First Look – Sex Education, le prime impressioni sulla terza stagione

Sesso, sesso, sesso. Parola bellissima, atto stupendo, perenne messaggio subliminale nella nostra società e da sempre, “questione” più controversa di tutta la nostra vita. Per svariati motivi. Tabù e trasgressioni, ossimoro costante, ossessione collettiva, in un modo o nell’altro. Eppure, eppure, così tante limitazioni e poca educazione scientifica e sociale. Sex Education torna per ricordarci cosa significa essere adolescenti arrapatə e doversi arrangiare a capire le cose da solə, tra prove, certezze, insicurezze e taaaanto, divertente, teen drama.

In attesa della sua venuta

Il 17 settembre è alle porte, eccolo qui, e con questa data debutterà la terza stagione di Sex Education, uno dei titoli più promettenti della piattaforma. Abbiamo passato lunghissimi mesi con uno dei cliffhanger più sofferti dei prodotti televisivi per adolescenti odierni e ci ritroviamo al liceo di Moordale pronti a continuare a sperare nella relazione che traina questa serie. “Peccato” che si cominci da capo, dopo le ultime puntate della seconda stagione. Come quando si raggiunge un climax durante un rapporto e sai che manca davvero poco all’estasi…ma poi basta. Ricomincia un altro anno, stessi personaggi, nuove consapevolezze, grandi cambiamenti, a cominciare dalla scuola. Una new entry nel cast tenterà di salvare la reputazione del liceo, distrutta dagli avvenimenti delle stagioni precedenti. Il problema è sempre il come: incasellarsi è qualcosa di giusto?

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Piaceri diversi

Sex Education parla di sesso, sì. Dell’universo attorno a esso, di orientamenti e identità di genere, di salute e igiene, di perversioni e di limiti, da superare o meno. La scena iniziale di questa terza stagione ci ricorda che l’atto in sé ci unisce, anche se eseguiamo performance diverse. Ci presenta i personaggi nel loro lato più intimo, ma anche primordiale, ridicolo, imperfetto, smascherando la rappresentazione del sesso di anni di cinema e TV, sempre così perfetta, patinata e, diciamocelo, per questo un po’ finta. Il teen drama di Netflix usa l’adolescenza dei personaggi come veicolo di messaggi importanti, a fronte di un complicatissimo rapporto col sesso un po’ ovunque, soprattutto sui banchi di scuola.

Chissà cosa sta succedendo, qui.

Continua, anche nei primi tre episodi di questa terza stagione visti in anteprima grazie a Netflix, a raccontare storie di personaggi un po’ sospesi nel tempo, Generazione Z con il cuore da millennial; lo vediamo dalle musiche scelte, iconici brani utilizzati in contesti erotico-sessuali simbolo di un’epoca. Lo percepiamo nel modo di spiegare cose che una nuova generazione ha forse già digerito da un po’. Rimangono così, a farci tifare per loro, a godere per i loro successi.

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Sì, ah

La terza serie di Sex Education sta arrivando, ah, sì. Ci arriviamo con un sacco di momenti epici, nella speranza di scene altrettanto grandi come quando la vagina era di tuttə. Sì, ah. Rideremo molto, perché il teen drama di Netflix è irriverente, divertente. Brutalmente onesto, grazie anche all’utilizzo della psicoterapia come strumento narrativo e di risoluzione dei conflitti dei personaggi. Si guarda per gli intrecci, per i triangoli, per gli orgasmi, per affezionarsi agli adolescenti arrapati di Moordale e alle loro storie diverse e stravaganti, che sembrano ricalcare cliché ma donano loro una fresca chiave di lettura. Oh, il 17 sta arrivando. O sta venendo. Accendiamo i nostri sensi. E, come ogni teen drama che si rispetti, tifiamo la nostra relazione preferita.

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