Way of the Hunter – Recensione

Way of the Hunter – Recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Più malleabile e meno intransigente degli altri simulatori di caccia, Way of the Hunter propone un open world con un discreto bestiario da cacciare.
  • Tra campagna single player, cooperativa online e modalità libera le attività da svolgere non mancano, ma resta un prodotto pensato per una nicchia specifica.
  • Il non irreprensibile lavoro di ottimizzazione sul comparto grafico pesa come un macigno sulla resa visiva, dove lo spettacolo della natura è riuscito solo in parte.

Sono passati poco più di due anni dall’ultima volta che ho imbracciato un fucile per andare a caccia di animali selvatici su Hunting Simulator 2 (Voto: 7 – Recensione), rigorosamente in compagnia di Igi Ennio, il mio fidato beagle che mi è stato di grande aiuto per scovare prede di ogni foggia e dimensione. Per quanto mi sia aperto un mondo, devo dire che non ho avvertito la pulsione di coltivare questa disciplina anche nella vita reale, per quanto ami stare all’aria aperto e sia un gran patito di trekking e armi da fuoco.

L’istinto del cacciatore, però, è sempre lì sornione e, quando si è paventata la possibilità di recensire Way of the Hunter, ha avuto la meglio e dall’inseguire mostri in Hunt: Showdown (Voto: 8.1 – Recensione) sono passato a mettermi sulle tracce di cervi e cinghiali. Per la serie, datemi un fucile e impallinerò qualsiasi cosa mi capiti a tiro, o almeno ci proverò. Perché la “via del cacciatore” è irta di ostacoli, attese interminabili e bestie che si prendono gioco di te, ma volete mettere la soddisfazione di mostrare con orgoglio un trofeo di caccia quando le cose vanno per il verso giusto?

La caccia, una tradizione di famiglia

Cosa spinge uno stuntman di Hollywood a rifugiarsi nello chalet di famiglia edificato nel bel mezzo della lussureggiante Valle dei Nasi Forati? La voglia di lasciarsi alle spalle il tran tran della vita quotidiana in una grande metropoli, certo, ma anche il desiderio di godersi del meritato riposo praticando una disciplina come la caccia etica nel posto in cui il protagonista ha trascorso parte della sua infanzia. Sollecitato dal nonno a imbracciare il fucile, nonostante il disappunto di suo padre, River Knox diventa così l’uomo di copertina della campagna di Way of The Hunter in cui potrà prendere parte ad alcune missioni o cacciare in totale libertà per conto proprio.

La campagna di Way of the Hunter è un viaggio tra i ricordi della famiglia Knox.

Nine Rocks Games ha tentato di differenziarsi dagli altri esponenti del genere proponendo un contesto narrativo senza grandi sussulti, che si sviluppa principalmente attraverso scambi di messaggi testuali che spesso e volentieri nascondono degli incarichi da accettare e portare a termine, quasi tutti incentrati sull’andare a caccia di determinati animali. Ben presto si scopre che la campagna non è altro che un progressivo tutorial che mescola la messa in pratica dell’arte venatoria, l’esplorazione di ampi scenari e sequenze narrative in stile fumetto che raccontano le vicende di River e della sua famiglia.

Viene poi concesso di spostarsi liberamente nella seconda mappa ambientata in Europa, più precisamente nel cuore della Transilvania, che ospita altre tipologie di fauna e terreni di caccia che appaiono più ricchi di fitte foreste in cui cacciare cinghiali e altre prede tipiche della regione europea.

Pochi colpi ma buoni

Way of the Hunter va considerato un simulatore di caccia alla stregua della serie Hunting Simulator e dell’ottimo theHunter: Call of the Wild, malgrado la sua curva di apprendimento più flessibile e dinamiche semplificate sotto determinati aspetti che tendono la mano soprattutto ai non esperti della suddetta disciplina. Il fulcro dell’esperienza resta sempre quello di cacciare piccoli e grandi animali utilizzando una vasta gamma di armi da fuoco. A cambiare, però, è l’approccio, che si dimostra più libero e persino avventuroso, dal momento che possiamo completamente ignorare il completamento delle missioni per esplorare le due abnormi ambientazioni e metterci sulle tracce di lupi, orsi, cervi, tassi e altri esponenti del regno animale collinare, forestale e montano.

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I puristi della caccia videoludica potranno disattivare l’HUD e vivere un’esperienza ancora più immersiva.

Un open world in chiave venatoria senza troppi vincoli, con ettari di terreno da battere a piedi o utilizzando un fuoristrada non troppo veloce, utile per macinare chilometri, ma così rumoroso da far scappare a zampe levate ogni genere di preda. La guidabilità del mezzo è tutto sommata digeribile e i dislivelli del terreno mettono in crisi la potenza non esagerata del motore, peccato però che la fisica degli impatti sia quel che sia, ma non trovandoci di fronte a un gioco di guida off-road ci si accontenta in qualche modo.

