Riforma pensioni, i timori di Giorgetti. Primo test in Ue su sostegni e una tantum- Corriere.it

Riforma pensioni, i timori di Giorgetti. Primo test in Ue su sostegni e una tantum- Corriere.it

Il governo alla ricerca di qualche miliardo

L’obiettivo di deficit del governo di Mario Draghi era al 3,9% del prodotto interno lordo (Pil) nel 2023 e del 3,3% l’anno dopo, ma Meloni ha alzato entrambe le asticelle: al 4,5% l’anno prossimo e al 3,7% nel 2024, quando probabilmente torneranno attive — bench rinnovate — le regole di bilancio europee. Per la verit, a causa del carattere irripetibile delle entrate che arriveranno dai vari condoni in cottura, per far scendere il deficit al 3,7% nel 2024 servir un nuovo aggiustamento. Questo mese il governo dovr annunciare misure per reperire qualche miliardo nella legge di bilancio dell’anno prossimo. Non molti (forse quattro), comunque provenienti da tagli o prelievi.

Fiducia intatta di mercati e Bruxelles

Ma adesso la sostanza che la fiducia dei mercati e di Bruxelles — o almeno la pazienza — restano intatte. La lieve revisione della traiettoria dei conti non sta spaventando nessuno. Siamo lontani dal 2018 quando, sotto il governo gialloverde, una differenza da 0,4% del Pil aveva effetti sismici. In questi giorni, all’annuncio dello scostamento, lo spread fra titoli italiani e tedeschi a dieci anni quasi non si mosso e resta molto sotto ai livelli visti all’indomani delle elezioni. La Commissione Ue non dovrebbe sollevare un caso sull’obiettivo in s, quel deficit al 4,5% con un lieve calo del debito previsto. Neanche se esso rinvia di un anno la riduzione al 3% e rende dunque probabile nel 2024 una procedura per deficit eccessivo a Bruxelles sull’Italia e su un certo numero di Paesi con saldi ancora pi in rosso (fra essi Francia, Belgio, Slovenia e Slovacchia).

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Le preoccupazioni di Giorgetti

Ma la calma dei mercati e della Commissione Ue non comportano che le preoccupazioni siano assenti. Al contrario, esse restano in primo luogo in Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Economia sa bene che nel documento di finanza appena aggiornato dal governo la spesa per le pensioni a leggi invariate (cio, nell’ipotesi di un ritorno della stringente riforma di Elsa Fornero) presenta un aumento di spesa di quasi 60 miliardi di euro al 2025, a met di questa legislatura. Cos il peso delle pensioni sale in un triennio del 19,5%, sette punti pi del prodotto lordo (incluso l’effetto di inflazione). Giorgetti dunque il primo a volere ora un intervento sulle pensioni che non abbia impatti sui costi del sistema nel medio-lungo periodo. Il ministro fra l’altro teme gli effetti di un’uscita dal lavoro di tante persone ancora in forze e con competenze difficili da sostituire, per esempio fra i medici.

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Bruxelles non ama i condoni

Ci sono poi i punti di attenzione a Bruxelles e sui mercati. Nelle Commissione le misure una tantum come i condoni per coprire tagli di tasse permanenti — le due flat tax in cantiere — non sono mai piaciuti, n piacciono ora. Nuova invece l’attenzione percepibile nelle parole di ieri del commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, sul carattere sostenibile e rivolto ai vulnerabili delle misure contro il caro energia. Non convincono i sussidi rivolti a tutti — sulla benzina anche ai pi benestanti — e che coprono tutto il consumo e dunque incentivandolo, come quelli oggi in vigore in Italia che il governo sembra voler prorogare. Anche perch un deficit al 4,5% finanzia gli aiuti solo fino a fine inverno. gi visibile come l’emergenza energia, se si protrae, possa portare a ulteriori scostamenti di bilancio gi dalla primavera. Qui si innestano le domande diffuse sui mercati. Nel 2023 l’Italia dovr collocare nuove emissioni di titoli di Stato per poco pi di 90 miliardi. Dopo il 2020 il secondo livello pi alto da quando c’ l’euro, ma nettamente il pi alto senza quasi nuovi acquisti da parte della Banca centrale europea. Per trovare investitori nel suo debito nel 2023 l’Italia deve dunque avere (e comunicare) una vera strategia di crescita, che non pu certo essere quella dei condoni, dei vincoli laschi sul contante o delle flat tax. Fra Meloni, Giorgetti e i loro interlocutori di Bruxelles, sar il tema pi discusso.

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