Il M5S ha deciso di non votare, con uscita dall’Aula, domani al Senato sulla questione di fiducia posta dal governo sul dl aiuti. Le indiscrezioni che erano emerse dopo il Consiglio nazionale del Movimento sono diventate effettive con l’annuncio del leader Giuseppe Conte nel discorso ai gruppi parlamentari: «La settimana scorsa abbiamo portato a Draghi un documento politico, cercando di interpretare le sensibilità, le posizioni e i sentimenti dell’ultimo iscritto. È un documento in nove punti, che non abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come un elenco di rivendicazioni arroganti ma come un contributo serio, responsabile rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo. È un documento che interpreta questo momento drammatico per famiglie e imprese. E alla luce di questa crisi dobbiamo lavorare e vivere la nostra esperienza politica».
Poi Conte continua: «La responsabilità sarebbe nel tacere di non vedere l’emergenza in atto o di denunciare, nell’adoperarsi perché vengano messe in campo misure forti, vigorose, strutturali? La politica non nascondersi nelle difficoltà. La realtà ci consegna uno scenario cambiato, chiediamo alla politica di prenderne atto e di entrare in una fase di governo differente. Abbiamo preteso un cambio di passo al governo nell’interesse dei cittadini: dopo il nostro documento, Draghi ha convocato a Palazzo Chigi un tavolo sociale per affronare alcune delle questioni più urgenti che abbiamo indicato in quel documento: precariato, salario minimo, un piano straordinario di sostegni a famiglie e imprese. E ha annunciato un corposo decreto che vedrà la luce a fine luglio. È uno snodo che ammette ciò che il M5S dice da tempo: gli aiuti fino a qui stanziati, circa 33 miliardi, sono insufficienti».
Sul reddito di cittadinanza Conte è durissimo: «Qualcuno vuole smantellarlo, ma come abbiamo detto a Draghi, noi non lo permetteremo». Poi sulla crisi di governo e il Dl Aiuti: «Abbiamo parlato con Draghi ma non ci accontentiamo di dichiarazioni. Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare un nostro contributo costruttivo a questo governo e al premier Draghi ma non siamo però disponibili, non per arroganza ma per sensibilità verso famiglie e imprese, a dare una cambiale in bianco. Invito tutte le forze politiche a maneggiare con cura il concetto di responsabilità: chi si straccia le vesti e lancia strali, attribuendo giudizi di responsabilità a destra e a manca deve guardare nel suo cortile e deve interrogarsi se sono stati loro responsabili di questa situazione. Con le medesime lineari, coerenti, motivazioni di quanto fatto alla Camera, domani non parteciperemo al voto».
Lega: senza M5S la maggioranza non c’è più
«Se i 5Stelle escono dall’Aula, la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani». Così fonti della Lega. Tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi c’è stata in serata una telefonata per commentare la situazione politica e ribadire «piena sintonia». Così riferisce una nota della Lega, aggiungendo che i due leader si risentiranno domani. «A maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni».
«Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime,
rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo “dei migliori” è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!». Lo dichiara Giorgia Meloni, leader di Fdi.
LA GIORNATA
Alla vigilia della fiducia sul decreto Aiuti al Senato la tensione sul governo è aumentata e oggi sono state evocate le elezioni anticipate. A lanciare il monito contro i 5 Stelle, rei di essersi astenuti alla Camera dal voto sul dl Aiuti è il leader della Lega Matteo Salvini. «Non saremo noi a cercare pseudo responsabili in Parlamento. Meglio far votare gli italiani che far passare loro 9 mesi sulle montagne russe», ha detto Salvini stamattina commentando la possibilità di andare ad elezioni nel caso il Movimento 5 stelle non votasse l’approvazione del Dl Aiuti, domani al Senato. «Ovviamente la Lega non si augura crisi o perdite di tempo, sono altri che stanno facendo e disfando, sicuramente non si può andare avanti così», hanno poi ribadito fonti della Lega.
I grillini oggi hanno tenuto una riunione fiume (5 ore) per decidere cosa fare domani in Senato: se uscire dall’Aula al momento del voto oppure no. Sembra prevalere il primo scenario: quello peggiore per il governo, cioè il non voto.
