“Ah Loré, com”è che non mi sono mai comprato ”no smoking? – E ”ndo cazzo ce devi annà tu, cò lo smoking?”. Scende dal taxi e risale sul taxi. Non è un indaffarato uomo d’affari e la sua leggerissima ventiquattrore. Lui è Gianni (Enrico Brignano), al volante della sua multipla, chiama tutti dottore, e ha il peso delle valigie da carico e scarico sulle vertebre. “Tutta un’altra vita”, stasera in tv il taxi farà una corsa alle “Maldive“.
Un tassinaro tutto gratta e vinci, e schedine per svoltare. La routine influenza il suo linguaggio: “Ce l’avete li sordi?” – “No, papà” – “Meglio, così nun li perdete“. Fin quando, un giorno per caso, sul sedile posteriore della vettura, trova un paio di chiavi dimenticate di una faraonica villa da mille e una notte. Con l’azzardo non fa retromarcia: va lui con le chiavi in mano, e si trasforma in un miliardario in vacanza. Tra auto di lusso, piscine e feste esclusive. A Gianni non mancherà neppure l’amore. “Ma ndo stai?“, neanche la voce della moglie al telefono lo riporterà indietro.
Tutta un’altra vita e chiavi in mano
Quest’anno il solito bagno alla pensione, con Lorella la moglie (Paola Minaccioni), che si tuffa incoraggiata da “E buttate“, avrà un non so che di esotico e rigenerante. La sua dimora è all’Eur, con vista Basilica dei Santi Pietro e Paolo. Oramai stretta la casa alla Garbatella senza ascensore. In stile hollywoodiano è la cucina che lo aspetta, dove un prosciutto sul tagliere, lo ispirerà a dire: “Si sente il mare..” E abbandona il solito itinerario con tutte le buche di via delle Terme di Caracalla, per transitare su una Lamborghini, in nome del motto di Gianni: “I Sogni te li devi andare a pijà, sennò rimangono sogni..”. “Tutta un’altra vita” è del 2019, diretto da Alessandro Pondi, e stasera in tv su RAI uno. Il film è stato girato a Roma soprattutto nella zona EUR e sulle spiagge di Tarquinia e Civitavecchia.
Non c’è nulla dell’Alberto Sordi e del suo Zara 87: non è un pittoresco amarcord dell’unico, autentico, tassinaro metropolitano. Qui Enrico Brignano gioca con il tormentone: “Sto a scherzà!”; non è il “my name iś..” del poliglotta Albertone. La sigla del film è “Vita in vacanza” dello Stato Sociale, dove ‘la vecchia che balla’ non si vede, ed è sostituita dalla giunonica Ilaria Spada in Lola. Erano le chiavi dei desideri per Gianni: con la corsa che deve riprendere, il tassametro che dovrà continuare a girare, e tutto è nel mazzo.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici
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