M5S, Conte ai parlamentari: “Domani non parteciperemo al voto in Senato, questione di coerenza. Disponibili al dialogo, ma no a cambiali in bianco”

M5S, Conte ai parlamentari: “Domani non parteciperemo al voto in Senato, questione di coerenza. Disponibili al dialogo, ma no a cambiali in bianco”

ROMA. «La settimana scorsa ho consegnato a Draghi un documento politico che rappresentava i sentimenti e le posizioni di ogni nostro iscritto. Un documento in 9 punti, non una sommatoria di bandierine dei 5Stelle né l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma l’abbiamo inteso come un contributo serio e responsabile rispetto al momento drammatico che il paese sta vivendo». Così Giuseppe Conte ha iniziato l’attesa diretta streaming con i parlamentari del Movimento, al termine del Consiglio nazionale. «Diciassette mesi fa abbiamo assunto responsabilmente e generosamente il compito di formare l’esecutivo», ha proseguito Conte. «Non possiamo volgere le spalle al paese, e raccogliendo l’invito del presidente Mattarella abbiamo deciso di lavorare per combattere la pandemia e mettere a terra le misure del Pnrr. La crisi è arrivata con la guerra in Ucraina, che è intervenuta a fiaccare le speranze di ripresa del nostro paese. Oggi la crisi sociale è sotto gli occhi di tutti, i dati Istat fotografano un paese sull’orlo del baratro. Ci interroghiamo su questa crisi da vari mesi, e per questo siamo l’unica forza a incalzare il governo. Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale possa far salire le temperature nelle piazze». 

«Quale è il senso di responsabilità di una forza politica?», si è poi chiesto Conte. «Per noi la politica è non nascondere le difficoltà, né rinviare le decisioni. La realtà, scomoda, è quella di uno scenario cambiato, e dobbiamo affrontarla. Abbiamo chiesto al governo un cambio di passo all’esecutivo, e a seguito del nostro documento il premier Draghi ha convocato a Palazzo Chigi i sindacati per affrontare i problemi più urgenti da noi indicati: su tuttti precariato e salario minimo, e annunciato un decreto che dovrebbe arrivare a fine luglio. I finanziamenti stanziati, 33 miliardi, sono una soluzione tampone benvenuta ma insufficiente. Famiglie e imprese potranno comunque contare su aiuti economici importanti, e questo si deve al Movimento 5Stelle, come a noi si deve il reddito di cittadinanza che non permetteremo venga mai smantellato». 

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«Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare un contributo costruttivo al governo Draghi, ma non siamo disponibili alle cambiali in bianco. Ho avuto un colloquio con il premier e ho registrato una disponibilità del presidente a venirci incontro. Ma occorrono misure concrete». «La partita sul Dl Aiuti domani si giocherà al Senato», ha proseguito Conte, che ha fatto cenno a uno dei punti chiave del dissenso pentastellato, il termovalorizzatore di Roma. 
Poi l’annuncio: «Domani non parteciperemo al voto per una questione di coerenza». E l’attacco alle altre forze politiche: «Chi ci definisce irresponsabili guardi nel suo cortile»

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La telefonata fra Conte e Draghi
Nel pomeriggio, tra il leader pentastellato e il presidente del consiglio Mario Draghi c’era stata una telefonata in cui Conte aveva chiesto a Draghi «un segnale chiaro». Dal confronto tra i due, nato da un’iniziativa di Conte, il tentativo di cercare uno spiraglio, per evitare che il mancato voto di fiducia al dl aiuti -caldeggiato dai senatori pentastellati- potesse innescare una crisi di governo, ma anche il focus sull’agenda del governo. Evidentemente, il numero uno dei 5Stelle ha considerato le risposte di Draghi insufficienti.

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Governo: verso riunione Cdm domani alle 15.30
Il Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, dovrebbe riunirsi domani nel primo pomeriggio, intorno alle 15.30.

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La posizione della Lega
Prima dell’intervento di Conte gli avvertimenti delle altre forze di governo. A partire dal leader della Lega, Matteo Salvini,: «Io prendo per buone la parole del presidente del Consiglio che ha detto che non governa senza i 5 stelle, se i 5 stelle fanno una scelta, parola agli italiani. Se una forza di maggioranza non vota un decreto di maggioranza, fine, si va a votare». Ma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, frena: il governo vada avanti, dice il governatore del Veneto. «Il dibattito è il sale della democrazia, ma in questo momento particolare c’è bisogno di un governo per prendere decisioni strategiche. Io spero che non ci siano motivi perché questo governo cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso», ha detto il governatore del Veneto. «Noi della Lega abbiamo un ruolo e possiamo giocarcelo fino in fondo, abbiamo le nostre istanze a partire dall’autonomia. Se si può andare avanti anche senza M5s? Giro la domanda al presidente Mattarella che, come prevede la Costituzione, sentirà le forze politiche, vedrà i numeri e deciderà».
Letta: “Se cade si vota, è nelle cose”
«Quando abbiamo detto ‘il governo deve andare avanti e noi lo sosteniamo fino alla fine delle legislatura’ non lo abbiamo detto solo noi. Ieri ho visto Salvini e Berlusconi: lo diciamo sommessamente, non è che se per ripicca M5s fa cadere il governo non si va al voto. E’ nelle cose, lo hanno detto Salvini e Berlusconi. Il governo ha bisogno di una maggioranza, e lo diciamo a tutte le forze politiche». Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari Dem in corso nella sala della Regina a Montecitorio.
 

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