Ecco perchè il francobollo di seta vale così tanto: la spiegazione lascia senza parole

Ecco perchè il francobollo di seta vale così tanto: la spiegazione lascia senza parole

Concepiti a partire dalla metà del 19° secolo, i francobolli sono diventati rapidamente oltre che metodi eccellenti per favorire la corrispondenza postale ma anche particolarmente adatti ad essere collezionati. Non è un caso infatti che a pochi anni dal primo francobollo in assoluto, il Penny Black, hanno iniziato a formarsi gruppi di appassionati.

Appassionati che sono ancora molto numerosi anche in questo 21° secolo, anche perchè, nonostante la diffusione sempre maggiore di strumenti elettronici di comunicazione, la posta cartacea è ancora molto diffusa, e dove c’è posta, c’è francobollo.

Ecco perchè il francobollo di seta vale così tanto: la spiegazione lascia senza parole

Esistono tratti peculiari di un francobollo, come le dimensioni, solitamente di pochi cm, e la dentellatura, utile per separare i singoli pezzi dal foglio di produzione, ma non esiste una regola stringente che regolarizzi questi oggetti. Il francobollo di seta, realizzato ed emesso da Poste Italiane nel 2001 rappresenta un qualcosa di unico che tutt’ora divide gli appassionati di filatelia.

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Il francobusta, marchio registrato di Poste Italiane ha rappresentato una sorta di ibrido tra il francobollo e la normale busta, ed è stata creata per omaggiare la città di Como, molto nota per la produzione di seta di qualità. Di dimensioni pari a metà di quella di una busta, il francobusta poteva essere usato come come busta per spedire la corrispondenza, apponendovi il mittente e il destinatario,  ma anche come grande originale francobollo vero e proprio. Il valore originale di affrancatura era di 2,58 euro, pari a 5000 lire.

Si tratta di un esemplare piuttosto raro a causa problemi di raggiungimento del volume di stampa nei tempi previsti, è stato venduto solo nel giorno di emissione. La sua esistenza “divide” le opinioni degli appassionati, e ciò incide sul valore, tra chi lo considera un goffo tentativo ibrido di omaggiare la produzione di una città famosa come Como, mentre altri, anche per il fattore rarità, possono considerarla  una forma di emissione filatelica molto rara: un esemplare in buone condizioni può valere oltre 50 euro, ma se presenta condizioni perfette un appassionato è disposto a pagarlo anche diverse centinaia di euro.

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