Luigi Tenco fu ucciso, parla un amico: “Presto il nome dell’assassino”


Luigi Tenco fu ucciso? Questa è la domanda che la stampa, gli appassionati e persino alcuni colleghi si pongono da quel maledetto 27 gennaio 1967 quando il corpo del cantautore genovese fu rinvenuto senza vita all’Hotel Savoy di Sanremo. Nella stanza 219 Luigi Tenco giaceva con un foro sulla testa causato da un proiettile, uno scenario che da subito si tinse di noir e mistero.

Suicidio, con questa parola fu archiviato il caso quando la salma fu riesumata fino a pochi anni fa, ma c’è ancora chi sostiene che la fine di Luigi Tenco fosse stata determinata da un’esecuzione a sangue freddo. Nelle ultime ore questa teoria è ritornata a galla dalle parole di Lino Patruno, che si definisce grande amico di Luigi Tenco. Le sue dichiarazioni sono state raccolte dal periodico Oggi e riportate in prima battuta da Dagospia.

Secondo Lino Patruno, quindi, Luigi Tenco fu ucciso e presto verrà fuori il nome dell’assassino. Intuizioni che Patruno non spaccia per sue ma che attribuisce a un non meglio definito ricercatore, già autore di diversi liberi, che sarebbe pronto a svelare il nome di chi strappò il cantautore alla vita. Una pista, questa, che mette nel calderone Dalida, il clan dei Marsigliesi e un giro di malaffare in cui Luigi Tenco si sarebbe trovato coinvolto senza volerlo.

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Tra i fari punti di fuoco della pista rimessa in gioco da Patruno e dal ricercatore senza nome ci sarebbe Lucien Morisse, primo marito di Dalida nonché suo manager:

“Secondo me Tenco si era ficcato in un brutto giro. Per motivi di marketing lo avevano ‘fidanzato’ con Dalida, un brutto e ambiguo personaggio che andava in giro con un tale ancora più brutto e ambiguo di lei, Lucien Morisse, il suo primo marito da cui aveva divorziato ed era rimasto al suo fianco in qualità di agente e personal manager. Si diceva che questo Morisse fosse addirittura legato al Clan dei marsigliesi. Si diceva anche che Tenco, quella sera, era incavolato nero, non per l’eliminazione della sua canzone, ma perché aveva scoperto che il Festival era tutto truccato. Forse voleva pubblicamente denunciare anche un giro di scommesse clandestine. Probabilmente qualcuno gli ha chiuso la bocca prima che potesse fare danni”.

In primo luogo la relazione tra Tenco e Dalida sarebbe stata un’operazione da copertina. “Luigi era allegro e solare”, dice Patruno per negare quell’immagine da cantautore crepuscolare e depresso che gli sarebbe stata attribuita “per giustificare il suicidio”. Prende di nuovo strada, quindi, la teoria dell’omicidio.

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Se Luigi Tenco fu ucciso allora dietro la sua morte ci sarebbe un assassino di cui presto dovremmo conoscere il nome, se le parole di Patruno e del ricercatore da lui menzionato corrispondessero a verità.

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