I bagnini brindano alle dimissioni di Draghi. Transizione poca ecologica: in Italia e in via Ducale

I bagnini brindano alle dimissioni di Draghi. Transizione poca ecologica: in Italia e in via Ducale

Crisi di governo. Ancora Draghi o elezioni anticipate

Tre giorni per evitare le elezioni anticipate ad ottobre. Sono quelli che mancano a mercoledì quando Mario Draghi si presenterà alle Camere, per convincerlo che possono riprodursi «le condizioni» che hanno dato vita al suo governo e che il presidente del Consiglio ha visto venire meno dopo la non fiducia del Movimento 5 Stelle in Senato. Per convincerlo a rimanere è necessario che glielo chiedano tutti i partiti che componevano la sua maggioranza e che la ripartenza avvenga su basi chiare e convinte. Oggi appare molto difficile. Altrimenti si andrà al voto ad ottobre con il governo Draghi in carica per la normale amministrazione. Un dramma? Certo sarebbe auspicabile una soluzione della crisi, ma non sarebbe un dramma. Ci sarebbe una campagna elettorale veloce, che viceversa rischierebbe durare 9 mesi. Si consegna il paese alla destra, è l’altra obiezione. Vero. Ma non può essere questo l’argomento. In questo modo la destra vincerebbe comunque anche a maggio 2023.

Non mi associo a chi discredita in questo momento solo il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte. In questa situazione ci siamo arrivati per responsabilità di tanti. Salvini ha fatto opposizione nelle piazze per mesi, mettendo in difficoltà tutta la coalizione. Altri hanno avuto come unico obiettivo fare saltare i 5 Stelle, scissione compresa. In tanti hanno responsabilità di questa situazione.

Mario Draghi presidente del Consiglio

Crisi di Governo 2. I bagnini contenti delle dimissioni di Draghi: una vergogna

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In tanti stanno tentando di far rientrare la crisi di governo. In Italia e non solo. Mantenere Draghi nel pieno dei poteri fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2023. Soprattutto le categorie economiche chiedono un governo stabile per affrontare un autunno difficile. Tutte le categorie economiche, eccetto una: i bagnini o concessionari di spiagge che dir si voglia. Loro no. Sono contenti delle dimissioni di Draghi. Anzi auspicano che se ne vada definitivamente. Lo dice esplicitamente Mauro Vanni – presidente Confartigianato Imprese Demaniali – con “l’auspicio di un nuovo esecutivo che possa varare una riforma più equilibrata e rispettosa nei confronti di 30mila imprese italiane”. Più equilibrata per Vanni significa mantenere i privilegi e non andare a bando. Più precisamente chiede il “riconoscimento del valore dell’impresa e legittimo affidamento, cioè un periodo congruo di proroga delle attuali concessioni”. Tutto quello che è stato bocciato da decine di sentenze, non ultime quelle del Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria. Sono proprio senza vergogna. Per fortuna non tutti i bagnini la pensano come Vanni. C’è chi ha voglia di investire di guardare avanti e di vincere la competizione.

Mauro Vanni con Matteo Salvini

Transizione ecologica, meno uso della macchina

In tanti auspicano un uso minore dell’auto a favore del trasporto pubblico o di mezzi a minor impatto ambientale ad iniziare dalle biciclette. Ad oggi in Italia di incentivi ve ne sono pochi, a parte il bonus rottamazione per l’acquisto di bici elettriche di qualche anno fa. Tanti invece gli appelli, talvolta anche pedanti e poco costruttivi. Oppure soluzioni inutili e pericolose come i monopattini elettrici. In Germania e in Spagna hanno deciso ben altre politiche. In Spagna il governo Sanchez ha stabilito che per tre mesi i treni fino alle medie distanze saranno gratis (e sono la maggior parte). Il provvedimento serve come incentivo a non prendere la macchina, quindi risparmio per i cittadini, risparmio energetico e lotta all’inquinamento. In Germania, biglietto unico a 9 euro (al mese) per treni, tram e bus. dal primo giugno e fino alla fine di agosto. Con questo abbonamento si può viaggiare sui treni locali, regionali, autobus e tram su tutto il territorio. Nulla di tutto questo in Italia. Tanti bonus ma nessuna agevolazione con questo impatto in Italia.

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Via Ducale. Il Comune deve trovare una soluzione

Via Ducale non è sicuramente un esempio di riqualificazione del centro storico di Rimini. La chiusura del Ponte di Tiberio senza la realizzazione di un’alternativa sta scaricando, gli ovvi problemi di traffico, sul quartiere Clodio e via Ducale in particolare. Stridente è l’enorme differenza tra il ponte di Tiberio lato San Giuliano e il ponte di Tiberio lato Corso d’Augusto. Da una parte isola pedonale e riqualificazione urbana. dall’altra traffico caotico, rotatoria e un quartiere del centro storico usato come circonvallazione. Una soluzione va trovata. D’altra parte, il Comune di Rimini ha sempre ritenuto la soluzione attuale come provvisoria. Ora è il momento di una soluzione definitiva. che escluda via Ducale dall’attraversamento. Non è solo un problema estetico, ma soprattutto ambientale e di salute di chi ci abita. Un’indagine di Arpae di ottobre e novembre 2021 ha evidenziato il superamento dei limiti  di inquinamento acustico e consigliato la riduzione del “numero di veicoli in transito a circa la metà”. Non è difficile pensare che un controllo dell’inquinamento da polveri sottili (Pm10) possa ugualmente superare i limiti di legge. Il Nuovo Comitato che si è costituito è intenzionato a procedere anche per vie legali. E’ auspicabile un intervento risolutivo da parte del Comune.

Via Ducale piena di traffico

 

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