Partono oggi le nuove frequenze TV: ecco cosa c’è da sapere

Oggi inizia il valzer delle frequenze televisive che nei prossimi sei mesi farà spazio alla banda 700 MHz che dal 1 luglio diventerà esclusiva della rete mobile 5G.

L’operazione comporterà fenomeni di sparizione dei canali che tuttavia gli italiani potranno risolvere con alcuni accorgimenti, semplici nella maggior parte dei casi, ma un po’ più complessi in altri.

Nuove frequenze TV: ecco cosa fare se i canali spariscono

La prima cosa da sapere è che il cambio di frequenze non richiede la sostituzione della TV, in quanto non riguarda lo standard di trasmissione del digitale terrestre, ma impatta solo sulle frequenze di trasmissione dei vari canali televisivi che potrebbero sparire di punto in bianco.

Per questo motivo gli italiani dovranno effettuare una semplice risintonizzazione dei canali, soprattutto se la TV (o il decoder) non è di ultima generazione e quindi non dotata di risintonizzazione automatica anche quando l’apparecchio è spento.

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Il processo di aggiornamento delle frequenze televisive inizia oggi 3 gennaio, ma sarà graduale in quanto si svolgerà per aree secondo un calendario messo a punto dal MiSE e riassunto nella grafica sottostante.

Nei prossimi mesi saranno probabilmente necessarie più risintonizzazioni della lista dei canali, fino al completamento della migrazione delle frequenze televisive. Per ora è disponibile il calendario per il Nord Italia che farà da cavia per il Bel Paese.

frequenze televisive calendario nord italia

Può capitare che anche dopo la risintonizzazione uno o più canali non siano ancora visibili sulla propria TV, ma questo non vuol dire l’apparecchio sia diventato obsoleto e vada sostituito, ma piuttosto che l’impianto di antenna potrebbe non essere del tutto adeguato alla ricezione delle nuove frequenze.

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Questo potrebbe diventare un problema, in quanto gli antennisti sono un po’ come gli idraulici e difficilmente riusciranno a soddisfare tutte le richieste di intervento, anche per il fatto che un singolo intervento potrebbe non essere sufficiente a causa dei continui cambiamenti che ci saranno nei prossimi mesi, i quali finiranno inoltre per sovrapporsi con il piano di spegnimento della codifica MPEG2.

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