Ormai è un dato di fatto: trovare il personale per la stagione estiva 2022 è impresa vicina all’impossibile. E così tanti bar, ristoranti, locali e stabilimenti balneari della zona hanno dovuto riadattare la loro offerta a una realtà fatta di staff ridotti all’osso. Ovunque si vedono cartelli di ricerca personale che non danno il risultato sperato e anche imprese ponentine consolidate devono in qualche modo adattarsi.
Per la prima volta il Pico de Gallo non aprirà il ristorante la sera, proponendo invece un aperitivo lungo e menu di tapas dal giovedì al sabato. Un cambio epocale figlio dell’impossibilità di costruire una ‘squadra’ sufficiente per tenere in piedi il servizio di ristorazione, come conferma ai nostri microfoni il titolare Gianmarco Maccario: “Di solito avevamo 35 persone per la stagione, mentre quest’anno siamo 25 quindi faremo turni con i ragazzi che abbiamo”.
Ma quali sono le motivazioni? È davvero tutto imputabile al Reddito di Cittadinanza? “Può valere come motivazione, ma penso non sia quella principale – spiega Gianmarco Maccario – vengono a mancare i giovani e credo molto sia dovuto al fatto che con la pandemia hanno scoperto che si sta bene a casa a non fare niente, oltre ai social che stanno rovinando la testa di tutti e, in particolare, dei più giovani mostrando tanto fumo e poco arrosto. I social fanno vedere che si deve arrivare a certi livelli senza però mostrare che per arrivarci bisogna rimboccarsi le maniche”.
Oltre alla questioni ‘sociali’, tanto sta influendo anche l’offerta più allettante in arrivo dalla Costa Azzurra e, in particolare, da Monaco. “Ci sono ragazzi che l’anno scorso prendevano 1.200 euro al mese come stagisti alla prima esperienza e quest’anno hanno avuto offerte da 2 mila euro da Montecarlo, stanno facendo incetta di personale italiano strapagandolo – aggiunge Maccario – inoltre tanti ragazzi sono stati sfruttati da imprenditori senza scrupoli e ora sono spaventati. Anche i contratti nazionali del turismo sono obsoleti con le 6 ore e 40, chi lavora in cucina o in sala non riesce a rispettarle e il costo del lavoro è alto. C’è anche chi parla di due giorni di riposo per il mondo della ristorazione. C’è un forte aspetto sociale nel non trovare personale per la stagione”.
Anche dalle parole di Andrea Di Baldassare, responsabile cittadino di Confcommercio, emerge tutta la preoccupazione per una stagione con il personale ridotto all’osso: “È un problema grande, per far diventare forti le nostre attività serve forza lavoro e una qualità a livello professionale. I motivi? Ci penalizza la vicinanza con la Francia e con Montecarlo dove si possono dare stipendi più alti con costi invariati per le aziende; l’altro problema è il Reddito di Cittadinanza, ci si trova a parlare con lavoratori che, a conti fatti, hanno più convenienza nello stare a casa”.
“La situazione è grave, tutti cercano dipendenti ed è una situazione molto delicata, siamo tutti alla ricerca – conclude Di Baldassare – la stagione non è in pericolo, ma c’è un rischio come c’è una difficoltà. Non avere il numero giusto di dipendenti ed essere alla continua ricerca di forza lavoro rischia di pregiudicare la qualità del servizio e gli orari di apertura”.
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