Per quanto riguarda le situazioni in cui si imbraccia un fucile per cacciare un animale cercando di stanarlo con il minor numero di colpi, perché sempre di caccia etica si tratta, Way of the Hunter non si discosta poi molto dai diretti competitor nel proporre caratteristiche come una balistica coerente e resoconti dettagliati dei tiri messi a segno, offrendo pure la possibilità di riavvolgere la traiettoria del proiettile e consultare una serie di informazioni relative alla bestia abbattuta.

A seconda del livello di difficoltà selezionato potrà essere più o meno complicato riuscire nell’intento, anche se grazie agli strumenti del mestiere è possibile semplificarsi e non poco la vita. Oltre a richiami, binocoli, ottiche per un vasto arsenale di fucili di vario calibro e specifici per cacciare differenti tipologie di mammiferi e volatili, è necessario anche acquisire degli appositi permessi per poter cacciare in aree private, altrimenti accessibili svolgendo qualche lavoretto per conto dei proprietari del terreno.

In linea di massima si ottiene denaro cacciando dentro e fuori le missioni della campagna, ma è altresì possibile dedicarsi alla tassidermia per ricreare diversi diorami da esporre nel proprio rifugio. L’economia e il senso di progressione appaiono quindi meno intransigenti se rapportati alla concorrenza, tanto da poter accedere sin da subito a tutte le bocche da fuoco e agli accessori disponibili, giusto completando qualche incarico e senza dover fare gli straordinari per aumentare il proprio capitale da investire nell’acquisto di equipaggiamenti sempre migliori.

Gli amanti dei numeri e delle statistiche troveranno pane per i loro denti.

Ho parlato di progressione e non l’ho fatto in maniera casuale, poiché il nostro cacciatore è in grado di potenziare alcune delle sue competenze attraverso il completamento di alcuni obiettivi, inerenti alla caccia e non solo. Viene ad esempio chiesto di guidare il fuoristrada per un certo numero di chilometri per vedere incrementata la velocità del veicolo, oppure ridurre il rumore dei propri passi camminando per un bel po’ in posizione eretta.

L’istinto del cacciatore non sbaglia mai

Gli animali sono in maniera inconsapevole l’oggetto delle attenzioni di River Knox, che come già accennato avrà l’imbarazzo della scelta sulla preda da cacciare nei pressi di stagni, aree boschive e radure che si distendono a perdita d’occhio. La loro inclinazione a spaventarsi con una certa facilità può rendere ardua la vita dei cacciatori digitali, ma allo stesso tempo cervi e compagnia animale seguono una routine suddivisa in tre fasi (riposo, nutrizione e abbeveraggio) che permette ai giocatori di studiare le loro abitudini e ottenere un discreto vantaggio.

Gli animali hanno le loro abitudini e vanno studiate per tracciarli e cacciarli con successo.

In parole povere, interagendo con elementi dello scenario come le sponde di un ruscello, tane e scarti di cibo si ricavano informazioni che vengono memorizzate in una sorta di bestiario e sulla mappa interattiva, da consultare successivamente per visualizzare l’orario e l’area in cui erbivori e carnivori sono soliti spostarsi per dormire, cibarsi e dissetarsi. Ovviamente farsi trovare nel posto X alle ore Y in punto non garantisce automaticamente la presenza delle prede designate, tuttavia, imparare i loro comportamenti migliora sensibilmente le probabilità di tornare al ranch di famiglia con un trofeo di caccia.

Si tratta di una meccanica di gameplay che si inserisce alla perfezione nel contesto generale, una mano amichevolmente tesa che permette di risparmiarsi un inutile andirivieni in lungo e in largo alla ricerca di uno specifico animale, ma a conti fatti non è l’unica agevolazione su cui fare poter fare affidamento. Premesso che Way of the Hunter è un’esperienza altamente scalabile che non intende né ostacolare i neofiti né agevolare troppo i più esperti, sebbene si rivolga comunque a una nicchia di appassionati, il simulatore di caccia di Nine Rocks Games dà la possibilità di attivare il cosiddetto “istinto del cacciatore”. Questa funzionalità mette in evidenza le impronte, i versi e le macchie di sangue delle prede ferite, oltre a fornire anche importanti informazioni sulla distanza dei bersagli e la potenza del proiettile poco prima di premere il grilletto.

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Le ottiche Leupold e i binocoli Bushnell sono sinonimo di qualità anche in un gioco come Way of the Hunter.

Scegliere se avvalersi o meno dell’istinto del cacciatore spetta al singolo giocatore, considerando che anche disattivandolo le tracce lasciate dalla fauna restano comunque impresse nel terreno. Si può dunque decidere di attivare tutti gli indicatori e semplificarsi la vita, oppure selezionare il livello massimo di difficoltà e vivere l’esperienza di caccia (quasi) definitiva, ma in tal caso si finisce con l’anteporre l’aspetto simulativo a quello pratico e dilettevole.

Senza entrare nel merito di quanto sia effettivamente etico o meno mettersi sulle tracce della cacciagione da abbattere con un colpo ben piazzato, Way of the Hunter non offre propriamente momenti all’insegna del divertimento ma preferisce piuttosto regalare qualche soddisfazione quando una battuta di caccia si rivela particolarmente fruttuosa.

