ELEZIONI 2022, CRISI PATTO PD/ Lite Calenda – SI, Di Maio “Azione disgrega coalizione”

ELEZIONI 2022, CRISI PATTO PD/ Lite Calenda – SI, Di Maio “Azione disgrega coalizione”

LITE NEL CENTROSINISTRA, CORSA ELEZIONI 2022 “A RISCHIO”?

Il Centrosinistra è una polveriera: mentre la campagna elettorale entra nel vivo, a meno di due mesi dalle Elezioni 2022 la coalizione tenuta assieme dal Pd di Enrico Letta fatica a trovare i contorni chiari del “campo” anti-Centrodestra. In particolare, dopo l’accordo (faticosamente) raggiunto tra Dem e Carlo Calenda, si è aperta la frattura a sinistra che al momento non è detto che venga ricucita: l’incontro di ieri tra Letta, Fratoianni e Bonelli hanno fatto emergere possibili spiragli per chiudere nuovamente il patto, ma le frizioni continue tra il leader di Azione-PiùEuropa e i segretari di Sinistra Italiana e Verdi rischiano di far saltare il banco nuovamente. Non solo, anche la componente centrista ex M5s, quell’Impegno Civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci, rivendica spazio e non accetta i continui attacchi di Calenda. «Agenda Draghi? Non esiste. Lo ha detto Draghi stesso. Povero Calenda, deve correre in cartoleria a comprarsene un’altra. Noi intanto lavoriamo per un’Italia più giusta e più verde» è l’attacco diretto di Nicola Fratoianni contro il leader centrista all’indomani della conferenza stampa del Premier sul Dl Aiuti bis.

A stretto giro arriva la replica secca di Calenda che non accetta cambiamenti sul patto siglato con il Pd: «Direi che abbiamo raggiunto un punto di chiarezza. Mi pare del tutto evidente che c’è una scelta netta da fare per il Pd che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l’opposto. A queste condizioni per quanto ci concerne non c’è spazio per loro nella coalizione», attacca l’ex Ministro MISE mettendo “alla porta” Verdi e Sinistra Italiana. Prova a riunire i “cocci” il Ministro della Cultura Dario Franceschini, l’uomo tattico del Pd: «A Calenda e Fratoianni, fermatevi! Ci aspetta una sfida molto più grande dell’interesse dei nostri partiti: evitare che l’Italia finisca in mano a una destra sovranista e incapace. Per iniziarla e vincerla occorre rispettarci a vicenda e accettare le nostre diversità». Il federatole del “patto repubblicano” non ci sta e contesta anche la “ripresa” del Pd: «Dario, il terzismo alla volemose bene con noi non funziona. Avete firmato un patto. Nato, rigassificatori, equilibrio di bilancio, revisione rdc, agenda Draghi. Dall’altro lato c’è una dichiarazione al minuto contro tutto questo. Chiarite. Decidete. Punto». Caustico il commento di Luigi Di Maio che non accetta veti da Calenda: «Dopo essere partito dal grande centro, Calenda è diventato un gregario della coalizione di centrosinistra. Di conseguenza, capisco le sue difficoltà a spiegare, anche ai nuovi arrivati del suo partito e al suo elettorato, che alla fine si candida nel centrosinistra. Sorprende, pero’, che alla fine proprio Calenda – che si innalza a paladino dell’anti-grillismo – nelle sue dichiarazioni e nei suoi tweet sia diventato il più estremista di tutti. Sta disgregando la coalizione».

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DAI 3 PUNTI DEL M5S AI 15 PUNTI DEL CENTRODESTRA PER LE ELEZIONI 2022

Numeri alla mano, al momento per le prossime Elezioni 2022 i sondaggi dicono chiaramente che il Centrodestra trionferebbe nei collegi uninominali se il Pd rimanesse così, ovvero con Calenda e Sinistra Italiana dati per interni alla coalizione: senza Renzi e M5s, soprattutto, la quota di maggioritario (un terzo dei seggi in Parlamento) vedrebbe vittoria certa per Meloni-Salvini-Berlusconi-Lupi-Brugnaro. L’ala più radicale del Pd rivendica la ricomposizione della frattura con il Movimento 5Stelle, dove però Conte al momento “nicchia”: «L’alleanza è improbabile, in questo momento, per adesso io resto anche con il 5%», spiega Giuseppe Conte a “La Repubblica”, aggiungendo «Senza spocchia: saremo la sorpresa di queste elezioni». Secondo l’ex Premier i Dem si sono messi «in un calderone e non so cosa ne possa uscire. I nostri programmi invece sono chiari. Con tre pilastri: la giustizia sociale, dal reddito di cittadinanza al salario minimo. La transizione energetica: no termovalorizzatori. E la transizione digitale. Il voto al Pd rischia di essere sprecato. C’è un cartello che va da Gelmini a Calenda e arriva fino a Speranza e immagino Fratoianni».

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Sul fronte programma batte un colpo anche il Centrodestra che invece da tempo ha risolto le “beghe” interne alla coalizione (anche se discute ancora di come andranno suddivise le forze nelle candidature): sono in tutto 15 i punti del programma che settimana prossima verrà presentato alla nazione. «Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente. Più Italia in Europa più Europa nel Mondo», è il primo che si scorge nella bozza visionata dall’Adnkronos. Il testo è ancora suscettibile di modifiche ma contiene diversi altri spunti interessanti: UcrainaRispetto degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica, anche in merito all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa, sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione della Federazione Russa e sostegno ad ogni iniziativa diplomatica volta alla soluzione del conflitto»), pandemia Covidpromozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti – senza compressione delle libertà individuali secondo il principio del convincere per non costringere») e Ponte sullo Stretto di Messina, «Pieno utilizzo delle risorse del PNRR, colmando gli attuali ritardi di attuazione, come potenziamento della rete dell’alta velocità e ponte sullo Stretto, contro la filosofia del “No”». Federalismo, Presidenzialismo con elezione diretta del Capo dello Stato e infine anche «Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro».

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