Positiva al Covid dopo 6 giorni dal vaccino, perché? Si può fare più informazione e meno propaganda?


La notizia a suo modo è esilarante: una infermiera entusiasta si spara il vaccino e, sei giorni dopo, risulta positiva al Covid, anziché immunizzarsi, si è infettata. Subito le prefiche della pandemia corrono ai ripari, ecco Locatelli detto robocop: “Si è immuni solo dalla seconda dose”. Dal canto suo, il viceministro sanitario Sileri va da zia Mara, al secolo Venier, e profetizza: “Molto probabilmente nel 2022 dovranno rivaccinarsi tutti quanti”. Allora ditelo, che ci volete tossici di siero. Ditelo, che non si era mai visto un vaccino che invece di vaccinare contagia e allora ce ne vuole un secondo shot, e poi un terzo, e così via fino alla fine del mondo. Ditelo, santi numi, che il vaccino è un affare da 50 miliardi solo per partire e le cavie sono 8 miliardi di disgraziati. Ditelo, che fatto il vaccino trovata la pandemia, e quindi si ricomincia, come auspica la OMS cinese guidata da un sospetto genocida. Ditelo, che è questione di un gigantesco esperimento sociale partito, vedi caso, dall’Italia, il paese con meno anticorpi di tutto l’occidente. Ditelo, che la faccenda prima che sanitaria è politica, cioè economica, cioè siamo qui solo per i soldi, come diceva Frank Zappa. Ditelo, che uno come Bill Gates ha trasferito la sua immensa fortuna dai programmi e i dispositivi elettronici ai vaccini, testando le sue alchimie sui paesi poveri, africani e asiatici, e lo tengono in fama di filantropo e lui viene a dirci che bisogna riempirsi di elisir, di pozioni perché gli conviene. Ho bisogno di siero, perdio, un’overdose di vaccino.

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Uno fin che può rifiuta le astrusità paranoiche dei grandi vecchi, dei grandi complotti, ma alla fine non trova più spiegazioni razionali per questo incubo petaloso di sanitari che ballano, politici che ballano, filantropi che ballano, virologi che ballano, tutti che ballano sulla nostra pelle: qualcosa si sente che manca, la logica, il senso e allora che pensare se non a una colossale macchinazione? Il vaccino è cosa buona e giusta ripetiamolo, ma a questo segno è diventato uno strumento ideologico, una fiala per inoculare il mondo nuovo, l’uomo nuovo, che poi è decrepito. Intanto il governo dei ricatti promette libertà e allunga i coprifuoco, si rimangia gli annunci, dilaziona le aperture, stabilisce tabelle di marcia allucinanti: restrizioni a giorni, ad ore alternate, i minuti contati, le scuole agibili “al 50%”, qualsiasi cosa voglia dire, il paese a macchie colorate, i vaccini a pioggia ma poi ne fanno trecento al giorno e ci vogliono 23 anni per completare la profilassi nazionale, gli impianti, i negozi, le palestre né chiusi né aperti, un po’ e un po’ secondo logica tutta italiana della deroga, dell’eccezione, della scappatoia, del senso non vietato ma vietatino, delle corsie preferenziali che sono di chi le preferisce, del posto dei disabili usurpato ma solo perché in quel momento avevo mal di testa quindi non ero abile, del tutto e niente, del tutto e il contrario di tutto.

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E intanto ballano sulla nostra pelle, si contendono i servizi segreti, Conte non li molla, Renzi li pretende, e avranno le rispettive ottime ragioni, gli scheletri negli armadi da non far rotolare fuori, certo però che restare in questa apnea per tanto meschine faide, fa incazzare: non c’è un vaccino per questi qua? Avevano giurato che era l’ultima botta, che serviva il Natale incatenato per cominciare l’anno in una nuova libertà; magicamente, hanno preso a salire i contagi, il famigerato indice di trasmissibilità che prima nessuno si filava ma adesso è utile a giustificare il fine pena mai. E cinquecentomila realtà son già fallite. E quattro milioni di nuovi miserabili sono andati all’umiliazione dell’elemosina fra Natale e Capodanno: il doppio di un anno fa (fonte: Coldiretti). E intanto sempre più donne non sapendo come pagare il mutuo o la spesa si votano alla prostituzione, dalla Spagna all’Italia.

Non si vedono esiti, non si scorge via d’uscita e anche i più appassionati difensori dello stato concentrazionario sanitario cominciano a tradire incertezze, insofferenze. C’è una dilatazione della psicosi, per i social si parla solo di Covid, come per i media ufficiali, come per le chat e le telefonate; aumenta il consumo di psicofarmaci, di sonniferi, di sindromi, di psicosomatizzazioni e un ritorno alla normalità fisiologica, mentale sarà problematico. Peggio di tutto è questa sospensione della ragione, per cui tutto ciò che viene fatto si risolve in risultati mediocri, controproducenti e spinge verso strette ancora più crudeli, sacrifici ancora più insostenibili, in una spirale ottusa e malata: stare sempre più chiusi in casa, azzerare le difese immunitarie, ammalarsi di ogni cosa purché non di Covid. E nella morta gora di un paese sbandato c’è chi balla sulla nostra pelle. Ci avevano promesso che sarebbe andato tutto bene, ma peggio di così era difficile fare, difficile immaginare.

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