La Rai risponde a Fedez e punta il dito contro gli organizzatori del concerto del Primo Maggio

La Rai risponde a Fedez, dopo la pubblicazione della telefonata intercorsa tra il rapper e i vertici della TV di Stato. La telefonata tra Fedez e la Rai è stata tagliata dal rapper prima della condivisione sui social; la Rai replica adesso a Fedez e aggiunge le parti omesse dal cantante.

La TV di Stato, nella persona di Ilaria Capitani – vicedirettrice di Rai3, emittente che ha trasmesso la diretta del concerto del Primo Maggio di Roma – non ha mai voluto censurare l’artista, pare. La richiesta di controllo del discorso però è effettivamente pervenuta ma da parte degli organizzatori del concertone del Primo Maggio che si è tenuto all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

“Le parole realmente dette sono: “Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che? La Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà (…). Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo (…). Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua, si legge nella nuova nota della Rai ma non ha mai avuto l’intenzione di censurare Fedez.

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La vicedirettrice Capitani è inoltre “l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez”. Nella stessa nota si legge che la Rai: “Non ha mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio – richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto – e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista“.

La richiesta dei testi relativi agli interventi degli artisti ospiti del concerto del Primo Maggio, dunque, sembrerebbe essere stata avanzata dagli organizzatori dello spettacolo, non dalla Rai.

“In questi tre anni – spiega Salini – ho sempre cercato in tutti i modi di garantire che in Rai fosse assicurata pluralità di voci e di opinioni perché ritengo sia il principale obiettivo della mission di Servizio pubblico. Lo testimonia la nostra programmazione tutti i giorni su tutti i canali televisivi, in radio e su RaiPlay. Di certo in Rai non esiste e non deve esistere nessun “sistema” e se qualcuno, parlando in modo non appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso. Su questo assicuro che sarà fatta luce con gli organizzatori del Concerto, che la Rai acquista e manda in onda fin dalla sua prima edizione, per capire come sia stato possibile soltanto ipotizzare un’aberrazione del genere e se esistano delle responsabilità aziendali”.

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