solidarietà a rischio per i tre errori di Berlino e il «bullismo» olandese- Corriere.it

solidarietà a rischio per i tre errori di Berlino e il «bullismo» olandese- Corriere.it

La Germania sbaglia. La soluzione resta il tetto al prezzo del gas. Draghi conosce bene i tedeschi per averli frequentati. Da marzo insisteva perch l’Unione applicasse il price cap e — nonostante gli sforzi — con il passare del tempo ha intuito che sarebbe stato arduo raggiungere l’obiettivo. La prova l’ha avuta ieri, con lo scudo da 200 miliardi deciso da Berlino per proteggere famiglie e imprese dal rincaro delle bollette, e che giudica un triplice grave errore: mina la solidariet europea, distorce il mercato e far esplodere il debito tedesco senza risolvere il problema. Fin d’ora gli chiaro che al vertice di Praga — l’ultimo al quale parteciper da premier — si aprir un conflitto. Anche perch — spiega un rappresentante dell’esecutivo — i capi di Stato e di governo non sono d’accordo su nulla.

Palesi violazioni

Gi la riunione odierna dei ministri dell’Energia sar incandescente, se vero che ieri il rappresentante italiano Cingolani rimasto esterrefatto dalla decisione di Scholz. E con alcuni colleghi ha parlato di palesi violazioni da parte della Germania ma anche della Commissione, dato che la presidente (tedesca) von der Leyen si permessa di ignorare la lettera con cui 15 Paesi chiedevano venisse presentata una proposta formale sul tetto al prezzo del gas. Una scelta vissuta come un atto di bullismo, perpetrato con la collaborazione degli olandesi e deciso dopo aver fatto di tutto per frenare sul price cap. Ecco a cosa alludeva ieri mattina un funzionario di Bruxelles, quando aveva ammesso che diversi Paesi membri stanno diventando sempre pi nervosi. La tensione cos alta che fonti diplomatiche definiscono la mossa dei tedeschi unilaterale e anti solidale. E quelli che si configurano come aiuti di Stato — sui quali la Ue chiamata a vigilare — potrebbero produrre delle conseguenze: perch, venendo meno la solidariet europea, l’Italia potrebbe decidere a sua volta di non condividere la riserve di gas stoccate e chiudere il rubinetto. Mettendo in difficolt Berlino.

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Nuovi interventi

Ma in questa fase Roma a essere sotto pressione, proprio nel momento della transizione tra il governo Draghi e il futuro governo Meloni. Il colloquio tra il premier e il suo successore in pectore stato preceduto da contatti tra i rispettivi sherpa. Ai dirigenti di FdI stato ribadito che palazzo Chigi non intende agire con nuovi interventi dopo l’ultimo decreto Aiuti. E che dunque non proceder con uno scostamento di bilancio. Toccher farlo al nuovo governo, se lo riterr opportuno. Anche perch la possibilit che in Europa si possa approvare un Fondo per l’Energia va oltre l’orizzonte temporale dell’emergenza.Le parti hanno convenuto sul rischio incombente — oltre che per le famiglie — per le imprese italiane, che dovrebbero affrontare un mercato drogato, impossibilitate a competere con le aziende tedesche, dovendo pagare l’energia a costi nettamente superiori. In questo modo salta il nostro sistema produttivo, ha commentato allarmato uno dei consiglieri di Meloni. Un timore che si ritrova nell’appello di Draghi all’Europa perch si evitino pericolose e ingiustificate distorsioni nel mercato interno.

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Non antieuropeisti

In questo senso la sintonia tra il premier e la leader di FdI parsa evidente dal comunicato successivo di Meloni, che ieri mattina si era schermita: Non mi pare il caso di commentare, la decisione di Berlino. Cos dicendo aveva evocato uno dei temi sviluppati in campagna elettorale, quando sottolineava come Germania e Francia difendessero a Bruxelles i loro interessi nazionali: E noi non possiamo essere tacciati di anti-europeismo se lo proponiamo anche per l’Italia. Ma l’incarico che sta per rivestire l’ha indotta in serata a evitare polemiche. C’ una chiara simmetria tra la dichiarazione di Draghi (in Europa non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali) e il comunicato di Meloni: Neppure gli Stati membri che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario possono offrire soluzioni efficaci a lungo termine in assenza di una strategia comune. L’appello del premier in pectore all’unit di tutte le forze politiche il tentativo di attutire una conflittualit che gi emerge nella sua stessa maggioranza, dato che Salvini chiede subito un maxi intervento per le bollette. La transizione di governo si avvicina e Cingolani ha esortato Meloni ad accelerare con il rigassificatore di Piombino, bloccato da veti politici e impedimenti burocratici, aggirati da altri in Europa: Germania e Olanda, guarda caso.

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