Tema sempre “caldissimo” quello della busta paga, che oltre a rappresentare il “documento” ufficiale di una prestazione lavorativa (solitamente inerente ad un arco di tempo pari ad una mensilità), simboleggia un po’ l’intero contesto lavorativo per i dipendenti. Il cedolino infatti subisce delle modifiche continue, essendo per forza di cose differenti dal tipo di inquadramento, qualifica ed esperienza del singolo lavoratore, ma subiscono anche variazioni “generiche” in base alle varie “manovre” da parte dell’esecutivo.
Busta paga 2022: ecco chi ha diritto agli aumenti e agli arretrati
In generale con il ritorno ai “consumi” e con il riavvio dell’economia dopo due anni di periodo pandemico, si è assistito ad un lieve aumento su stipendi e pensioni per tutto il 2022, pari ad un importo medio del 1,7 % più elevato rispetto al 2022 così da adattarsi al nuovo sistema di perequazione. Inoltre diverse categorie di lavoratori impiegati direttamente per lo stato, precisamente tutti i dipendenti del comparto funzioni centrali. In sostanza, coloro che sono riconosciuti come impiegati statali nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici, ad esempio per Inps, Inail o Cnel.
A seguito della firma tra lo stato e queste categorie di impiegati, sono stati decisi anche gli aumenti, che sono calcolati in parte in base al già citato differente contesto di perequazione. In generale a partire dal mese di giugno sono previsti degli aumenti lordi su base mensile che vanno da 85 euro a 117 euro.
Per essere più precisi gli aumenti saranno compresi:
- da 63 a 106 euro per i lavoratori del Cnel;
- da 63 a 117 euro per i dipendenti delle funzioni centrali;
- da 63 a 194,46 euro per i lavoratori dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale.
- da 62,30 a 151,80 euro per i dipendenti pubblici dell’Enac, dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo
Sono previste per queste categorie professionali anche gli arretrati, relativi al triennio 2019-2021, che saranno erogati nella mensilità di giugno: si parla di un importo medio di 1800 euro a seconda del tipo di impiegato e dalla sua posizione lavorativa. Più precisamente gli arretrati sono calcolati da un minimo di 1300 euro a un massimo di 2500 euro.
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