Roma, 20 lug. (askanews) – La lunga giornata di Mario Draghi si
conclude con una fiducia “tecnica” ma con un verdetto politico
definitivo sull’esperienza del governo. A palazzo Madama i sì
sono 95 e arrivano da Pd, Leu, Iv, Ipf e Iac, mentre non
partecipano al voto il M5s e il centrodestra di governo. A questo
punto il passaggio di domani mattina alla Camera appare puramente
formale: entro la giornata il presidente del Consiglio dovrebbe
salire al Colle per confermare le sue dimissioni, presentate
giovedì scorso e non accolte dal presidente della Repubblica
Sergio Mattarella.Questa mattina Draghi aveva tenuto in Aula un intervento duro,
senza fare sconti alle forze politiche, sia al Movimento 5 stelle
che, soprattutto, alla Lega. Aveva proposto un “nuovo patto
sincero e concreto”, non una “fiducia di facciata” ma piena, per
evitare che poi l’intesa “svanisca davanti ai provvedimenti
scomodi”.Le sue parole, con riferimenti a temi ‘bandiera’ come il ddl
concorrenza e il fisco (Lega) e il reddito di cittadinanza (M5s),
hanno provocato un “irrigidimento” in particolare da parte del
Carroccio. Il centrodestra, dopo una girandola di riunioni e
incontri tra Palazzo Madama e Villa Grande, ha fatto la sua
“controproposta”: un “‘nuovo patto di governo” per un esecutivo
“guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e
profondamente rinnovato”. Una formula non accettabile per il
presidente del Consiglio, che ha sempre detto di non essere
disponibile ad andare avanti senza i pentastellati.Nella sua replica il premier, scuro in volto, ha ringraziato
“tutti coloro che hanno sostentuto l’operato del governo con
lealtà, collaborazione, partecipazione” e respinto con forza
l’accusa di Giorgia Meloni, secondo cui il presidente del
Consiglio aveva chiesto “pieni poteri”. “Siete voi che decidete,
niente richieste di pieni poteri”, ha scandito nell’Aula. Draghi
ha chiesto quindi la fiducia sulla risoluzione presentata dal
senatore Pierferdinando Casini. Un atto che ha fatto cadere
l’altra risoluzione depositata, quella del centrodestra, che ha
manifestato “stupore” per la decisione, annunciando di non
partecipare al voto. Stessa decisione è stata presa dal Movimento
5 stelle, il cui leader Giuseppe Conte ha seguito la seduta dagli
uffici del gruppo al Senato. “Togliamo il disturbo ma ci saremo
sempre quando si tratterà di votare provvedimenti utili”, ha
detto la capogruppo Mariolina Castellone.Domani l’ultimo atto dell’esecutivo, poi si aprirà con tutta
probabilità la via delle elezioni anticipate. “Mi pare – ha detto
Meloni – si possa andare a votare tra due mesi. Noi siamo pronti,
mi pare che anche il centrodestra oggi sia pronto”. Anche il Pd,
che ha tentato fino all’ultimo di trovare una soluzione per
salvare l’esecutivo, si dice pronto al voto: “Gli italiani –
assicura il segretario Enrico Letta – dimostreranno nelle urne di
essere più saggi dei loro rappresentanti”.Afe
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