Chi non caccia in compagnia…

Per provare a rendere la caccia più piacevole gli sviluppatori slovacchi hanno seguito le orme di theHunter: Call of the Wild, inserendo una modalità cooperativa online in grado di ospitare un massimo di quattro giocatori. Viene offerta la possibilità di creare una sessione definendo alcuni aspetti come lo scenario e la difficoltà o di unirsi a un’istanza di un altro cacciatore, così da unire le forze e mettersi alla ricerca di prede sempre più pregiate. Purtroppo non mi è stato possibile testarla per la mancanza di utenti connessi ai server, comprensibilmente vuoti date le ovvie circostanze.

Pur non essendo un fulmine di guerra, la jeep in dotazione permette di spostarsi abbastanza agevolmente tra un territorio di caccia e l’altro.

L’altra aggiunta degna di menzione è la modalità fotografica, una funzionalità perfetta per immortalare in uno scatto digitale la fauna nella loro quotidianità e gli habitat naturali che circondano River Knox. Filtri, opzioni e preset con cui smanettare non mancano, anche se la messa a punto di un parametro provoca dei rallentamenti piuttosto evidenti. Inspiegabilmente assente il supporto ai grilletti adattivi nelle fasi di sparo e di guida, mentre le timide vibrazioni emesse dal controller non rendono giustizia alle potenzialità del DualSense.

Way of the Hunter se la cava decisamente meglio per quanto riguarda i tempi di caricamento, tanto da impiegare circa 25 secondi per caricare l’ultima sessione attraverso le schede Attività e meno di 15 passando dal menu principale. Spostarsi da un rifugio all’altro con il viaggio rapido è un’operazione altrettanto fulminea, dal momento che bastano pochi secondi di attesa per raggiungere in un batter d’occhio i diversi punti di interesse sparsi in tutta la mappa.

Guarda, un tasso volante!

Si dice che i primi sette secondi siano più che sufficienti per elaborare una prima impressione generale, ma nel mio caso ne sono bastati addirittura un paio in meno per capire quanto il comparto tecnico di Way of the Hunter sia il punto debole dell’intera produzione. Ma andiamo con ordine e partiamo dal fastidioso e continuativo pop-up di cespugli e fili d’erba, reso ancora più evidente spostandosi a moderata velocità a bordo del fuoristrada, il che non è esattamente un bello spettacolo a cui assistere. Una problematica che in verità avevo riscontrato anche in Hunting Simulator 2, seppur in maniera molto minore e mitigata da un campionario di terreni di caccia più variopinti.

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La modalità fotografica di The Way of the Hunter in azione.

L’altra imperfezione su cui è difficile chiudere un occhio è l’instabilità del frame-rate, con cali che si sono verificati soprattutto nelle aree più dense di vegetazione e arbusti. Siccome parliamo di un simulatore di caccia e non di uno sparatutto frenetico, le prestazioni non esaltanti dell’impianto grafico non rovinano più di tanto la giocabilità. Per forza di cose, date le circostanze, mi sono trovato costretto a privilegiare il frame-rate nella modalità Prestazioni ma senza i risultati sperati, altro segno evidente di un processo di ottimizzazione tutt’altro che impeccabile. Se a tutto ciò aggiungiamo divertenti bug quali animali sospesi a mezz’aria o che corrono sott’acqua senza accusare la minima inerzia, quello che viene fuori è un quadro tecnico che stona con il buon lavoro svolto sotto la componente prettamente ludica.

C’è del rammarico per le tante imperfezioni riscontrate, perché alcuni paesaggi sanno essere evocativi e meritano di essere immortalati sfruttando la modalità fotografica. Tralasciando poi le situazioni tragicomiche che coinvolgono gli animali, vittime degli errori marchiani dei programmatori, le loro animazioni appaiono moderatamente realistiche, mentre la modellazione poligonale è comunque accettabile. Una buona cura per il dettaglio è stata invece riposta nella campionatura dei versi degli animali, stesso discorso per i differenti tipi di richiami di cui è possibile servirsi per attirare in trappola cervi, oche e volpi rosse, tanto per citane alcuni.

Way of The Hunter è un simulatore di caccia che riesce a smarcarsi con discreto successo dalla rigida routine venatoria altri esponenti del genere, pur essendo un po’ vittima delle sue stesse ambizioni nell’aver voluto proporre a tutti costi una struttura open world che impatta negativamente sul comparto tecnico. La scelta di snellire alcune dinamiche ha reso meno tedioso e più intuitivo mettersi sulle tracce di una preda, senza intaccare più di tanto l’aspetto simulativo e lasciando la piena libertà di personalizzare a piacimento i molteplici aspetti dell’esperienza di gioco. Nonostante siano aggiunte di contorno, la campagna single player e la modalità cooperativa forniscono rispettivamente un contesto narrativo a cui appellarsi e la possibilità di cacciare in compagnia. A ridimensionare il tutto sono però le imperfezioni grafiche che, tra bug e prestazioni non esaltanti, impediscono a Way of The Hunter di erigersi come il migliore simulatore di caccia disponibile sul mercato.

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