Shang – Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli Recensione

Se Shang-Chi rappresenta l’inizio del nuovo corso del Marvel Cinematic Universe, la strada intrapresa è quella giusta.

Siamo d’accordo nel ritenere che la Marvel padroneggi il genere cinematografico dei supereroi con una certa maestria. Ogni film funziona proprio come un viaggio sulle montagne russe: la lenta salita per guadagnare la giusta altitudine, il lancio apparentemente spericolato verso la discesa con le sue curve, spirali e giri a 360° gradi, il rientro a fine corsa con qualche brivido vissuto. La formula Marvel è agganciata a quei binari che ripropongono sostanzialmente lo stesso percorso fatto di emozioni, azione e risoluzione del conflitto. Gli attori sono bravi professionisti, i registi danno il loro contributo e si adattano alle decisioni del team creativo, gli artisti degli effetti digitali sono impeccabili. È intrattenimento di alta qualità, non c’è dubbio ma, volendo trovare un punto debole, sono gli archi narrativi dei film Marvel a somigliarsi un po’ tutti. Se qualcosa esce dai binari è la benvenuta, come l’ingaggio di un attore improbabile per un ruolo da supereroe (Paul Rudd per Ant-Man), il concetto forza spirituale contrapposto alla logica della scienza (Doctor Strange), il finale, seppur provvisorio, in cui l’antagonista ha la meglio (Avengers: Infinity War). Ma la vera forza della Marvel è quella di guardare lontano, di pianificare abilmente, di seminare per raccogliere frutti a tempo debito, come è stato per gli undici anni dell’Infinity Saga, raccontata dal 2008 al 2019. Ora con Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli si respira subito aria di nuova semina, il cui raccolto sorprendentemente si mostra anche prima che finisca il film.

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È un grande spettacolo quello offerto dal nuovo supereroe asiatico. Il film diretto da Destin Daniel Cretton investe sul misticismo della storia cercando e trovando immagini di forte suggestione. L’intera sequenza ambientata nel villaggio nascosto di Ta Lo è una meraviglia per gli occhi, a cominciare dalla magia che muove gli elementi naturali come acqua e vegetazione, fino alla battaglia contro il demone succhia anime, passando per le adorabili creature che pascolano nella quiete prima della tempesta. Ma ancor prima, il regista e il team creativo trovano un felice allestimento di azione e kung-fu nel contesto urbano di San Francisco con il divertente combattimento sull’autobus, e in quello di Macao con le arti marziali sfoggiata in notturna sul ponteggio di un grattacielo.

Oltre ad aver lavorato per conferire al film una distinta personalità visiva nel Marvel Cinematic Universe, gli autori ritraggono con precisione anche la dinamica familiare dei personaggi. Il protagonista Shang-Chi, interpretato da Simu Liu (attore e stuntman nato in Cina ed emigrato in Canada all’età di 5 anni), ha non poche questioni irrisolte con il padre e con la sorella. La triangolazione di questa famiglia disfunzionale è la vera spina dorsale della storia. La sceneggiatura non perde mai di vista la posta in gioco per ognuno di loro, avvalendosi di flashback quando necessario, mettendo oculatamente in secondo piano il mistero dei Dieci Anelli di cui ci si occuperà nei film successivi.

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Mentre Liu si candida come astro nascente del cinema hollywoodiano, nonché membro degli Avengers del nuovo corso, non è un problema riconoscere quello che è sotto gli occhi di tutti: Tony Leung è l’indiscussa star di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli. Il noto attore hongkonghese usa il carisma che gli è naturale per incarnare il suo personaggio millenario Xu Wenwu, schiavo del suo dolore per la perdita della moglie. Sono gli occhi di Leung comunicare la disperazione e la malinconia che alimentano la rabbia di un uomo pronto a passare sul cadevere dei propri figli per inseguire un’illusione. Allo stesso modo è un piacere ritrovare Ben Kingsley nel brillante ruolo dell’attore Trevor Slattery che si aggangia direttamente agli eventi di Iron Man 3 e del cortometraggio Marvel One-Shot: All Hail the King. Restando nella solco della commedia, l’amica Katy interpretata da Awkwafina è di chiacchiera affilata e si garantisce un posto nel futuro dell’MCU varcando con Shang-Chi il portale aperto da Wong. La compattezza e la chiarezza narrativa fanno di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli un film completo e soddisfacente, in cui l’intera veste del genere superoistico al quale appartiene è solo una caratteristica supplementare che ne rimarca la forza con gli elementi fantasy della storia.

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