Gas, ecco il piano di emergenza del Governo: meno consumi, più trivelle e carbone

Gas, ecco il piano di emergenza del Governo: meno consumi, più trivelle e carbone

ROMA – Cosa succederebbe se la Russia riducesse drasticamente le forniture all’Italia o arrivasse a chiudere del tutto i rubinetti? Il problema sarebbe quello di far fronte all’improvvisa mancanza di forniture fino a 28-30 miliardi di metri cubi di gas, quelli che negli ultimi anni Gazprom ha garantito al nostro Paese. Il governo, che si è mosso già a partire dalle settimane che hanno preceduto l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, lavora sia a un piano di emergenza per l’immediato sia un piano di medio e lungo periodo. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

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Luca Pagni


Limiti a riscaldamento e illuminazione

Il governo lavora per ridurre in maniera strutturale i consumi di gas. In caso di interruzione delle forniture scatterebbero subito alcuni provvedimenti. Il primo riguarda la limitazione del riscaldamento in abitazioni e uffici: verrebbe imposta una temperatura massima nonché un numero di ore per l’accensione durante la giornata. Limitazioni anche per l’illuminazione pubblica sia nelle città, sia lungo la rete stradale extra urbana.

Si riaccendono le centrali a carbone

Un secondo provvedimento che può essere preso da subito è l’aumento della produzione di elettricità grazie a un maggior uso delle centrali a carbone. Sono ancora sei in attività in Italia (due in Sardegna, Venezia, Monfalcone, Civitavecchia e Brindisi): sono destinate a chiudere entro il 2025, ma possono essere utilizzate in emergenza. Gli operatori sono gstati pre-allertati e si procederà solo in caso di blocco dell’import dalla Russia: l’obiettivo è di sostituire 5 miliardi di metri cubi di gas.

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Luca Pagni


Forniture alternative via gasdotto

Negli ultimi tre mesi, il governo ha chiuso accordi per aumentare le forniture via gasdotto da paesi che sono da anni partner strategici: fino a 8-10 miliardi di metri cubi potrebbero arrivare nel giro di due inverni da Algeria, Libia e Azerbajian. Anche i produttori del Mare del Nord potrebbero garantire maggiori approvvigionamenti.

Più Gnl e nuovi rigassificatori

Ma il gas arriva anche via nave: nella forma di Gnl (Gas naturale liquefatto) va ai tre rigassificatori italiani a La Spezia, Livorno e Rovigo. La quota di importazioni potrebbe salire di altri 5 milioni, visto che gli impianti potrebbero lavorare un 20-25% di materia prima in più. Dal Qatar, uno dei maggiori paesi produttori, che spedisce il suo gas a Rovigo, ma anche da Egitto e Israele. Anche gli Stati Uniti hanno promesso almeno 30 miliardi di Gnl in più all’Europa per il prossimo inverno, di cui una parte all’Italia. Per questo il gruppo Snam ha acquistato una nave rigassificatrice da posizionare al largo di Piombino, mentre una seconda nave dovrebbe arrivare per fine anno nel porto di Ravenna.

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Luca Pagni


Tetto europeo al prezzo del gas

Cercare fonti alternative non esclude che il governo porti avanti a livello europeo la proposta di un tetto al prezzo per gli acquisti di gas. Il premier Mario Draghi prova a vincere le resistenze in nome dell’obiettivo di frenare speculazione e prezzi, fermando la spirale inflazionistica. A livello Ue si propone anche di sganciare il prezzo del gas da quello del petrolio (per i contratti che ancora lo provedono), ma anche dal Ttf, la Borsa che si trova ad Amsterdam dove si scambiano i contratti “spot”.

Nuove trivellazioni in Adriatico

Estrarre più metano dai giacimenti in Italia. Attivarne di nuovi. È uno degli assi di medio termine, nella strategia del governo. Lo strumento è il Pitesai, la mappa delle zone idonee all’estrazione di idrocarburi: aveva ridotto la produzione nazionale dal 20% del 2000 al 3-4% del 2020 e invece ora sarà rivisto, annuncia il ministro Roberto Cingolani, per poter «usare sempre più gas nazionale» e ridurre l’import. Due le direttrici possibili: aumentare le estrazioni dai giacimenti già attivi, come quelli nel basso Adriatico, e avviare nuove trivellazioni. Occhi puntati sull’alto Adriatico, dove la Croazia già sfrutta i ricchi giacimenti. Il governo farà presto le sue valutazioni, sulla base di analisi «tecniche serie e dettagliate».

Benzina, taglio alle accise

Contro la fiammata dei prezzi si annuncia un nuovo corposo pacchetto di aiuti a famiglie e imprese. Entro fine giugno un decreto rinnoverà per il terzo trimestre tutti gli sconti sulle bollette e tornerà a tagliare le accise sulla benzina. Ma allo studio ci sono «varie» altre ipotesi, a sostegno dei «più deboli». Lo sconto sulla benzina potrebbe essere aumentato, rispetto agli attuali 30 centesimi e un aiuto specifico potrebbe arrivare per la pesca. Si studia poi un taglio del cuneo fiscale fino a fine anno (almeno il raddoppio del taglio fino a 35mila euro). Servono almeno 7 miliardi, si punta a trovarne più di 10. I fondi verranno da entrate fiscali superiori al previsto e dall’extragettito Iva. E non si esclude un aumento del prelievo sugli extraprofitti, ora al 25%.

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