M5S, l’irritazione di Enrico Letta: se il governo cade si vota
Ma nel pomeriggio anche il segretario del Pd Enrico Letta è apparso piuttosto seccato e disapprova questa crisi che il Movimento sta aprendo con la scelta di uscire dall’Aula domani al momento del voto. Perciò Letta cerca di riportare l’alleato nell’alveo della responsabilità: «Lo dico con forza a chi pone questioni e chiede una svolta. Noi la svolta la abbiamo vista ieri, con la possibilità che nei prossimi 9 mesi il governo risponda con risposte particolarmente efficaci. Non è il momento di frenare, ma di accelerare, non di parcheggiare la macchina ai box». Queste le parole di Letta all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari Dem in corso nella sala della Regina a Montecitorio. Quando Letta parla della svolta che c’è stata ieri si riferisce ai provvedimenti annunciati dal governo su lavoro, fisco e salario minimo. Anche Letta evoca lo spettro delle elezioni anticipate: «Quando abbiamo detto “Il governo deve andare avanti e noi lo sosteniamo fino alla fine delle legislatura” non lo abbiamo detto solo noi. Ieri ho visto Salvini e Berlusconi: lo diciamo sommessamente, non è che se per ripicca M5s fa cadere il governo non si va al voto. È nelle cose, lo hanno detto Salvini e Berlusconi. Il governo ha bisogno di una maggioranza, e lo diciamo a tutte le forze politiche».
C’è bisogno di continuità e stabilità di Governo per attuare l’agenda sociale presentata ieri da Draghi. Il Paese ha bisogno di misure per lavoro, welfare, imprese. Certo non di una crisi che porti ad elezioni anticipate. Responsabilità deve essere la parola chiave. pic.twitter.com/rliZHrUn3K
— valeria fedeli (@valeriafedeli) July 13, 2022
L’avvertimento ai grillini: se non votate il Decreto Aiuti il governo salta
Salvini questa mattina aveva mandato un avvertimento chiaro ai grillini: «Se una forza di maggioranza non vota un decreto di maggioranza, fine, mi sembra evidente, si va a votare». E poi ha aggiunto: «Se i 5 Stelle fanno quello che ritengono di fare mi sembra che la strada sia segnata, lasciamo perdere altre cose strane, per favore, anche perchè governare con il Pd non è un esercizio facile». Le dichiarazioni di Salvini sono piombate nel bel mezzo del conclave grillino che sta decidendo cosa fare domani in Senato.
«Il dibattito è il sale della democrazia, ma in questo momento particolare c’è bisogno di un governo per prendere decisioni strategiche. Io spero che non ci siano motivi perché questo governo cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso». Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia uscendo da Palazzo Chigi. «Noi della Lega abbiamo un ruolo e possiamo giocarcelo fino in fondo, abbiamo le nostre istanze a partire dall’autonomia. Se si può andare avanti anche senza M5s? Giro la domanda al presidente Mattarella che, come prevede la Costituzione, sentirà le forze politiche, vedrà i numeri e deciderà», aggiunge.
Alla conferenza stampa di presentazione del dipartimento della protezione civile della Lega, in corso alla Camera, il numero uno del Carraccio ha messo dei paletti riguardo alla permanenza del suo partito all’interno dell’esecutivo «Noi – ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti in sala – non siamo disposti a restare in un esecutivo senza il M5s». E ha aggiunto: «Altre robe strane le lasciamo perdere, anche perché governare con il Pd non è esercizio facile». Non la pensa così invece Silvio Berlusconi che apre all’ipotesi che il governo possa continuare anche senza Movimento 5 stelle. «Non sta a me naturalmente valutare le parole del presidente Draghi. Sono scelte che spettano solo a lui. Per quanto ci riguarda posso dire che i numeri consentono di continuare a governare in ogni caso. E che ovviamente questa è l’ultima volta che parteciperemo a un governo con i Cinquestelle», ha detto Berlusconi, in un’intervista a La Stampa. «Se i Cinquestelle sono ancora nel perimetro della maggioranza si comportino di conseguenza. Se non lo sono più, lo dicano chiaramente», ha ammonito il Cav.
Per Salvini: «Se il governo fa le cose va avanti, se dobbiamo passare mesi con ripicche, cessioni e contro-cessioni no, parliamo di lavoro, cartelle esattoriali e sicurezza». Poi il riferimento alle parole pronunciate del presidente del Consiglio durante la conferenza di ieri: «lo stesso Draghi ha detto che non Governa senza 5 stelle e io prendo per buone le parole del premier».
Salvini e lo scostamento di bilancio
«Lo scostamento di bilancio – termine tecnico, servono soldi – non è un ghiribizzo. Perchè tu il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale, il bonus energia, il bonus benzina, il 110%, tu le finanzi se hai i soldi. “A gratis” non fai niente e io non penso che a Bruxelles nessuno si offenda se l’Italia difende le sue imprese, anche perché tedeschi e francesi lo fanno». Il leader della Lega, Matteo Salvini, torna così, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio sul tema di un nuovo indebitamento, opzione attualmente esclusa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi.
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