Superbonus: come funziona con le nuove regole

Superbonus: come funziona con le nuove regole

Il Decreto Aiuti ha istituito nuove regole per il Superbonus, che è possibile richiedere ancora per pochissimo tempo. Ecco quali.

Ha fatto tanto discutere da far cadere un Governo, eppure alla fine il Decreto Aiuti è stato approvato dalla maggioranza andando definitivamente a semplificare in modo significativo il procedimento che ora sarà necessario rispettare per la cessione del credito per il Superbonus, che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di interventi ad hoc sugli immobili, finalizzati all’efficienza energetica (con un salto di due classi energetiche) e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

Per il momento, va ricordato, la misura non è ancora stata ufficialmente stoppata seppur i fondi messi a disposizione sia stati esauriti nel giro di pochissimo. Per accedere all’agevolazione fiscale concessa dal Bonus la strada del credito è sostanzialmente obbligata, nonostante ancora vada a rilento. Un problema nato perché le banche non hanno più a disposizione le agevolazioni per rilasciare i crediti, considerato che l’ammontare raccolto in questi mesi rischia già di essere superiore rispetto alle imposte sui profitti dovute. In secondo luogo i processi pendenti – specialmente sul Bonsu facciate – stanno pesando in maniera non indifferente sulla tenuta dello strumento e dei fondi messi a disposizione: sono tante le vicende giudiziarie che hanno portato a sequestrare somme nei cassetti fiscali delle banche per operazioni sospette.

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Grazie alle novità introdotte dal Decreto Aiuti però, la cessione dei crediti è semplificata nel momento in cui consente a banche e a società appartenenti ad un gruppo bancario di cedere crediti ai propri correntisti non consumatori (pertanto, professionisti con Partita Iva).  È stato specificato perché che i correntisti che acquistano il credito d’imposta, non potranno a loro volta cederlo ma dovranno successivamente utilizzarlo solo in compensazione. Un meccanismo che può essere applicato a tutte le cessioni a prescindere dalla data in cui sono state comunicate alle Entrate (a differenza di quanto previsto prima, quando era possibile farlo solo per le operazioni segnalate dopo il 1° maggio 2020), e che può essere consentito solo alle banche quando non è possibile la cessione ad altro soggetto vigilato, quindi se ci sono già state tre cessioni o, in alternativa, un’operazione di sconto in fattura seguita da due altre cessioni.

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Ma le novità potrebbero non essere ancora finite: il decreto Aiuti bis, che tra mercoledì e giovedì dovrebbe venire ufficialmente approvato dal Governo, potrebbe portare con sé novità anche sulla responsabilità solidale nelle cessioni, su cui tanto si è discusso, limitandola a chi risulta aver agito con dolo o colpa evidente.

In ogni caso per ora, paradossalmente, c’è ancora (pochissimo) tempo per fare richiesta del Superbonus, almeno finché il Governo (post Draghi) non disponga altrimenti. Le scadenze sono sempre le stesse:

  • 31 dicembre 2022 per gli edifici unifamiliari come ville, immobili residenziali funzionalmente indipendenti, che però entro il 30 settembre abbiano effettuato almeno il 30% dei lavori;
  • 31 dicembre 2023 per gli edifici di Iacp (ed enti con le stesse finalità sociali) su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica che al 30 giugno 2023 abbiano eseguito lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo.
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Inoltre, il Superbonus spetta fino al 31 dicembre 2025, nelle seguenti misure

  • 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 (secondo le regole sopra citate);
  • 70% per le spese sostenute nel 2024;
  • 65% per le spese sostenute nel 2025.


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