Il bonus automatico da 200 euro non sarà così automatico

Il bonus automatico da 200 euro non sarà così automatico

Il bonus 200 euro potrebbe essere meno automatico del previsto. Il contributo una tantum introdotto dal governo nel decreto Aiuti per aiutare circa 31 milioni di italiani a sostenere l’aumento dei costi dato dall’attuale inflazione è in teoria pensato per essere riconosciuto in modo automatico per la maggior parte delle categorie coinvolte. Tuttavia, come ha fatto notare la Fondazione studi consulenti del lavoro, è necessario un chiarimento da parte del governo per quanto riguarda i lavoratori dipendenti con all’interno del proprio nucleo famigliare qualcuno che percepisce il reddito o la pensione di cittadinanza, due categorie per cui il bonus dovrebbe essere erogato automaticamente dall’Inps.

Secondo quanto si legge nel decreto Aiuti, i lavoratori dipendenti dovrebbero ricevere i 200 euro dal proprio datore di lavoro nella busta paga di luglio. Però, i lavoratori dipendenti con all’interno del proprio nucleo famigliare qualcuno che percepisce il reddito o la pensione di cittadinanza percepirebbero l’indennità da 200 euro due volte, una dal datore di lavoro e una dall’Inps, il che non è previsto.

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L’articolo 31 del decreto specifica infatti che “l’indennità è riconosciuta in via automatica dal datore di lavoro nel cedolino di luglio previa dichiarazione del lavoratore di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18”, che fanno, per l’appunto, riferimento a reddito e pensione di cittadinanza. Il lavoratore dipendente che ha diritto ai 200 euro, per ottenerli, dovrà quindi presentare una dichiarazione al proprio titolare dove conferma di non aver già ricevuto il bonus.

Il governo non ha però ancora fornito indicazioni chiari su questo moduli. Non ci sono informazioni precise né sui tempi con cui verrà trasmessa e compilata questa autodichiarazione, né sulle modalità di ricevimento e invio da parte dei datori di lavoro, né su chi di fatto riceverà i moduli compilati e dovrà controllare che non vi siano incongruenze. Nel proprio approfondimento, la Fondazione studi consulenti del lavoro ha predisposto un esempio di modulo di autodichiarazione di cui potrebbero servirsi le imprese, ma di fatto mancano informazioni ufficiali. 

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