Obbligo vaccinale, l’Ema se ne lava le mani: ‘Decisione spetta a Stati’

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Roma, 7 set – La decisione sull’obbligo vaccinale spetta ai singoli Stati: così l’Ema prende le distanze dall’ipotesi ventilata dal governo. L’Agenzia europea per i medicinali spiega all’Adnkronos Salute come stanno le cose.

Ema: “Decisione obbligo vaccinale spetta ai singoli Stati”

“La decisione su come somministrare le vaccinazioni” anti Covid “è prerogativa delle istituzioni che guidano la campagna vaccinale in ogni Stato membro dell’Ue“. Il tutto, chiarisce l’Ema, “tenendo conto di fattori come le condizioni epidemiologiche locali, la diffusione del virus, la disponibilità dei vaccini e le capacità del sistema sanitario nazionale”. Una precisazione che conclama la tendenza di esperti e consulenti scientifici del governo, secondo cui imporre l’obbligo del vaccino non può che essere una decisione politica. Sembrerebbe uno scaricabarili circa la responsabilità che va assunta con un provvedimento del genere.

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Terza dose, le precisazioni dell’Agenzia europea per i medicinali

L’Agenzia europea interviene anche sulla terza dose del vaccino. “E’ importante distinguere tra dosi di richiamo” per tutti, ossia “per le persone con un sistema immunitario normale, e dosi aggiuntive per quelle con un sistema immunitario indebolito”. Come è noto, il ministro della Salute Roberto Speranza al termine del G20 Salute a Roma ha annunciato l’intenzione del governo di avviare già in settembre la campagna di terze dosi ai pazienti fragili dal punto di vista immunitario. Per poi valutare il da farsi relativamente alle altre categorie, a cominciare da quelle che per prime hanno ricevuto il vaccino.

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“Non urgente per la popolazione generale”

In una nota diffusa il primo settembre dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, e sottoscritta anche dall’Ema, è intervenuto sulla questione della terza dose. Chiarendo che “dovrebbero già essere prese in considerazione dosi aggiuntive di vaccino Covid-19 per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito“. Un programma che rientra nella “loro vaccinazione primaria, se non raggiungono un livello adeguato di protezione con la vaccinazione primaria standard”. Invece, “sulla base delle evidenze attuali”, si definiva “non urgente la somministrazione di dosi di richiamo a individui completamente vaccinati nella popolazione generale”. Una distinzione chiara: richiamo non (ancora) necessario, terza dose necessaria, ma non per tutti.

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Insomma, al di là delle dichiarazioni di Speranza, le autorità sanitarie europee ribadiscono che non v’è alcuna fretta nel propinare la terza dose a tutti. Anche perché l’immunità di gregge – come ha annunciato trionfante il commissario straordinario generale Figliuolo – è ormai a un passo.

Adolfo Spezzaferro

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