La risposta a questa domanda è stata appena pubblicata su Biological Conservation da un gruppo di ricercatori coordinati da Veronica Nanni, dottoranda della Scuola Universitaria superiore IUSS di Pavia, e da Raoul Manenti, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano.
I ricercatori hanno vagliato tutte le notizie uscite nei primi 7 mesi del 2020 sui principali quotidiani online di 26 paesi a proposito dei pipistrelli, e le hanno confrontate con quelle uscite nello stesso periodo del 2019 e del 2018, esaminando oltre 2.600 notizie e classificandole in base alla presenza di elementi negativi o pro-conservazione per i pipistrelli. In questa attività di analisi, è stata coinvolta anche Alessia Castrogiovanni, studentessa tesista triennale del Corso di Laurea in Scienze Naturali della Statale di Milano.
La pandemia da Covid19 ha generato un’attenzione a livello globale da parte dei mass media sui pipistrelli e sul loro possibile ruolo nella diffusione di zoonosi, che ha rischiato di vanificare anni di sforzi per la conservazione di questi importanti animali, da sempre oggetto di false credenze e paure in diversi paesi del mondo. Subito dopo la diffusione di notizie che hanno associato i pipistrelli al Covid19, infatti, vi sono stati diversi casi di persecuzione diretta con uccisione di pipistrelli.
Tuttavia, già pochi mesi dopo le prime notizie sulla diffusione del Covid19, nei mass media di tutto il mondo vi è stato un significativo aumento di notizie pro-conservazione dei pipistrelli, ben superiore al numero di notizie pro-conservazione uscite nel 2018 e nel 2019: già poco tempo dopo dalla diffusione della pandemia, il modo di rappresentare i pipistrelli da parte dei mass-media è cambiato in positivo e molto probabilmente ha avuto un effetto determinante nel bloccare il ripetersi dei fenomeni di persecuzione.
Inoltre, nei diversi paesi analizzati, si è notato come la frequenza delle notizie che associavano i pipistrelli alla diffusione del Covid19 era strettamente legata all’origine geografica della malattia, localizzata in Cina, mentre non vi era legame tra la sua diffusione e l’andamento della pandemia nei diversi Paesi: è bastata quindi la notizia uscita in Cina per influenzare i mass media del resto del mondo, a prescindere dall’andamento effettivo del nel Covid19.
(La redazione di “Le Scienze” non è responsabile del testo di questo comunicato stampa, che è stato pubblicato integralmente e senza variazioni)
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