicono sì ma con una riserva su tutto l’impianto, la Lega è contraria alla norma che permetterà ai notai di esercitare la professione in tutto il territorio nazionale. Anche il Pd si mostra insoddisfatto per le misure che riguardano i taxi e le nomine delle Autorità indipendenti.

Al momento della conta però prevale il via libera. I meno dubbiosi sono i renziani. Dice Luigi Marattin: “Considerato che l’Italia non è proprio la culla del mercato e della concorrenza, e considerato che l’unica legge annuale sulla concorrenza la fece Renzi nel 2015, e poi più nulla, il risultato è positivo”. Tutto pronto per il Cdm, al massimo una discussione in extremis su taxi e Ncc. L’esito per Draghi non era scontato perché l’ultima versione del testo è stata scritta dai suoi consulenti a poche ore dalla cabina di regia. Ma non è solo una questione di discussione last minute. La concorrenza impatta su questioni che per i partiti significano voti. Sono equilibri trasversali a molti ambiti, dalle spiagge agli ambulanti, ancora dalla sanità ai rifiuti, e soprattutto legati a scelte fatte e non fatte. Come la proroga delle concessioni balneari al 2034: cambiare indirizzo e metterle a gara si tradurrebbe in un gran problema per la Lega che a chi ha uno stabilimento ha promesso di non cambiare le regole in corsa e soprattutto ora che il turismo si sta riprendendo dalla batosta del Covid. Il pericolo è sventato perché nella bozza del testo, di cui Huffpost è in possesso, non c’è un intervento sulle spiagge. E questo lo ribadisce anche Garofoli durante la cabina di regia. Ogni partito potrà rivendicare di essere riuscito a strappare qualcosa, sicuramente la Lega ha dalla sua un riconoscimento importante vista la non decisione sui balneari e sulle concessioni degli ambulanti.

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La concorrenza regolata di Draghi

Il taglio della riforma della concorrenza del premier è però un altro: una concorrenza regolata, con le regole insomma, non sfrenata. È anche una riforma soft, di equilibrio, che non genera insomma un terremoto nella maggioranza perché non si toccano alcuni temi divisivi. Ancora una riforma che si aggancia al Recovery: molti interventi, infatti, servono a spingere gli investimenti da mettere a terra con i tanti miliardi a disposizione. 

I tre obiettivi della riforma. Una mappa delle concessioni entro sei mesi

Favorire l’accesso delle piccole imprese a mercati che sono chiusi e spesso in mano a pochi soggetti, ma anche rimuovere gli ostacoli regolatori, i cosiddetti lacci e lacciuoli che rendono gli stessi mercati poco aperti. Ancora la tutela dei consumatori. Sono i tre obiettivi della riforma che poggerà su una mappatura delle concessioni, attesa entro sei mesi: dentro ci saranno i dati relativi alla durata, ma anche ai rinnovi, più in generale le informazioni principali di tutti i rapporti concessori. Sarà una sorta di bussola per programmare altri interventi sulla concorrenza. 

La direttiva Bolkestein resta ancora inattuata: niente gare per spiagge e ambulanti

Niente gare per le concessioni balneari e non ci saranno neppure quelle per il commercio ambulante. La bozza del disegno di legge dice che un pezzo della direttiva Bolkestein del 2006 resta ancora inattuata. Bruxelles chiede da tempo di mettere a gara il tutto, sull’Italia è attiva una procedura d’infrazione, ma anche questa volta non si interviene. Per quanto riguarda le circa 30mila concessioni demaniali marittime prevale la linea dell’attesa: a breve arriveranno le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato che si è pronunciata sulla questione e il Governo sceglie di non scombussolare il quadro. Anche per ragioni politiche, come si diceva.. Al momento, quindi, resta in vigore quanto deciso dal governo Conte nel 2019 e cioè la proroga delle concessioni attuali fino al 2034. 

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I notai potranno esercitare la professione in tutta Italia

Le norme attuali limitano l’esercizio della funzione al Distretto di appartenenza, quello che si segue è il principio della territorialità della competenza notarile. L’articolo 28 del disegno di legge sulla concorrenza che il Governo si appresta ad approvare permette ai notai di esercitare la loro professione in tutto il territorio nazionale, “senza limitazioni con riferimento al territorio regionale”.  

Assicurazioni, esteso il risarcimento diretto: in caso di incidente paga la propria compagnia

L’obbligo di aderire al risarcimento diretto viene esteso alle imprese assicuratrici con sede legale in altri Stati europei. In pratica si estende la formula che in caso di incidente mette il risarcimento in capo alla propria compagnia assicurativa, che poi si rivarrà sulla compagnia dell’altra persona coinvolta nel sinistro. 

