Conte resta, fiducia sul Dl aiuti

Conte resta, fiducia sul Dl aiuti

Conte resta, fiducia sul Dl aiuti

Discontinuità e continuità. Giuseppe Conte, presidente del M5s, si presenta al presidente del consiglio Mario Draghi, appena tornato da Ankara dove ha partecipato al terzo vertice intergovernativo italoturco e gli intima l’ennesimo penultimatum pentastellato. «Restiamo al governo», è la premessa dopo avere fatto balenare l’idea di un appoggio esterno all’esecutivo, «ma vogliamo la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro, la conferma del Suoperbonus del 110%, che non sia messo continuamente in discussione il reddito di cittadinanza, che si introduca il salario minimo, che ci siano misure per contrastare il caro bollette». Altri interventi necessari, secondo il M5S, il sostegno ai redditi medi, la transizione ecologica, la rateizzazione delle cartelle esattoriali». Parole quelle di Conte, pronunciate nel corso dell’incontro con Draghi a palazzo Chigi subito dopo avere presieduto la riunione del consiglio nazionale del M5s che ha approvato il documento poi proposto al premier.

Draghi, dal canto suo, ha annunciato che quello di ieri è stato soltanto il primo di una serie di incontri con Conte, e attraverso fonti di palazzo Chigi ha fatto sapere che si è trattato di «un colloquio positivo e collaborativo», perché è stato confermato il sostegno del M5s al governo e molti dei temi sollevati sono in una linea di continuità con l’azione dell’esecutivo.

Draghi, in sostanza, non trema e non ha mai tremato. Tanto che il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge Aiuti all’esame della camera nella versione licenziata dalle commissioni. Nessuna proposta di modifica è stata quindi accolta dal governo. La votazione sulla fiducia avverrà oggi dalle 14,25 con le dichiarazioni di voto a partire dalle 12,40. Poi si passerà agli ordini del giorno da concludere entro la mezzanotte e lunedì 11, a partire dalle 12.30, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale, che avrà luogo lunedì 11 luglio alle 14. Entro il 16, con l’esame da parte del senato, il decreto dovrà essere convertito in legge.

Incontro privato a Milano ieri tra il sindaco Beppe Sala e il ministro degli Esteri e fondatore della nuova formazione politica Insieme per il futuro Luigi Di Maio. Nel corso del colloquio, che non si è svolto a palazzo Marino, Sala e di Maio hanno parlato della possibilità di una nuova aggregazione politica tra ex grillini, esponenti di sinistra, centristi e forzisti come Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Sala ha già ribadito più volte che la collocazione di questa nuova realtà dovrà essere nel centrosinistra.

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Resta in sella per ora il premier britannico Boris Johnson con il suo governo travolto dallo scandalo di Chris Pincher, l’esponente Tory accusato di avere molestato due uomini in un club.

Dalla compagine governativa, dopo i clamorosi abbandoni del cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e del titolare della Salute Sajid Javid, sostituiti con Nadhim Zahawi, ex ministro dell’istruzione, e Steve Barclay, si sono dimessi 30 esponenti di primo e secondo piano, ma Bojo ha deciso di resistere:

«Mi dimetterei se ci fossero circostanze nelle quali sentissi che è impossibile per il governo andare avanti per assolvere il mandato. O se sentissi che non siamo in grado di andare avanti sulla politica sull’Ucraina. Ma francamente il compito di un premier in circostanze difficili è portare avanti il mandato che gli è stato dato», ha detto il primo ministro. Ma una delegazione composta da almeno una mezza dozzina di ministri rimasti fedeli a Johnson ha annunciato l’intenzione di recarsi dal premier per chiederne le dimissioni.

I soccorritori hanno individuato e recuperato i resti di altri escursionisti coinvolti nel cedimento di un seracco della Marmolada. L’ipotesi è che si tratti dei corpi di alpinisti appartenenti alla stessa cordata. Il ritrovamento dei resti, che al momento non è stato comunicato a quante persone sono riconducibili, porterà a una riformulazione del numero dei dispersi. Le persone che al momento mancano all’appello sono cinque e sono tutti veneti. Complessivamente il bilancio provvisorio della tragedia è di nove morti. Il procuratore di Trento ha escluso la prevedibilità del crollo del seracco.

