Lo vendono come pesce spada, ma è carne di squalo: l’allarme del WWF

In occasione della Giornata Mondiale degli Squali il report del WWF fa chiarezza sul consumo e il commercio di carne di squalo in Europa. 

Giornata Mondiale degli Squali – Pixabay

Oggi, 14 luglio, si celebra la Giornata Mondiale degli Squali. Forse in molti si chiederanno perché serva una celebrazione per questi animali, ma la risposta vi potrebbe lasciare senza parole. Oltre 200 Paesi e territori, come riporta il WWF, importano ed esportano carne di squalo e di razze. L’Italia è il maggior importatore, ma è importante sapere che il 36% degli squali sono minacciati dal pericolo di estinzione.

Il report del WWF sul commercio di carne di squalo

L’Unione Europea oggi è responsabile del 20% del commercio legale di carne di squalo, ma sebbene sia “regolare”, il WWF ha voluto presentare proprio in occasione della Giornata Mondiale dello Squalo, il suo report “The shark and ray meat network: a deep dive into a global affair“. Si tratta di un’analisi molto importante e che chiarisce dei lati oscuri di questa pratica.

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Collaborando con un team di scienziati, il WWF ha dimostrato dove e come sia importante agire per invertire la lenta, ma inesorabile, scomparsa degli squali e delle razze. Per questo si chiede una maggior trasparenza e tracciabilità del commercio di carne di squalo proprio per evitare che si raggiunga l’estinzione. Cosa che comporterebbe danni gravissimi agli Oceani.

Carne di squalo venduta come gattuccio o pesce spada

Secondo i dati del WWF l’Italia negli anni si è classificata prima nella lista dei Paesi importatori di carne di squalo che, per gran parte, proviene dalla Spagna. Si importa carne congelata in filetti, ma anche pinne di squalo. Risulta chiaro quindi che in Italia il consumo di carne di squalo sia elevato: “Consumiamo più carne di squalo e razza di quanta non pensiamo, e questo succede ovunque, anche in Europa, con serie conseguenze per alcune specie già a rischio di estinzione” afferma Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia.

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Serve quindi, come ribadisce la dottoressa Prato, una maggior regolamentazione e una maggior sostenibilità di questa pesca affinché almeno le specie protette non finiscano sulle nostre tavole. Il WWF ha spiegato infatti che spesso lo squalo boccanera viene venduto come “Gattuccio” oppure lo squalo verdesca viene venduto come pesce spada.

 

Senza contare poi la pesca accidentale che uccide moltissimi squali. Insomma, la richiesta del WWF è chiara: dotarsi di un Piano Nazionale per gli Elasmobranchi, in linea con il Sharks International Plan of Action della FAO, che vada a regolamentare la pesca e aiuti i consumatori ad un acquisto e un consumo consapevole.

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