Reddito di Cittadinanza a ISEE, pochi giorni e sarà addio al sussidio

Reddito di Cittadinanza a ISEE, pochi giorni e sarà addio al sussidio

I percettori di Reddito di Cittadinanza devono presentare il nuovo ISEE 2023 entro il 31 gennaio o rischiano la sospensione delle ricariche.

Il tempo a disposizione dei percettori di RdC è poco. Entro pochi giorni dovranno adempiere all’obbligo e potranno salutare il sussidio.

Reddito di Cittadinanza ISEE
InformazioneOggi.it

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto dei cambiamenti con riferimento al Reddito di Cittadinanza. Non che fosse una novità, Giorgia Meloni si è sempre mostrata contraria alla misura considerandola poco etica e inefficace nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Gli italiani, dunque, erano a conoscenza del fatto che l’RdC avrebbe avuto vita breve e così sarà. Rimarrà solamente – e in altra forma – per chi ha realmente necessità di sostegno economico. L’idea generale è che i cittadini che possono lavorare devono trovare un’occupazione e dovranno farlo in tempi brevi, sette mesi. Nel 2023, infatti, non si potrà più rinnovare la misura dopo sette ricariche (anche non continuative). È caccia all’impiego, dunque, per migliaia di percettori di RdC. Nel 2024, poi, non sentiremo più parlare di Reddito di Cittadinanza sia per gli occupabili che per gli inoccupabili.

Reddito di Cittadinanza, le nuove regole 2023

La manovra fiscale ha imposto paletti all’RdC. I percettori in grado di lavorare riceveranno il sussidio per sette mesi durante i quali dovranno attivamente cercare un’occupazione oppure frequentare corsi di formazione per ampliare l’offerta curriculare. Questa operazione permetterà allo Stato di risparmiare 950 milioni di euro.

Riceveranno la prestazione per diciotto mesi solamente i nuclei familiari con minori, persone con disabilità certificata e componenti di età superiore o pari a 60 anni per i quali rimane più difficile trovare un’occupazione. Ciò significa che la Legge di Bilancio non è intervenuta sulla Pensione di Cittadinanza.

La ricerca del lavoro obiettivo primario

Dal 1° gennaio 2023 i percettori di RdC occupabili dovranno essere inseriti per un periodo minimo di sei mesi in un corso di formazione o riqualificazione professionale. Rifiutando la proposta o non frequentando il corso decadrà immediatamente il diritto alla prestazione. Saranno le Regioni a trasmettere all’Anpal i nominativi di chi viola le direttive.

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I cittadini di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno rispettato l’obbligo scolastico dovranno frequentare percorsi di istruzione di primo livello. La manovra, poi, stabilisce che tutti – e non solo un terzo – i percettori del sussidio dovranno essere impiegati nel Comune di residenza in progetti utili alla collettività.

Qualora i beneficiari stipulassero contratti di lavoro stagionale o intermittente con retribuzione inferiore a 3 mila euro, tale importo non influirebbe sull’erogazione del’RdC. All’INPS dovranno essere comunicati solamente i redditi eccedenti. Infine, un’ultima direttiva fondamentale per non perdere la prestazione. I percettori non potranno rifiutare nemmeno un’offerta di lavoro o le ricariche non arriveranno più.

Lo zampino della manovra fiscale non finisce qui

Secondo la Legge di Bilancio 2023 la componente dell’RdC che si riferisce al canone annuo verrà erogata direttamente al proprietario dell’immobile. L’attuazione di tale direttiva verrà esplicitata in un prossimo Decreto previsto entro il 2 marzo. Altra novità è l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumono percettori della misura.

I cambiamenti finiscono qui. Importi e ISEE non hanno subito variazioni. A questo proposito, per poter continuare a percepire la misura per almeno sette mesi è necessario che i percettori presentino il nuovo valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente entro il 31 gennaio 2023.

ISEE e Reddito di Cittadinanza, il tempo a disposizione è poco

Il 31 dicembre 2022 è scaduto l’ISEE 2022. Di conseguenza, per continuare ad ottenere prestazioni legate all’indicatore sarà necessario calcolare il nuovo ISEE 2023. Vale, ad esempio, per l’Assegno Unico (il cui termine ultimo di invio è il 28 febbraio) e per il Reddito di Cittadinanza. Il tempo a disposizione dei beneficiari è poco, sarà necessario procedere entro il 31 gennaio. Chi non ha ancora prenotato un appuntamento al CAF o presso un patronato si ritroverà con molta probabilità oltre la soglia limite. Per continuare ad ottenere la ricarica anche a febbraio dovrà subito agire in autonomia sfruttando i canali telematici dell’INPS.

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Se non si invierà l’ISEE 2023 in tempo, dunque, non si riceveranno i soldi nel mese di febbraio. La ricarica di gennaio, invece, arriverà puntuale dato che ai percettori è concesso un mese di tempo per rinnovare l’Indicatore.

Cosa potrebbe accadere con il nuovo valore

L’INPS ha bisogno di conoscere il nuovo valore patrimoniale e reddituale del nucleo familiare per determinare l’importo da corrispondere. Se il valore ISEE dovesse risultare più alto rispetto all’anno precedente tanto da far oltrepassare una fascia di riferimento o addirittura superare il limite stabilito dalla normativa, il percettore noterebbe una riduzione dell’importo nel primo caso o il decadimento dal diritto all’erogazione nel secondo.

Qualora il valore risultasse inferiore, invece, l’INPS potrebbe erogare una somma maggiore. Analogamente, in caso di variazione del nucleo familiare l’ente procederebbe con un nuovo calcolo della ricarica a seconda dei cambiamenti avvenuti. L’entrata di un nuovo membro potrebbe comportare una somma superiore, l’uscita di un componente un importo inferiore. La ricarica potrebbe avere un importo inferiore, poi, qualora un membro del nucleo avesse avviato un’attività lavorativa producendo maggiori entrate per la famiglia.

La documentazione da presentare

Per calcolare l’ISEE sarà necessario che la famiglia presenti ogni documento con riferimento alla situazione patrimoniale e reddituale relativa al 2021 di ogni componente del nucleo. Non solo redditi da lavoro, dunque, ma anche saldo e giacenza sui conti correnti, su Libretti di Risparmio, proprietà mobiliari, veicoli in proprio possesso, canone di affitto o mutuo. Ricordiamo che per ottenere l’RdC sarà necessario rispettare avere un reddito familiare inferiore a 6 mila euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. Il limite è di 9.300 euro se si abita in una casa in affitto.

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Il patrimonio immobiliare non dovrà superare i 30 mila euro e il patrimonio finanziario dovrà essere inferiore a 6 mila euro. Per quanto riguarda l’ISEE la soglia limite è 9.360 euro. Ecco perché è fondamentale procedere subito con il calcolo del nuovo valore. L’INPS deve avere l’opportunità di verificare la soddisfazione dei requisiti.  Non inviando il nuovo valore si andrà incontro, come accennato, alla sospensione delle ricariche fino a che non si procederà con la comunicazione. Non c’è tempo da perdere, dunque, è il momento di compilare la DSU.

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