Il Patto di Calenda disegna già le alleanze: Letta sì, i rosso – verdi no, e Conte neanche per sogno

Il Patto di Calenda disegna già le alleanze: Letta sì, i rosso – verdi no, e Conte neanche per sogno

di Livia Paccarié

“Azione è nata con l’obiettivo di cancellare politicamente i 5 stelle, quindi no a chi ha fatto cadere Draghi e non condivide questo programma“. Ha detto così Carlo Calenda presentando il Patto repubblicano di Azione e +Europa. Il sottotitolo è “Appello ai politici e ai cittadini per la ricostruzione dell’Italia” e in modo nemmeno troppo velato fa capire subito a quali politici (e cittadini) è rivolto. Il Patto, ha assicurato il leader di Azione, “contiene tutti i punti su cui Lega e 5 stelle hanno fatto cadere Draghi”. L’alleanza quindi, in modo esplicito, esclude “le destre” e il Movimento Cinque Stelle, dicendo no a tutte le misure che portano la bandiera del Movimento, ma mentre strizza l’occhio al Pd – “ad Enrico Letta gli vogliamo bene, è una persona seria e siamo disponibili a discutere con tutti sulle cose da fare” ha detto Calenda – tende a escludere anche un pezzo di sinistra, la sinistra più radicale. Il riferimento è al segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e al coportavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che tra l’altro Calenda ha già definito “frattaglie a sinistra” con cui non ci si può alleare, soprattutto a causa di temi divisivi come rigassificatori, inceneritori e energia nucleare.

“Non so se Bonelli e Fratoianni nel frattempo vogliano i termovalorizzatori ma so che sono quelli che stanno dicendo che l’agenda Conte era meglio dell’agenda Draghi, ma questi sono fatti che riguardano il Pd non noi”, ha detto Calenda alla presentazione del Patto. Letta infatti corteggia anche il verde Luigi Bonelli e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. Ma qui le cose si complicano: “Col Pd abbiamo un’interlocuzione che va avanti da tempo – dice Fratoianni –  Su molte questioni abbiamo elementi di convergenza con i 5S. Non serve costruire una proposta per l’Italia attorno a una fantomatica agenda Draghi di cui fatico a riconoscere persino i contorni, non so cosa sia come terreno di costruzione di una proposta politica”.

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Nel manifesto di Azione e +Europa ci sono 14 punti, che hanno catturato l’attenzione anche di Mariastella Gelmini, appena uscita da Forza Italia. “Ho letto il manifesto di Azione_it. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, PNRR, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l’agenda Draghi ed è quello che serve all’Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci”, ha scritto su Twitter. In effetti sono questi i temi principali cui girano intorno i 14 punti (1. Posizionamento internazionale dell’Italia, 2. Politiche di bilanci, 3. Infrastrutture, energia e ambiente, 4. Fisco, 5. Lavoro, 6. Diritti, cittadinanza e immigrazione, 7. Politica industriale, concorrenza e “mano pubblica”, 8. Giustizia, 9. Istruzione e ricerca, 10. Sanità, 11. Le politiche per il Mezzogiorno, 12. Attuazione del PNRR, 13. Assetto istituzionale dello Stato, 14. Ripristinare un cursus honorum per i membri di governo).

Nel secondo punto del Patto si parla di reddito di cittadinanza e superbonus. “Il reddito di cittadinanza andrà rivisto prevedendo: un ruolo centrale delle agenzie private nella formazione e collocamento e la perdita del beneficio al primo rifiuto di un lavoro o per la mancata partecipazione ai progetti di utilità sociale e alle iniziative formative”, si legge. “Il bonus 110% dovrà essere sostituito con politiche mirate di efficientamento energetico, parametrate anche al reddito del percettore”. Nel terzo si trova la base del sostegno di Calenda al termovalorizzatore di Roma, che per lui rappresenta “una questione di sicurezza nazionale”. All’Italia “servono 11 termovalorizzatori e 2 rigassificatori”, ha detto, “vanno fatti e se è necessario le aree vanno poste come se fossero militari”. Nel Patto si legge: “Non possiamo permetterci più alcun ritardo nella realizzazione delle infrastrutture energetiche e di trasporto. Occorre procedere alla costruzione di due rigassificatori con procedure straordinarie, e i cantieri energetici strategici vanno presidiati costantemente per garantirne la sicurezza, la piena operatività e la spedita implementazione. Vanno sbloccati i progetti per la produzione di energia pulita eolica e fotovoltaica che sono bloccati per l’opposizione di soprintendenze e regioni”. Un discorso legato anche alla situazione in Ucraina. “L’indipendenza dal gas russo è diventata una questione di sicurezza nazionale e come tale andrà affrontata. Il gas rimarrà una fonte di energia indispensabile finché non si troverà un modo di stoccare le grandi quantità di energia prodotte dalle rinnovabili”, scrivono Azione e +Europa. “Per il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nella produzione elettrica andrà riconsiderato, senza pregiudizi e sulla base di analisi costi-benefici, l’uso di centrali nucleari”.

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Sull’immigrazione il manifesto chiede di “superare l’assurda e falsa opposizione” tra “porti aperti” e “porti chiusi”. L’Italia “ha bisogno di immigrati capaci di integrarsi e diventare a pieno titolo cittadini italiani, per questo proponiamo l’attivazione di quote di ingresso e l’istituzione di un’agenzia nazionale per l’integrazione di immigrati e rifugiati. Ciò non vuol dire, come nella caricatura delle posizioni ad opera dei sovranisti populisti, essere a favore di un’immigrazione incontrollata. Occorre combattere l’illegalità prevedendo canali regolari di ingresso nel nostro paese per motivi di lavoro e promuovendo la regolarizzazione su base individuale a determinate condizioni, quali la disponibilità di un datore di lavoro ad assumere. È necessario riformare la legge sulla cittadinanza nel senso previsto dal dl sullo Ius Scholae e promuovere a livello europeo la condivisione dell’accoglienza per i rifugiati con un sistema di redistribuzione obbligatoria che superi il Regolamento di Dublino”.

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Calenda pensa già a vincere, in un fronte compatto per sconfiggere le destre, pronte a esplodere. “Su una base comune di valori e programmi, riassumibili nell’agenda Draghi, è possibile costruire con il Pd un’alleanza elettorale di un fronte largo per battere le destre. E, se vinciamo, indichiamo Draghi premier. Ma vanno chiarite prima alcune cose”. Le “cose” riguardano quei “principi di governo”, ma andrebbero “ci vuole rispetto reciproco nella differenza”, dice Calenda. L’alleanza “dovrebbe essere un polo europeista e democratico con un’area liberal e una socialdemocratica. Non un listone unico”. Il leader di Azione dice che “non ci sono veti, ma la necessità di chiarezza”. Resta da capire la linea di Italia Viva, per ora a margine di una eventuale coalizione.

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