Benevento.  

– “La vittoria del centrodestra è inevitabile? Per il suicidio politico di Letta temo di sì”. Così Clemente MASTELLA , leader di Noi di centro, in occasione della presentazione dei candidati della sua formazione politica alle elezioni del 25 settembre. Secondo MASTELLA, il segretario del Pd “si è suicidato da solo. Per competere bisogna fare come l’Ulivo dove eravamo tutti assieme appassionatamente, anche se con difficoltà di realizzazione di impianti programmatici, ma facemmo un unico programma. Qui ci sono invece programmi distonici, tiene dentro Fratoianni ed escludere i 5 Stelle, una cosa incredibile. Questo campo larghissimo si è ridotto a un campetto nemmeno di periferia”.
“Non vedo una grande classe politica: chi è russiano, chi è meno russiano…mai visto in Italia un discorso del genere dove l’oggetto è a chi sia meglio consegnarsi che mortifica l’italianità”.

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Attenzione per la situazione delle carceri: “ Io credo che ci sia l’esigenza di un nuovo indulto, perché da quando ho fatto il ministro da allora sembra non essere cambiato assolutamente nulla”

Reddito cittadinanza da rifare: “Per casalinghe o donne sole giusto dare un contributo mensile ma non do cifre a caso tipo Salvini. Ma serve un contributo ad esempio per donne sole, ma sono soldi che possono anche contribuire ad aiutare in ordine alla denatalità”.

Sul partito e le sue ambizioni: “Siamo partito a chilometro zero: guardiamo all’orto di casa, al Comune, alla Provincia, alla Regione, a differenza dei partiti che hanno fatto malissimo. Se avessero fatto bene non avrebbero fatto cadere il Governo. Siamo una sfida: non in senso agonistico o ottocentesco, siamo la goccia che vuole penetrare nella coscienza delle persone. Oggi lamentiamo regole feudali, che riguardano tantissimi movimenti piccoli che vengono malmenati burocraticamente. Lamentiamo pochi investimenti sul piano delle infrastrutture”.

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Sul fronte edilizia: “La maggior parte delle case è di 50 anni fa: bisogna fare un piano case come fece Fanfani nel 1954. Se non c’è questo è mancanza di apprezzamento della dignità delle persone”.

“Il consenso? Io do il mio numero ai cittadini (esibisce un cartello con su scritto il suo numero ndr) altri leader invece si pigliano i voti e se ne strafottono del territorio”