Quanto vale il dono di chi è ricca di pura e semplice solidarietà

Quanto vale il dono di chi è ricca di pura e semplice solidarietà

Una lettrice considera iniquo il bonus da 200 euro contro il caro bollette perché arriva anche a chi non vive nell’abbondanza ma ha tutto ciò che è essenziale. Non è così, ma il suo sentimento, la sua sobrietà e la sua generosità valgono tanto

Gentile direttore,

ultimamente, e questo è sotto gli occhi di tutti, si incontrano sempre più persone che rovistano nei cassonetti alla ricerca di cibo e vestiario. Italiani e stranieri residenti. C’è chi ha perso il lavoro, chi viene ingiustamente sfruttato e, prima della pandemia, riusciva a sbarcare il lunario, ma ora per evidenti ragioni non riesce più a farlo. Personalmente ho un basso reddito da pensione, ma per mia fortuna sono in comunione di beni con mio marito che ha un reddito più alto. Ho inoltre una casa di proprietà. Non posso quindi neppure lontanamente considerarmi alla pari di chi è costretto a rovistare nei cassonetti. È quindi con grande rammarico, pensando all’evidente ingiustizia, che mi sono trovata sul conto corrente, 200 euro “di aiuto” per il caro-bollette. Ho provveduto a girare subito tale cifra ad associazioni di volontariato che conosco e apprezzo. Mi è parsa la sola cosa giusta e utile da fare di fronte a una misura a mio favore, ma che sento iniqua in una situazione in cui altre persone versano in condizioni di maggior bisogno. Credo che esistano strumenti validi per cercare di capire chi ha veramente necessità di sostegno, e trovo ben strano che non vengano attivati.

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Lucia Bove, Roma

Il suo sguardo partecipe su Roma, la città dove vive, i suoi sentimenti di solidarietà e la sua scelta di dono, gentile signora, le fanno onore e raccontano di un’Italia semplicemente bella e buona, generosa perché sobria e capace di dare giusto valore ai beni di cui dispone. Voglio però dirle subito che non giudico «iniquo» il sostegno pubblico accordato anche in Italia, come in altre nazioni europee, a famiglie e persone con redditi bassi e medio-bassi a fronte del caro-bollette provocato da speculazione e guerra. Certo, visto che dobbiamo cercare e trovare risposte utili in un Paese dai conti appesantiti da un debito pubblico enorme, preferisco di gran lunga investimenti strutturali a interventi tampone d’emergenza, eppure sono abbastanza realista per rendermi conto che anche questi ultimi – e il bonus bollette di cui lei scrive è uno di essi – hanno senso in frangenti come l’attuale. Questo non significa che non si possa, e persino si debba, discutere la maniera con cui sono stati modulati (senza tenere, per esempio, conto dei carichi familiari). Proprio in questo momento ha senso anche e soprattutto mantenere e mettere più efficacemente a punto strumenti che devono essere e restare “permanenti” come il “Reddito” destinato a persone che versano in condizioni di povertà assoluta (penso a quello, utile e più che perfettibile, che viene chiamato “Reddito di cittadinanza”, attualmente in vigore, ma anche al “Reddito di inclusione” meglio congegnato e purtroppo assai peggio finanziato nella scorsa legislatura).

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Comunque, gentile e cara signora Lucia, il suo gesto, ovvero la donazione dei 200 euro ricevuti come risarcimento per il caro-bollette, vale davvero molto. Vale evangelicamente e civilmente molto. Molto di più della pur significativa cifra che ha devoluto tramite associazioni di volontariato a chi ha meno di lei. Tante italiane e tanti italiani che non possono essere definiti ricchi lo fanno e non fanno notizia, ma fanno bene. Con lei e attraverso di lei li ringrazio tutti anch’io.

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