il ritiro del quantitative easing è in agenda, Europa non è in recessione- Corriere.it

il ritiro del quantitative easing è in agenda, Europa non è in recessione- Corriere.it

L’economia europea non in recessione. Lo ha detto a presidente della Bce, Christine Lagarde, durante il suo intervento al meeting dell’Institute of International Finance di Washington. In Europa ci sono molte difficolt — ha detto —, ma ci sono anche delle buone notizie. In primo luogo l’economia dell’area euro non in recessione e anche negli ultimi due trimestri ha prodotti numeri positivi di crescita, sebbene in chiaro rallentamento, mentre negli Usa si avuta una contrazione. Inoltre il tasso di disoccupazione ai minimi e il tasso di partecipazione al lavoro tornato ai livelli pre-Covid.

Politica monetaria e fiscale

Lagarde ha poi invocato la collaborazione della politica di bilancio, le cui misure dopo gli aiuti a pioggia della pandemia ora devono concentrarsi sui pi vulnerabili. Ha poi spiegato che non avere un’unione fiscale, un’unione dei mercati e un’unione bancaria completa non confortante, ma questo non ci impedisce di fare quello che dobbiamo fare, ovvero impegnarci per rispettare il nostro mandato di stabilit dei prezzi. La soluzione per la presidente chiara: Le banche centrali devono collaborare, aggiungendo che fra i banchieri degli Stati membri serve maggiore cooperazione per capire quali possono essere i contraccolpi e le conseguenze delle decisioni di politica monetaria, perch i mercati sono molto integrati.

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Addio al quantitative easing?

Durante il suo intervento la presidente Lagarde ha annunciato anche che la Banca centrale europea ha iniziato una discussione in merito al quantitative tightening, per cui si intende il ritiro degli acquisti di bond che condurr alla riduzione del portafoglio di titoli della banca centrale. Il programma stato fermato per quanto riguarda gli acquisti netti — ha ricordato Lagarde — e la discussione su quando dovrebbe essere ritirato, a che ritmo e con quale orizzonte temporale iniziata e continuer. Ci significherebbe rinunciare al quantitative easing, uno strumento di politica monetaria non convenzionale a cui la Bce ma anche le banche centrali nazionali ricorrono per stimolare la crescita economica, produttiva, occupazionale, sostenere il debito pubblico e contenere l’inflazione. Consiste nel creare nuovo denaro, iniettarlo nel sistema finanziario ed economico per l’acquisto di titoli e accrescere cos la fiducia degli operatori di mercato attraverso la promozione di liquidit e prestiti. Nonostante l’assenza attuale di “nuovi” acquisti, la Bce intende continuare a reinvestire i bond che ha in portafoglio (mantenendolo invariato) fino a tutto il 2024, cio per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento e in ogni caso, finch sar necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidit e un orientamento adeguato di politica monetaria, ha ribadito Lagarde. Una posizione che diversi governatori stanno attaccando, favorendo un’uscita anticipata, di fronte all’inflazione ormai prossima al 10%.

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La politica monetaria della Fed

Diversi economisti stanno mettendo sotto accusa la politica monetaria della Fed, che costringendo le altre grandi banche centrali a stare al passo col rialzo dei tassi rischia di esacerbare difficolt nel sostenere la crescita e nel tenere a bada il debito. Da un lato la Bce ha portato i tassi nell’eurozona all’1,25%, dall’altro negli Usa la Fed li ha gi alzati nella forbice compresa fra il 3 e il 3,25% e ha segnalato la propria intenzione di procedere con decisione sulla strada dei rialzi per frenare l’inflazione, anche a costo di provocare un deciso rallentamento dell’economia. A fronte delle molte minacce che il mondo si trova a dover fronteggiare, dall’invasione dell’Ucraina alla crisi energetica, Lagarde ha sottolineato anche l’importanza di una stretta cooperazione fra politica monetaria e politica fiscale.

Borse in calo, Milano la peggiore

Le sue parole sono state apprezzate dalle Borse europee, che a seguito dell’intervento, hanno chiuso riducendo il calo: l’indice d’area Stoxx 600 cede l’1,55%. Vendite su Londra (-0,90%), con la situazione politica interna ed il Pil in calo, Milano (-1,27%), Parigi (-0,25%) e Francoforte (-0,37%) e Madrid (-1,30%). A Piazza Affari stop and go per Mps. Il titolo sospeso in asta di volatilit con un rialzo teorico del 14,9%.

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