Stop ai servizi premium sui cellulari (giochi, video e musica a sovraprezzo) se non c’è il consenso del cliente

Giochi, video, foto, musica, ma anche le informazioni sul meteo, l’oroscopo e le news: i cosiddetti servizi premium (a sovrapprezzo) sui telefonini avranno bisogno del consenso del cliente. La premessa è che spesso questi servizi sono attivati in modo inconsapevole o addirittura fraudolento. La misura del Governo prevede che le compagnie telefoniche dovranno acquisire la prova del previo consenso del cliente prima di addebitare i costi di servizi in abbonamento offerti da terzi. 

Sanità, criteri più rigidi per le commissioni che nominano i primari

Come in molti altri articoli, anche quello relativo alla selezione della dirigenza medica fa riferimento a un “obiettivo Pnrr”, in questo caso ridurre i poteri discrezionali “eccessivamente ampi” nella nomina dei dirigenti ospedalieri. Per farlo il Governo detta nuove regole alle Regioni: almeno due tre componenti della commissione che devono effettuare la selezione devono essere a capo di strutture in Regioni diverse da quella interessata dalla copertura del posto. Inoltre la graduatoria dei candidati deve essere stilata “sulla base dell’analisi comparativa dei curricula, dei titoli professionali posseduti, dei volumi dell’attività svolta, dell’aderenza al profilo ricercato e degli esiti di un colloquio”. 

Il Comitato per le nomine (Antitrust, Agcom, Consob) che non piace al Pd

I dem non vedono di buon occhio la creazione di un Comitato tecnico per la selezione delle candidature delle Autorità amministrative indipendenti (Antitrust, Agcom, Consob e altre). Nello specifico il Comitato, che resterà in carica quattro anni (rinnovabili una sola volta), avrà la presidenza del Consiglio come base operativa e sarà composto da cinque membri scelti “tra personalità di indiscussa indipendenza e di chiara fama internazionale in materia di vigilanza e regolazione pubblica”.

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Le dighe (care alla Lega). Lo Stato commissaria le Regioni se le gare non partono

Si chiamano concessioni idroelettriche e la maggior parte di queste ha a che fare con le dighe. Il tema è molto sentito dalla Lega perché molte dighe si trovano nelle Regioni del Nord amministrate dal Carroccio: un “potere” importante considerato che la gestione delle gare è regionale. Il Governo vuole favorire l’assegnazione trasparente e competitiva di queste concessioni, anche eliminando o riducendo le proroghe e i rinnovi automatici. Tra l’altro sull’Italia prende una procedura d’infrazione. L’intervento precisa i poteri sostitutivi che il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile attiverà in caso di mancato avvio delle procedure di gara da parte delle Regioni e comunque in caso di mancata adozione delle leggi regionali. Ma si dà una soluzione anche a una delle contestazioni sollevate della Commissione europea: la rinegoziazione di una concessione in scadenza può essere fatta per il tempo strettamente necessario a completare le procedure di assegnazione e comunque non oltre due anni. 

Porti, le concessioni delle aree demaniali (banchine incluse) affidate con le gare

L’obiettivo è mettere fine alla discrezionalità eccessiva delle Autorità di sistema portuale sul rilascio e il rinnovo delle concessioni. Una legge del 1994 prevede che le Autorità affidino le aree demaniali, incluse le banchine all’interno dei porti, a quelle imprese che sono state autorizzate a svolgere le operazioni, ma rinvia a un decreto ministeriale la messa a punto dei criteri che riguardano tra gli altri la scelta del concessionario, la durata delle concessioni e i canoni da versare. Solo che il decreto non è mai arrivato e nel frattempo si è generata una grande incertezza. Ora il Governo stabilisce che le concessioni devono essere affidate attraverso procedure ad evidenza pubblica, quindi bandi o gare, stabilendo prima i canoni e orientando l’impianto della procedura a condizioni di concorrenza effettiva. 

La spinta alla fibra. L’obiettivo è limitare le duplicazioni degli scavi nella stessa area 

Scatta l’obbligo del coordinamento tra il gestore dell’infrastruttura e tutti gli operatori di rete nel caso in cui due o più operatori intendano posare la fibra in una stessa area. In questo caso le opere civili vanno fatte una sola volta e condividendo i costi. In generale si puta a limitare le duplicazioni degli scavi e a ridurre le tempistiche complessive.

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