Rinuncia al reddito di cittadinanza e viene assunto da un’azienda della grande distribuzione

Rinuncia al reddito di cittadinanza e viene assunto da un’azienda della grande distribuzione

Una bella storia di voglia di fare e virtuosismo quella raccontata in una lettera inviata alla redazione di Traniviva dal professor De Iuliis. Si tratta della testimonianza di un suo conoscente rimasto senza lavoro e da poco assunto per l’azienda Maiora piuttosto che fare richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza.

«Qualche giorno fa, in un bar cittadino di Trani, chiedo a un mio conoscente, rimasto senza lavoro all’inizio della primavera 2022: «Hai poi avviato le pratiche per il reddito di cittadinanza?». Mi risponde entusiasta e gioioso: «Mi hanno assunto quelli di Despar. Ho inviato il curriculum a Maiora, a Corato, ho fatto il colloquio e mi hanno preso».

Maiora srl è una società della Grande Distribuzione, con sede a Corato (BA), che gestisce nell’Italia Meridionale, in particolare in Puglia, Molise, Basilicata, Campania, Calabria e Abruzzo, punti vendita a insegna Despar, in tutte le sue declinazioni legate al cluster quantitativo di riferimento (Despar, Eurospar, Interspar e Iperspar). La Maiora S.r.l. unisce, sotto le diverse insegne, 445 punti vendita tra supermercati di proprietà e franchising, per una superficie di vendita complessiva di 271.000 mq. e con oltre 2400 dipendenti.

Amministratore delegato e presidente del gruppo il dott. Pippo Cannillo, classe 1980, di recente entrato peraltro nel nuovo Cda di SPAR International, società cooperativa fondata nei Paesi Bassi nel 1932 con sede nel centro di Amsterdam, custode del marchio SPAR in tutto il mondo con una presenza in oltre 48 Paesi.
Compongono il Board di Spar, oltre a Cannillo, Graham O’Connor (Presidente del Cda, Sud Africa), Fritz Poppmeier (Austria), Jon Van der Ent (Paesi Bassi), Knut Johannson (Norvegia), Dominic Hall (Inghilterra), Tobias Wasmuht e David Moore (SPAR International). Il 22 giugno 2022 l’Equal-Salary foundation ha conferito il prestigioso riconoscimento proprio a Maiora srl.

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La certificazione Equal-Salary è un processo che permette alle società di verificare e rendere pubblica l’equità retributiva tra donna e uomo all’interno della loro organizzazione. PwC è il soggetto accreditato dalla Equal-Salary foundation a svolgere questa attività che consiste in un’analisi indipendente di politiche e pratiche che riguardano la parità di genere, attraverso una metodologia riconosciuta dalla Commissione Europea.

Maiora srl è la quinta azienda italiana, dopo Ferrari, Credem, WindTre e Philip Morris, a ottenere questo prestigioso riconoscimento. La prima dell’Italia Meridionale. Uno dei 17 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE, OSS (in inglese: SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS, SDG), dell’AGENDA 2030 (Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), il numero 5 in particolare, dichiara che entro il 2030 bisogna raggiungere la parità di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.

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La parità di genere oltre a essere un diritto umano è da considerarsi una condizione necessaria per un’economia sostenibile. È necessario cioè garantire alle donne un accesso paritario all’educazione, alla sanità e al mondo del lavoro, oltre che alla rappresentanza nei processi decisionali politici ed economici. Tra l’altro la tutela della diversity & inclusion (D&I) delle risorse umane è una delle chiavi del successo di ogni società. I vantaggi conseguibili si traducono in migliori performance economiche, maggiore attrattività dei talenti e maggiore possibilità di trattenerli. Tali attenzioni, inoltre, arricchiscono i processi di innovazione e migliorano la reputazione e l’immagine del brand delle organizzazioni.

E non è un caso che i successi economici di Maiora srl, una delle realtà più giovani della GDO (nasce ufficialmente nel 2010), siano naturalmente legati alla Equal-Salary Certification, così come lo stesso recente riconoscimento, garantito peraltro dall’Università di Ginevra, sembra la punta dell’iceberg di un business model virtuoso, sostenibile ed economicamente efficace.

Dire che il Reddito di cittadinanza toglierebbe disponibilità di forza lavoro mi sembra dunque una forzatura, oltre che un inutile chiacchiericcio populista e demagogico per distrarre l’attenzione dai veri problemi legati al mondo del lavoro. Aziende virtuose e sostenibili. Aziende che credono seriamente nella professionalità delle risorse umane. Aziende che creano valore. Tali aziende non avranno mai problemi di disponibilità di forza lavoro. Chiunque, come il mio conoscente di cui sopra, accetterebbe di lavorare per Maiora srl piuttosto che percepire il Reddito di cittadinanza».

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