Il Questore Vito Montaruli lascia l’incarico

Il Questore Vito Montaruli lascia l’incarico

Il Questore Vito Montaruli lascia l'incarico

TREVISO – “La settimana prossima cessa il mio incarico di Questore di questa bellissima provincia di Treviso”. Lo ha detto poco fa il Questore Vito Montaruli.

“Non è il caso di fare bilanci, anche se fondati su numeri o statistiche consolidate; mi limiterò a salutare questa città, questa provincia, e i suoi cittadini, con l’idea che se oggi Treviso è tra le città più sicure in Italia, ciò è dovuto anche al prezioso ed instancabile contributo della Polizia di Stato“.

COVID 19

E spiega: ” Il punto da cui intendo partire, e non potrebbe essere diversamente, è sottolineare l’impegno profuso durante la nota pandemia da Covid-19 che, a differenza di altri settori e di attività, ha visto costantemente in prima linea gli uomini e le donne della Polizia di Stato, così come il personale di tutte le altre Forze di polizia. Un particolare ringraziamento va agli operatori delle Volanti, del Commissariato di P.S. di Conegliano e a tutto il personale che ha svolto servizi esterni ed interni durante la pandemia, rischiando il contagio.

Il controllo del territorio è stato, pertanto, sempre al centro dell’attività svolta dalla Questura di Treviso, ed è stato garantito sia con i servizi ordinari dalle Volanti della Questura e del Commissariato di Conegliano sia con l’esecuzione di servizi straordinari, con l’ausilio pressoché costante del Reparto Prevenzione Crimine di Padova; gli operatori di polizia coinvolti si sono dovuti misurare anche con attività “nuove” rispetto al passato, quali quelle volte al controllo del rispetto del divieto di spostamento delle persone e di quelle tese ad impedire gli assembramenti, identificando numerosi soggetti (si è passati dai 17.139 del 2019 a circa 25.000 previsti sino alla fine del 2022).

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Sotto il profilo dell’ordine pubblico ricordo, sempre con riferimento alla crisi pandemica, che sono state adottate misure di quarantena di intere comunità; mi riferisco a quelle dei centri di accoglienza, in particolare dell’ex caserma Serena, su una comunità di più di 300 persone, il gruppo più consistente sino a quel momento sul territorio nazionale interessato alla misura, con l’efficace programmazione di servizi di ordine e sicurezza pubblica da effettuare senza soluzione di continuità e per un lasso di tempo significativo. Le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria hanno determinato forti reazioni in alcuni settori dell’opinione pubblica, che si sono trasfuse in manifestazioni di gruppi contrari alla campagna vaccinale e all’uso dei dispositivi di protezione e, da ultimo, allo strumento della cd. “certificazione verde”.

A tal fine, sono stati assicurati complessi servizi di ordine pubblico soprattutto allorché, in due occasioni, è stato imposto il divieto di manifestare a Vittorio Veneto. Sempre sotto il profilo preventivo ringrazio gli operatori della Divisione Polizia anticrimine, della Divisione di Polizia amministrativa e dall’Ufficio immigrazione, per l’importante attività svolta.

FOGLI DI VIA

Basti ricordare i numerosi fogli di via obbligatori, avvisi orali e DASPO istruiti dalla Divisione polizia anticrimine, così come le varie proposte di sorveglianza speciale. Nel dettaglio, si è passati dai 61 provvedimenti di divieto di ritorno in uno o più Comuni o fogli di via obbligatori per la durata massima di tre anni del 2018, ai 139 del 2019, 112 del 2020, 143 del 2021; nel primo semestre di quest’anno sono stati emessi già 105 fogli di via obbligatori. Analogamente per gli avvisi orali, si è passati dai 47 del 2018 ai 61 del 2021. Sono, infine, aumentate le proposte di sorveglianza speciale di P.S.

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Allo stesso modo, la Divisione di Polizia Amministrativa si è distinta per la continua attività di controllo degli esercizi pubblici, sfociata nell’adozione di diversi provvedimenti di cui all’art. 100 T.U.L.P.S. (ben 5 dall’inizio del 2022)) atto di una certa gravità ma indispensabile per la tutela, oltre che della sicurezza pubblica, anche della stessa regolare attività dei locali. L’impegno è stato costante anche per quanto attiene al rilascio dei passaporti che, come noto, con la riapertura post-pandemia, ha richiesto un eccezionale sforzo da parte degli operatori impegnati in questo delicato settore.

Basti pensare che, nel primo semestre del 2021 sono stati rilasciati dalla Questura di Treviso 6.375 passaporti, contro i circa 13.000 rilasciati nel semestre in corso e che è stato attivato presso il Comune di Castelfranco Veneto lo sportello relativo al rilascio dei passaporti. Non ha bisogno di commento l’attività dell’Ufficio immigrazione, uno dei cardini storici della Questura di Treviso, che oltre ad istruire le pratiche dei richiedenti asilo e dei titoli di soggiorno, ha trattato diversi casi di accompagnamento alla frontiera e presso i C.P.R. nonché di numerose espulsioni dal nostro Paese.

Notevole è l’impegno profuso nella gestione dei flussi di profughi ucraini verso questa provincia, in collaborazione con il Commissariato di Conegliano. Sul versante repressivo, ringrazio gli investigatori della Squadra Mobile, che si sono distinti per aver risolto in tempi rapidi diversi casi che hanno destato grande preoccupazione nell’opinione pubblica, anche perché purtroppo in due occasioni si è fatto ricorso all’uso delle armi; in particolare, tutti ricorderanno i due colpi di arma da fuoco esplosi all’ingresso di un condominio di Via Albona in direzione di una coppia di dominicani e quelli esplosi dal tetto di un’abitazione sita nel tranquillo quartiere di Borgo Cavour: in entrambi i casi i responsabili sono stati assicurati alla giustizia.

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Si ricordano, inoltre, le operazioni che hanno portato al sequestro preventivo di un immobile nei confronti di persone presunte responsabili di sfruttamento del lavoro e caporalato, quelle relative all’indebita percezione del reddito di cittadinanza mediante false attestazioni documentali, quelle eseguite in materia di finte o false vaccinazioni contro il Covid-19, che, ricorso, è stata la prima indagine in Italia in questo settore, e per finire, citando soltanto le attività più significative, le catture di due pericolosi latitanti albanesi, nonché quella del presunto responsabile di rapina e di un furto con strappo ai danni di due anziani nel quartiere di Santa Bona, nonché di due “spaccate” ai danni di esercizi commerciali ed infine di un altro giovane che, in maniera seriale, sempre con la tecnica delle “spaccate”, ha derubato diverse attività del centro storico di Treviso, creando allarme nella cittadinanza. Ringrazio tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato nonché il personale dell’Amministrazione civile dell’Interno con cui ho avuto il privilegio di lavorare in questi 3 anni. Ringrazio, infine, tutte le Istituzioni del territorio, in particolare, il Comune di Treviso, il Prefetto, le altre forze di Polizia, la Provincia di Treviso e la Regione Veneto”.

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