Governo, Conte e Salvini pronti a staccare la spina?

Governo, Conte e Salvini pronti a staccare la spina?

Finito nel peggiore dei modi nella precedente esperienza di Governo, l’asse gialloverde potrebbe tornare per creare qualche problema stavolta però a Mario Draghi.

 

Governo, Conte e Salvini staccano la spina?

Ad accendere la miccia della possibile bomba pronta ad esplodere, le recentissime elezioni amministrative che, se da un lato, hanno decretato il successo di Giorgia Meloni e Pd, dall’altro hanno messo nero su bianco che il Movimento Cinquestelle continua a mettere in fila flop e risultati a dir poco deludenti e Matteo Salvini è in calo di consensi, con la leader di Fratelli d’Italia che mette la freccia e lo sorpassa.

Risultato? Sia Conte che Salvini, in cerca di nuovi consensi, cercano il coup de théâtre e la battaglia – per ora dialettica – è ufficialmente iniziata. Ha cominciato nelle scorse ore l’ex Presidente del Consiglio, oggi Presidente del MoVimento Cinquestelle: “Molti cittadini ci hanno chiesto di uscire dal governo, il nostro elettorato sta soffrendo – ha detto – Non ci sentiamo di voltare le spalle ai cittadini, siamo responsabili ma che nessuno ci dica state zitti”.

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Tradotto: per ora il Movimento non lascerà la via della responsabilità e garantirà il suo appoggio all’esecutivo ma chiede più spazio e peso sulle questioni che hanno tenuto banco in questi mesi: dal superbonus, al reddito di cittadinanza sempre nel mirino, passando per il dossier armi sull’Ucraina.

Di Maio contro Conte

“Alle elezioni amministrative non siamo mai andati così male. Nel Movimento serve meno autoreferenzialità e più democrazia interna, poi basta alle ambiguità sulle alleanze internazionali”. Nessun riferimento esplicito a Giuseppe Conte, ma è evidente che è proprio l’ex Premier il destinatario dell’affondo di Luigi Di Maio commentando l’esito delle comunali e la situazione interna del M5S che dunque scarica l’uomo che solo pochi mesi fa aveva fortemente voluto alla guida del MoVimento.

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Ma Draghi deve guardarsi anche da Matteo Salvini che sul Corriere della Sera affonda: “Abbiamo deciso di appoggiare il governo perché era necessario non lasciare il Paese nelle mani di Pd e 5 Stelle che lo stavano sfasciando. Ora tutti quei dirigenti e militanti che credevano in Draghi e in questo governo, col perseverare degli errori di Speranza e Lamorgese, di Bianchi e Giovannini, mi chiedono di rifletterci bene. Draghi deve sapere che ci sono temi su cui non siamo disposti a transigere”.

 

Salvini, ultimatum a Draghi

Insomma, il leader della Lega non farà sconti e anzi dà anche una tempistica chiedendo una svolta entro l’estate: “Sul pratone di Pontida il 18 settembre vogliamo risposte”. Dalla riforma delle pensioni, al caro energia, sono tanti i dossier sui quali il Governo potrebbe scivolare.

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