Stangata sulle stanze per gli studenti: a Padova i rincari pi alti d’Italia

Stangata sulle stanze per gli studenti: a Padova i rincari pi alti d’Italia

Più cara di Firenze e Bologna e anche di Venezia. Solo a Milano e Roma si spende di più. Studiare e vivere a Padova da fuorisede sta diventando un’impresa, come rivela Immobiliare.it Insight nel suo focus sul costo delle stanze singole per gli universitari: la città del Santo registra l’aumento maggiore a livello nazionale. Dall’analisi di Immobiliare.it servono in media 458 euro per aggiudicarsi una singola, il che vuole dire il 42,2 per cento in più rispetto ai 336 euro dell’anno scorso. Il che porta Padova sopra la media nazionale di 439 euro e al terzo posto tra le città con gli affitti studenteschi più cari. I dati, però, cambiano se si analizzano i prezzi delle doppie dove il costo medio a persona scende a 177 euro (qui la media italiana è di 234 euro), ossia si registra un calo dell’8,4 per cento rispetto ai 205 euro del 2021: non solo in questa seconda classifica la città del Santo scende dal podio, ma si posiziona anche dietro ad altre realtà quali Ferrara, Novara, Parma e Trento, le cui università, seppure importanti, offrono un’offerta formativa più contenuta rispetto a quella padovana.

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Prezzi e scarsa disponibilità

La problematica dei prezzi non è però l’unica, in quanto è strettamente correlata a quella della carenza di posti letto

: qualcosa sembra muoversi, visto che l’offerta di camere è aumentata dell’85,4 per cento, ma di pari passo è cresciuta del 77,3 per cento anche la domanda di stanze da parte degli studenti. Un dato, quest’ultimo, che è tuttavia destinato ad aumentare visto che da ottobre all’università verrà meno la possibilità di seguire le lezioni a distanza, gli iscritti dovranno cioè tornare in aula se vorranno proseguire il proprio percorso di studi laddove la frequenza è obbligatoria. E dato che, a fronte di ormai oltre 70 mila iscritti, i posti messi a disposizione dall’Esu sono 1.316 (64 in più rispetto allo scorso anno accademico) viene da sé che la maggior parte degli almeno 15 mila studenti fuori sede dovrà trovare una soluzione alternativa, con tutte le difficoltà del caso. Perché oltre ai costi, c’è il problema che trovare casa è sempre più complicato. Come denuncia dall’anno scorso l’Unione degli universitari (Udu). «Con il consistente aumento di iscrizioni, la domanda di alloggio è salita vertiginosamente — denuncia Udu — causando i picchi nei costi che stiamo vedendo in queste settimane». Tra «truffe sempre più frequenti», agenzie «che non esistono», annunci «razzisti», si chiedono gli universitari, «come potrà essere garantito il diritto alla casa?». Le richieste sono presto elencate: «Vogliamo risposte concrete — dice l’Unione — sussidi per le spese d’alloggio, affitti calmierati e investimenti per le residenze devono essere il punto di partenza per un territorio veramente a misura di studente: è finito il tempo di stare a guardare, Regione e Università si prendano le proprie responsabilità». A onor del vero, in programma c’è la realizzazione di sette studentati nei prossimi anni. E il Comune ha proposto un’agevolazione per il cambio di destinazione d’uso. Resta però il dato della stangata del caro-affitti.

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I privati e il «nero»

«L’aumento del 40 per cento dei prezzi accade perché gli studenti si affidano a privati che se ne approfittano — commenta Maurizio Torresan, presidente regionale della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) — esistono contratti di locazione concordati che, se rispettati, consentono di spendere il giusto prezzo. Sia io che i miei colleghi riceviamo almeno dieci richieste al giorno di studenti in cerca di appartamenti, ma ce ne sono sempre meno a disposizione: durante le prime ondate Covid moltissimi universitari sono andati via, e nell’incertezza i proprietari delle abitazioni hanno preferito affittarli a famiglie, in modo da avere la certezza di un’entrata economica».

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24 agosto 2022 (modifica il 24 agosto 2022 | 13:12)

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