«Dobbiamo prepararci a ulteriori interruzioni delle forniture di gas, persino a un’interruzione completa della fornitura da parte della Russia». Con queste parole la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato la prossima presentazione da parte di Bruxelles di un piano di emergenza europeo:

«Oggi 12 Stati membri sono direttamente interessati da riduzioni parziali o totali della fornitura di gas. È evidente: Putin continua a usare l’energia come un’arma. Per questo la Commissione sta lavorando a un piano di emergenza europeo. Presenteremo questo piano e gli strumenti necessari entro la metà di luglio», ha concluso von der Leyen.

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E sul fronte bellico ucraino si segnala la controffensiva dell’esercito di Kiev, che ieri avrebbe inflitto perdite significative alle truppe russe nella direzione di Kramatorsk, città orientale nel Donetsk. In conseguenza della controffensiva i russi si sarebbero ritirati. L’esercito ucraino avrebbe anche respinto l’assalto delle truppe russe nei pressi di Dolyna, in direzione di Sloviansk, città dell’Ucraina orientale ritenuta dalla Federazione cruciale dopo Lysychansk e Severodonotesk.

Nuovo attacco di Mosca all’Occidente. Il ministro degli Esteri della Federazione russa, Sergej Lavrov, in visita ad Hanoi, capitale del Vietnam, ha dichiarato: «I paesi occidentali devono rendersi conto di essere responsabili della morte dei civili nelle repubbliche del Donbass e in altre parti dell’Ucraina, dove il regime di Kiev sta usando le armi fornite dall’Occidente contro i civili soprattutto a scopo intimidatorio».

Dopo il picco di oltre 130.000 casi toccato martedì. ieri i contagi di Sars-Cov 2 sono stati 107.786, ancora molti, troppi. I morti sono stati 72, e i tamponi 380.000, con un tasso di positività stabile al 28,4%. Numeri purtroppo importanti, che potrebbero preludere al ritorno, se non di restrizioni, di una rinnovata prudenza.

Non è un caso che qualcuno abbia chiesto di spostare la data dell’attesissimo concerto romano dei Maneskin al Circo Massimo da 80mila spettatori in programma il prossimo 9 luglio e sold out da mesi. Secondo Antonello Maruotti, statistico della Lumsa e studioso dei dati Covid, «se vogliamo contenere la diffusione del virus, concerti come quelli dei Maneskin al Circo Massimo andrebbero vietati, perché dove ci sono grandi assembramenti ci sono rischi di contagio». Fabrizio Pregliasco, direttore dell’ospedale Galeazzi di Milano: «Sicuramente l’allarme in questa fase sta aumentando, è una libertà che ci siamo guadagnati ma valutiamo quello che succederà a breve. E speriamo di non dover prendere decisioni drastiche».

L’assessore del Comune di Roma per Grandi eventi, Turismo, Sport e Moda, Alessandro Onorato, ha però escluso qualsiasi «ipotesi di rinvio del concerto dei Maneskin».

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È stato estradato in Italia il boss latitante della ‘ndrangheta Rocco Morabito, atterrato ieri mattina a Roma all’aeroporto di Ciampino, proveniente dal Brasile dove era stato arrestato il 25 maggio 2021 dalla polizia federale brasiliana nel corso di un’operazione congiunta con i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, supportati dal Servizio di cooperazione internazionale di polizia – progetto I-Can e dalle agenzie statunitensi Dea e Fbi. Morabito deve scontare una pena definitiva di 30 anni per reati in materia di stupefacenti.

Hashi Omar Hassan è morto per l’esplosione di una bomba piazzata sotto il sedile dell’auto. Lo riferisce Garowe Online, testata giornalistica somala. Hassan è il cittadino somalo condannato e poi assolto per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Horvatin, giornalista e fotoreporter Rai assassinati nel 1994 a Mogadiscio.

L’uomo fu condannato in secondo grado e in Cassazione perché ritenuto parte del commando che uccise Alpi e Hrovatin, impegnati in una inchiesta sul traffico di armi e rifiuti, ma successivamente fu scagionato, scarcerato dopo 16 anni e risarcito con 3 milioni di euro.

Ha ricevuto dalla sua azienda uno stipendio 330 volte superiore al dovuto, si è dimesso ed è irreperibile. È accaduto in Cile, dove un dipendente dell’azienda Consorcio Industrial de Alimentos, ha ricevuto 165.398.851 pesos (170 mila ) e non i consueti 500 mila mensili.

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