L’ira dei prof: “Noi, in cattedra da anni, bocciati per mancanza di chiarezza espositiva”

Un'aula
Un’aula

Roma, 7 settembre 2021 – Sono in cattedra anche da vent’anni, hanno perfino lavorato fianco a fianco coi dirigenti scolastici, ma si sono visti bocciare all’orale per il concorso a preside per “mancanza di chiarezza espositiva”. Sono 371 in tutta Italia gli insegnanti riuniti nel comitato nazionale ‘Giustizia per l’orale’. Sono tra i 35mila partecipanti al concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017. Pensare che avevano superato ben due super selettive prove scritte che hanno bloccato, ciascuna, il 60% dei candidati. Ma all’orale è arrivata la doccia fredda.

“Abbiamo subito veri e propri interrogatori, condotti spesso di fronte a commissioni non complete, durante i quali siamo stati tartassati con domande fuori programma e pure interrotti con puntualizzazioni errate da parte di chi doveva giudicarci”, è arrabbiatissima la professoressa viareggina Gessica Caniparoli, che fa parte del direttivo del comitato. I docenti bloccati all’orale hanno presentato ricorsi amministrativi e denunce penali affinché si verifichi quanto da loro lamentato, ovvero procedure irregolari e fattispecie di reati. Si va dalle “commissioni spesso incomplete” alla “prova di informatica spesso svolta di fronte ad un unico commissario”. Ancora, “orali che per legge dovevano durate 50 minuti ridotti a 20”. E, soprattutto, “candidati bombardati di domande completamente fuori programma”. “Pensi che io ne ho avute 30”, racconta Caniparoli, che ha tutta la registrazione del proprio orale. “L’avevo fatta per riascoltarmi, convinta che tutto sarebbe andato per il verso giusto”, scuote la testa. Nel verbale, aggiunge, “non c’è traccia di questi ulteriori quesiti”.

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Ma perchè si sarebbe voluto bocciare in tutti i modi una parte dei candidati? “Beh, forse perchè inizialmente il concorso era per 2425 posti, poi aumentati a 2945 e infine accresciuti a 3425 con la graduatoria finale – si stringono nelle spalle i docenti -. Probabilmente alcune commissioni hanno ‘stretto le maglie’ per rientrare nei numeri iniziali. Eravamo divisi in 38 sottocommissioni, che hanno operato una disparità di trattamento statisticamente non giustificabile: alcune non hanno bocciato nessuno, altre la metà”. Ma c’è di più. “É stato inserito un criterio nuovo di valutazione, la ‘chiarezza espositiva’, fatto valere a posteriori con una norma operativa interna – dice Caniparoli -. La cosa incredibile è che questo nuovo criterio è stato fatto valere 10 punti su 100. Ci sono colleghi che hanno avuto 0. Ma com’è possibile? Sono in cattedra da tanti anni e non sanno esprimersi?”.

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