“Il tuo Bancomat sta scadendo!”: ecco l’avviso che spaventa tutti

“Il tuo Bancomat sta scadendo!”: ecco l’avviso che spaventa tutti

La tecnologia Bancomat è considerabile pionieristica nell’ambito dei pagamenti digitali, ma ancora oggi risulta tra le più diffuse ed utilizzate nel nostro paese: il termine è nato nei primi anni 80 quando fu implementata questa forma di strumento elettronico.

Il circuito è nato ufficialmente nel 1983, utilizzabile inizialmente solo per effettuare prelievi presso le banche “compatibili”, ma già tre anni dopo è stato reso possibile pagare attraverso la tessera presso gli esercenti dotati di POS di pagamento. Con il passare degli anni la moneta elettronica ha trovato nuovi sbocchi grazie alle carte prepagate, ed anche Bancomat ha ampliato la propria “influenza”, adattandosi tecnologicamente, con l’arrivo del chip e in tempi ancora più recenti, anche di tecnologia contactless.

“Il tuo Bancomat sta scadendo!”: ecco l’avviso che spaventa tutti

Il Bancomat, inteso come tessera di pagamento, ha una scadenza stabilita già al momento dell’emissione, solitamente di 5 anni. In quasi tutti i casi a distanza di alcune settimane (ma alcune banche potrebbero decidere di farlo anche prima) l’istituto di credito invia una notifica alla propria utenza per avvisare la scadenza oramai prossima del proprio strumento di pagamento, invitando alla sostituizione.

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Questa può avvenire sia in loco, presso una qualsiasi filiale, ma sempre più spesso è la banca che da l’ok per l’invio della nuova tessera, che andrà poi attivata quando sarà recapitata al cliente. Il Bancomat scaduto resta comunque attivo fino all’ultimo giorno del mese di scadenza riportato, quindi se questo risulta essere 6/22 significa che fino all’ultimo giorno di giugno 2022 sarà completamente operativo.

In precedenza l’attivazione del nuovo bancomat non era gestito in maniera così automatizzata, e le tessere dovevano essere disabilitate, e rese inutilizzabili, solitamente tagliandole a metà con le forbici, procedura che ad oggi risulta essere perlopiù facoltativa.

Discorso differente se l’utente riceve un sms “sospetto” con un link al suo interno: questa può essere considerata una forma di phishing, ossia una truffa telematica molto diffusa che invita l’utente ad inserire i propri dati in quello che sembra essere il portale della propria banca.

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