Fda autorizza l’uso in emergenza del vaccino monodose di Johnson&Johnson


La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato l’uso in emergenza del vaccino anti-Covid monodose della Johnson&Johnson. Il presidente Joe Biden, salutando con entusiasmo il terzo farmaco approvato in Usa dopo quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna, invita gli americani a “non abbassare la guardia”: “Questa è una fantastica notizia, nonché uno sviluppo incoraggiante nei nostri sforzi per porre fine alla crisi. Non è il momento, non possiamo pensare che oramai la vittoria contro il virus sia inevitabile”. 

La Food and Drug Administration ha dato il via libera al farmaco, il terzo a ricevere l’ok negli Usa dopo Pfizer-BioNTech e Moderna. Al Paese dovrebbero essere fornite 100 milioni di dosi entro la fine di giugno: il siero ha dimostrato di avere nella sperimentazione clinica un’efficacia del 72% e l’agenzia ha osservato che è “altamente efficace nel prevenire le formi gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti”. Il via libera dell’Ema per l’Europa dovrebbe arrivare verso metà marzo.

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La Johnson&Johnson ha promesso di fornire agli Stati Uniti 100 milioni di dosi del suo vaccino entro la fine di giugno. Queste si aggiungeranno alle 600 milioni di dosi su cui si sono impegnate Pfizer-BioNTech e Moderna entro la fine di luglio: nel complesso ce ne sarebbero quindi abbastanza per coprire ogni americano adulto. Il vaccino Johnson&Johnson ha dimostrato di avere nella sperimentazione clinica negli Usa un’efficacia del 72% e la Fda ha constatato che è “altamente efficace nel prevenire le formi gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti”.

Anche l’Ema (l’Agenza Europea dei medicinali) si avvia verso l’approvazione del vaccino Johnson&Johnson, seguito da altri tre sieri. Lo ha detto il responsabile terapie e vaccini Marco Cavaleri, in un’intervista alla trasmissione Caffè Europa. Il farmaco più vicino al traguardo dell’approvazione da parte dell’Ema è quello della Johnson & Jonhson: “Lo stiamo valutando e penso che intorno a metà marzo saremo in grado di concludere. Ovviamente fermo restando che non ci siano problemi emergenti, ma sono piuttosto ottimista: sarà il prossimo”, ha detto Cavaleri.”Poi vedremo per gli altri: Novavax, Curevac, Sputnik ed eventualmente anche uno dei vaccini cinesi”, ha proseguito. Per il vaccino russo SputnikV, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di fare quello che facciamo con tutti i vaccini, ovvero che l’azienda ci sottoponga tutti i dati, che poi noi valuteremo; ovviamente poiché il sito di produzione è extra-europeo dovremo verificare che il vaccino venga prodotto secondo gli standard europei. A quel punto potremo essere in grado di concludere in aprile o maggio”.

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