Quanto accaduto a Marco Gervasoni e a Francesca Totolo dimostra che in Italia tira una brutta aria

Che tira una brutta aria è già stato detto? Sì, ma non quanto brutta. La distruzione delle libertà democratiche ha il volto rassicurante dei tecnocrati, dei politici improvvisati, dei burocrati pasticcioni, dei virologi vanitosi ma viene affidata ai carabinieri ed è una escalation. Quindici mesi di stillicidio, goccia a goccia, cominciando dai coprifuoco per profilassi sanitaria, ma le cose sono velocemente sfuggite di mano con la follia degli zelanti: inseguimenti a isolati bagnanti, droni, multe pretestuose, fino alla delazione virtuosa che è segno sicuro di democrazia malata se non di regime. E ancora le zone rosse esoteriche, per convenienza politica o per dispetto o per esibizione di forxza, le riaperture a singhiozzo concesse dall’alto come qualcosa di non dovuto, di non fisiologico, fino alle privazioni sempre meno razionali, sempre più pretestuose. Gli italiani ci hanno fatto il callo, complessati come sono dalla fama di furbi, di allegri mascalzoni si sono disposti all’obbedienza come nessuno. Di proteste poche e sporadiche, l’abitudine alla rassegnazione, la gente che non chiede più libertà, di muoversi, di lavorare, ma sussidi, ma elemosine. Poi, con il governo tecnico, generato dal seno di Bruxelles, le cose sono d’improvviso precipitate. Una legge che demanda al giudice la possibilità di esprimersi, un ragazzo al tso perché refrattario alla mascherina, le libraie democratiche che censurano i libri da vendere, i green pass come ricatto per tornare a muoversi e, da ultimo, le perquisizioni dei militari dell’antimafia e antiterrorismo in casa di alcuni malcapitati fra i quali un docente, il prof. Marco Gervasoni, e la giornalista free lance Francesca Totolo. Accusati di vilipendio del Capo dello Stato a mezzo Twitter, nonché di cospirare coi nazionalisti russi.
Davvero? A Gervasoni viene addebitato, par di capire, un tweet in cui definiva Mattarella capo del regime sanitocratico, la Totolo si occupa principalmente di immigrazione e all’uomo del Colle ha chiesto, come milioni di italiani, cosa aspettasse a indire elezioni. Dove starebbero le minacce di morte, gli insulti sanguinosi? Solo qualcuno di molta buona volontà può pensare che un professore di Storia e una cronista minaccino di morte Mattarella davanti a migliaia di lettori e di spioni e del resto Twitter, che è il social più censorio di tutti, è intervenuto, a senso unico, per molto meno. Ma i Ros fanno irruzioni all’alba e prendono i computer, bloccano gli account: sarebbe bastato scorrere i profili, pubblici, degli interessati. A Gervasoni, ad maiora, si contesta pure, in modo cervellotico, di trescare come un golpista da tastiera sul social Vkontakte, che sarebbe, se abbiamo capito bene, uno spazio russo dove si trova di tutto, complottisti, nostalgici dello zar, putiniani e donnine allegre. Bah. Chi li conosce, per quanto si sforzi, non riesce proprio a concepire Gervasoni e Totolo come due Babeuf intenti a tramare “ma non in modo coordinato” vale a dire ciascuno per conto suo, strampalati colpi di Stato ai danni di Mattarella e difatti queste accuse sembrano già cadute, gli elementi a carico, almeno per quanto si è capito, paiono lunari al punto che c’è chi si chiede? Cui prodest una simile sceneggiata? Colpirne due per educare Giorgia Meloni? Per invitarla a non mettersi in mezzo nella corsa al Campidoglio? Per far capire ai sovranisti che tira una brutta aria? Perché Totolo un anno fa aveva avuto una polemica col pm procedente, Albamonte, ex capo della ANM e accreditato di simpatie politiche opposte?
Dietrologie, magari, ma suscitate dalla sconcertante confusione, dalla preoccupante vaghezza delle accuse. Insomma le minacce a Mattarella dove stanno? Il tentato golpe dove sta? Su Vk? Nel frattempo, la magistratura vive la sua stagione peggiore dai tempi della P2 e forse stavolta è anche peggio: che sia un diversivo, ipotizza qualcuno, pur che non se ne parli?
Ma osservare che sugli intrugli in seno al CSM, sui casi Palamara, Amara e da ultimo Davigo il capo del CSM, che poi è quello dello Stato, tace, si potrà ancora dire o è già vilipendio, attentato? Sì, tira una brutta aria, bruttissima. Anche perché da una sola parte e col solito contributo della informazione dalla coda di paglia: Totolo e Gervasoni sputtanati in quanto sovranisti, come se tanto bastasse a sostanziare ulteriori e terribili sospetti; li accusano di avere follower, seguaci sovranisti sui social: se questo può ancora chiamarsi Stato di diritto! In compenso, alla Totolo ogni giorno giungono tweet violentissimi dove la insultano, le augurano la morte, la mettono a testa in giù (ovviamente), e un paio di intriganti, ben conosciuti su Twitter, le avevano preannunciato guai secondo una tempistica puntualmente rispettata: segno che la pentola bolliva da tempo e chi non di dovere lo sapeva. Come mai questi sì e gli ultras da tastiera, violentissimi, come Rubio, lo chef da centro sociale, no? Come mai quelli che vogliono squartare Meloni, Salvini e rispettiva prole restano tranquilli dove stanno e nessuno li perquisisce?
Di Mattarella, a quanto pare, non si può parlare ma in America di Trump hanno scritto cose atroci (anche dall’Italia) e una agitatrice si è mostrata con la sua testa mozzata: nessuno ha pensato di mandare i ranger, anzi hanno inquisito, a ripetizione, Trump. Della moglie Melania qualche inviato italiano ha potuto dire in televisione, senza conseguenze, che è una puttana e gli altri in studio ridacchiavano. Lo stesso per Bolsonaro, Johnson e tutti quelli fuori dall’alone progressista. Domani diventerà da galera anche sindacare la UE, magari osservando che sulla questione dei migranti ci sta prendendo per il culo ab urbe condita? Chi scrive ha sentito entrambi i famigerati, volendo loro bene: li ha trovati stanchi ma sereni. “Io – mi ha detto Francesca – non ho davvero niente di cui rimproverarmi e non ho trame da nascondere: tutto quello che faccio lo scrivo e tutto quello che scrivo è alla luce del sole. Io sono una persona pulita, trasparente”. Sì, certo, cara Francesca, però gli altri? Chi scrive è pessimista e pensa che il grosso della truppa si adegua senza problemi a non nominare invano Mattarella, Speranza, Draghi, la UE, il lockdown, il gender, le grandi transizioni truffaldine con cui il post liberismo green giustifica qualsiasi affare, corruzione, fobia, umiliazione, prepotenza e sacrifica l’individuo sull’altare del dio soldo. Dite che è sempre stato così? No, ogni volta è peggio, se anche una pandemia è buona per sfoltire, arricchirsi, terrorizzare, orchestrare “nuove egemonie culturali” che prevedono la dissoluzione delle libertà democratiche, vale a dire un golpe, questo sì, felpato magari ma spietato. Ci hanno dato meravigliosi giocattoli per esprimerci e tramite quelli ci impediscono di esprimerci, ce li spiano e sequestrano, trasformano le nostre case in galere e forse, domani, le galere nelle nostre case. Più che brutta, tira un’aria demoniaca.

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