Landini: ‘Non serve fare cadere il governo, servono risposte’

Landini: ‘Non serve fare cadere il governo, servono risposte’

La Cgil regionale si riunisce nella città etnea nelle ore calde della crisi.

CATANIA – Nelle ore calde che scandiscono il giorno decisivo per l’esecutivo guidato da Mario Draghi, il segretario della Cgil Maurizio Landini presiede a Catania la kermesse del sindacato che lancia “un progetto per la Sicilia”. Una piattaforma programmatica in piena regola che affronta vari temi e cerca soluzioni per rilanciare il tessuto produttivo isolano: dagli appalti in termini di rispetto dei diritti contrattuali, contro ogni tentativo di dumping alla mobilità passando per l’occupazione e la lotta alla criminalità organizzata.

Mannino boccia il governo Musumeci

In prima fila al Teatro Stabile ci sono due dei tre candidati alle presidenziali del fronte progressista, Caterina Chinnici e Claudio Fava (Barbara Floridia è assente per motivi di salute) e i segretari regionali di Pd (Anthony Barbagallo), M5S (Nuccio Di Paola) e Sinistra Italiana (Pierpaolo Montalto). Il segretario regionale Alfio Mannino che, a margine dell’incontro striglia il fronte progressista rispetto al percorso imboccato con le primarie di coalizioni, dal palco boccia l’esperienza del governo Musumeci. “Si sta chiudendo una legislatura in cui il governo regionale ci presenta davvero un bilancio davvero deficitario. Ma ciò che più ci preoccupa non è soltanto l’inadeguatezza delle mancate risposte ma noi avvertiamo che non c’è la consapevolezza della profondità della crisi della nostra regione”, spiega. “C’è una classe dirigente che si interroga se il centrodestra candida o meno Nello Musumeci – continua Mannino- a prescindere dai bisogni di questa terra e da quale idea di sviluppo vogliono mettere in campo e nel frattempo c’è una condizione economica e sociale do questa terra sempre più difficile e drammatica. Il quadro è questo e a noi preoccupa che questo esecutivo non abbia dato le risposte alle cittadine e ai cittadini siciliani”.

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Landini: “Il governo deve dare risposte ai cittadini”

Salario minimo e diritti: queste le direttrici dell’agenda dettata dal segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini. “Il mestiere del sindacato non è fare cadere governi o sostituire governi, ma contrattare con loro per portare a casa risultati per le persone che rappresentiamo o che si facciano le riforme che noi riteniamo giuste per il Paese. Oggi è il momento di dare risposte ai problemi delle persone e non di fare cadere il governo. E’ il momento che il governo e il Parlamento decidano di fare delle cose molto precise per i problemi che ci sono”, dice Maurizio Landini. “Non è ancora chiaro cosa decidono le forze politiche di votare e credo che Draghi, in modo netto, abbia riproposto il tema: per andare avanti vuole vedere se è confermato il patto con cui è nato. Se è nato questo governo è perché c’era una crisi e c’era la pandemia, il Pnrr da presentare in Europa in qualche mese. Se non ci fosse stata questa situazione saremmo già andati a votare. La proposta votata dai partiti nasceva da uno stato di necessità”, ricorda Landini. “Allora la Cgil ha detto che era giusto quello che aveva fatto il presidente della Repubblica. Io non ho cambiato idea su questo. E considero importante che oggi ci si misuri e si diano risposte ai problemi della gente”.

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Salari, diseguaglianze e reddito di cittadinanza

“Nella nostra autonomia – ha sottolineato il leader della Cgil – i governi non li giudichiamo da chi sono composti, ma per quello che fanno perché il sindacato non risponde a questa o quella forza politica, ma agli interessi di chi rappresenta”, spiega rivendicando lo sciopero generale proclamato con la Uil sulla finanziaria. Un risultato rivendicato dal sindacalista. Un’iniziativa che, osserva Landini, “ci portò giudizi negativi”, ma “a distanza di pochi mesi noi non soltanto abbiamo fatto bene, ma abbiamo ragione dicendo che il tema era sostenere i redditi bassi”. “Siamo un paese dove cui ormai quasi sei milioni di persone che non arrivano a diecimila euro l’anno di reddito e c’è stato un aumento delle diseguaglianze senza precedenti”. Non manca un passaggio sul reddito di cittadinanza con tanto di stoccata a Matteo Renzi.  “Chi ha annunciato un referendum contro il Reddito di cittadinanza non sa neanche che cosa vuol dire arrivare alla fine del mese perché non ha le risorse o perché non ha trovato lavoro. Mica tutti possono andare a fare lezioni in giro per il mondo per farsi pagare perché ha fatto il presidente del consiglio dei ministri”, dice Landini.  

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